Ti sei mai chiesto perché così tante sperimentazioni mediche partono… e poi si arenano? Spesso il problema è uno solo: non si trovano abbastanza pazienti da arruolare. Ma ora c’è un alleato inaspettato pronto a rivoluzionare tutto: ChatGPT.
Sì, proprio lui. Lo stesso chatbot che usi per cercare ricette, scrivere email o improvvisare poesie su misura ora è finito nel mondo della medicina sperimentale. E potrebbe fare la differenza.
Il problema: arruolare pazienti è un incubo
Perché è così difficile trovare i candidati giusti per un trial clinico? Perché ogni paziente va esaminato uno per uno, leggendo cartelle cliniche piene zeppe di note, appunti e dati non strutturati. In media servono 40 minuti per valutare un solo paziente. Se moltiplichi per centinaia (o migliaia), capisci perché molti studi si bloccano prima ancora di iniziare.
Secondo i dati del National Cancer Institute, il 20% dei trial clinici viene cancellato solo perché non si trovano partecipanti. Un’enormità.
L’esperimento: ChatGPT vs screening manuale

All’UT Southwestern Medical Center, un gruppo di ricercatori ha deciso di testare GPT-3.5 e GPT-4 su un caso reale: individuare pazienti idonei per una sperimentazione su un tumore testa-collo.
In pratica, hanno dato in pasto all’IA i dati di 74 pazienti, chiedendole: “Questa persona è idonea per il trial?”. E per vedere cosa funzionasse meglio, hanno testato tre tipi di prompt:
- Structured Output (SO): risposta in formato predefinito
- Chain of Thought (CoT): spiegazione passo-passo del ragionamento
- Self-Discovery (SD): libertà totale all’IA su cosa analizzare
I risultati? Sorprendenti
GPT-4 si è dimostrato più accurato di GPT-3.5, anche se leggermente più lento e costoso. Il tempo di screening per paziente è crollato: da 1,4 a 12,4 minuti, a fronte dei classici 40. E i costi? Tra i 2 e i 27 centesimi. Spiccioli.
E anche se il modello non è infallibile – in particolare nei casi dove ogni singolo criterio va rispettato alla lettera – è già sufficiente a supportare gli umani, velocizzando il lavoro e riducendo errori.
Come funziona con le cartelle cliniche?
Qui arriva il vero colpo di genio: le cartelle elettroniche (EHR) contengono testi liberi, appunti dei medici, referti… tutto materiale che i software tradizionali faticano a leggere. Ma ChatGPT, con la sua comprensione del linguaggio naturale, può navigarci dentro come un detective esperto, estrapolando informazioni rilevanti anche in mezzo al caos.
E questo vuol dire meno pazienti idonei dimenticati, meno tempo sprecato e più speranze per chi cerca nuove terapie.
E non è finita qui
Lo stesso team ha sviluppato anche GeoDL, un sistema basato su deep learning che può stimare dosi precise di radioterapia in 3D in tempo reale, direttamente mentre il paziente è ancora sul lettino. Il tutto in 35 millisecondi. Non è fantascienza: è già realtà in test clinico.
Verso una nuova era dei trial clinici?
Non siamo ancora al punto in cui ChatGPT può condurre uno studio da solo (e va bene così, eh). Ma la direzione è chiara: l’IA può diventare un alleato silenzioso ma potentissimo, in grado di rendere i trial più rapidi, economici e accessibili.