Il cestino di Windows per alcuni è una creatura mitologica di origini misteriose, nel senso che spesso è usato in ogni modo fuorché per il suo scopo reale.
Siamo nel bel mezzo degli anni ’90, dopo che il sistema DOS, pilastro dell’era 16-bit insieme alle relative console dell’epoca (come il Super NES), si era fatto strada negli uffici, la sua “versione grafica”, Windows 95 cominciava a fare anch’essa capolinea negli uffici.
È vero che esisteva già Windows 3.1, ma è stato il 95 a dare “il via” all’utilizzo dei sistemi Windows.
Il sistema operativo non si presentava più come un qualcosa di testuale dove bisognava impararsi i singoli comandi per riuscire a “parlare” con il proprio personal computer: c’era la grafica, si capiva cosa si stava facendo senza dover digitare righe di codice.
Non passò molto tempo che negli uffici si insidiò una strana e molto curiosa abitudine: usare il cestino di Windows come un archivio, anziché usarlo per il suo scopo reale, ovverosia la “pre-eliminazione” dei file.
Perché esiste il cestino di Windows?
La domanda può sembrare banale, ma non lo è come potrebbe sembrare; se sei tecnico dirai certamente “embè? Serve per mettere da parte i file ed essere eliminati successivamente, li lasci nel cestino e non si cancellano, cosicché tu possa riutilizzarli in un secondo momenti se noti che hai messo nel cestino qualcosa che invece ti serviva“.
Questa è certamente la risposta più sensata ed immediata che ti viene in mente, da tecnico o addetto ai lavori tuttavia.
Se invece non hai vissuto l’era di MS-DOS devi sapere una cosa: quando cancellavi i file su DOS non c’era alcun modo di recuperare i file cancellati, dato che si cancellavano permanentemente e non passavano per nessun equivalente del cestino di Windows.
Esistevano programmi in grado di recuperare dati cancellati, ma non erano facilmente reperibili come oggi, perché internet era molto meno accessibile all’epoca.
Per farla breve: il cestino di Windows serve a fare una “pre-cancellazione” dei file, in modo che tu possa recuperare quelli che hai “cancellato” per sbaglio, prima della loro eliminazione definitiva.
Certamente, il cestino non è assolutamente stato concepito per essere un archivio, com’è di fatto usato da molte persone (spesso da chi lavora addirittura nel settore pubblico, come negli ospedali, negli uffici comunali, etc.).
Qual è dunque l’origine di questa “tradizione” dell’usare il cestino come archivio?
Arrivato fin qui, specie se sei del settore, scommetto tu abbia visto fotografi mettere le foto belle “archiviate” nel cestino, impiegati comunali mettere documenti importanti lì dentro e chissà quante altre figure professionali con questa strana abitudine.
La causa? Ora come ora, è molto difficile dare una vera e propria “origine” a questa singolare abitudine informatica dell’utilizzo del cestino di Windows come un archivio.
Una delle cause va ricercata nella mancanza di basi da parte degli utilizzatori, e per basi si intende “basi dell’informatica”, o perlomeno le basi di Windows.
Molte persone sono completamente ignare delle basi del sistema operativo di casa Microsoft: drag and drop, creazione di cartelle, copia-incolla, cancellazione dei file e via discorrendo sono cose che da molti lavoratori d’ufficio non sono mai state apprese.
Queste persone non avendo quindi la conoscenza di base non solo della creazione, usano la prima icona che nella loro mente ha un’immagine familiare: il cestino di Windows.
Il cestino, di fatto, rappresenta un’icona familiare, qualcosa che conosci, qualcosa che in un oggetto estraneo (il computer) con cui hai l’onore (per loro l’onere) di interagire: il cestino è un oggetto che conosci, crea sicurezza nell’insicurezza di usare il personal computer.
Pensaci: la cartella dell’attuale Windows 10 non rappresenta immagini che l’utente medio conosce, non rappresenta qualcosa che vedi quando passi per strada o nei negozi; di contro il cestino è un’icona familiare anche all’infuori del mondo informatico; crea quindi sicurezza.
Se a questo aggiungiamo poi che mancano proprio le basi di come si usa Windows tra copia-incolla, drag-and-drop, creazione cartella, ma soprattutto, cos’è di preciso il disco rigido (solitamente C:\) e che tutto avviene lì dentro, l’utente fa la prima cosa che sa fare.
Molto spesso anche chi lavora al PC in settori importanti (es.: settore medico), non manifesta alcun interesse nel voler apprendere l’utilizzo consapevole del personal computer, quindi si limita a quelle due cose che ha imparato in maniera meccanica.
In ambito informatico non esiste nulla di più sbagliato dell’imparare le cose in maniera meccanica e lineare: quello che è valido oggi su Windows 10, tra una decina d’anni con Windows 12 potrebbe non essere più valido, se poi ad esempio sarai costretto ad usare Linux le cose cambieranno ancora.
Tuttavia se hai le basi capisci qual è la differenza tra usare il cestino di Windows come archivio e l’usare un archivio vero e proprio (file RAR, ZIP, etc.).
Oltre alla questione informatica c’è anche un problema della comprensione del testo: sarebbe a dire che il nome “cestino” dovrebbe indicare qualcosa che non usi più o che comunque devi mettere da parte.
Voglio dire, pensa a quel che fai nel mondo reale: hai buttato un vasetto di yogurt nel cestino, ma poi quel vasetto ti sei reso conto che potrebbe servirti ancora, ad esempio come contenitore per le penne sulla scrivania una volta lavato. Cosa fai? Lo riprendi e lo lavi, per riutilizzarlo.
Se invece te ne sei scordato che quel vasetto ti serviva e l’hai buttato via e ormai i netturbini sono arrivati, allora quel vasetto di yogurt non è recuperabile.
Con i dati (i file) del PC non è tanto diversa la questione, in fondo.
Questa pratica dell’uso del cestino come archivio, comporta dei rischi?
Sì, e non sono affatto pochi.
Tra le cattive abitudini (senza scomodare il cestino di Windows) che già l’utente medio si porta appresso di per sé, l’utilizzo improprio di questo strumento rischia di mettere a serio rischio i dati.
Di riflesso, se qualcuno ha questa abitudine potrebbe successivamente compromettere le regolari funzionalità in vari settori: sia pubblici, che privati.
In che modo? In primo luogo cominciare foto, video, file di testo, documenti di foglio elettronico (Excel), sono molto spesso dati molto importanti, metterli nel cestino significa correre l’enorme rischio di non poterli recuperare mai più.
In secondo luogo, se ad un impiegato mancano proprio le basi d’utilizzo del personal computer (non solo di capire a cosa serve il cestino di Windows) potrebbe creare altri danni non indifferenti, ad esempio aprire una mail e scaricare un file senza rendersi conto che in realtà sta scaricando un ransomware.
Sostanzialmente non sapere la funzione di uno strumento così semplice a partire dal nome denota sia incapacità nella comprensione del testo (e non è un problema informatico), sia difficoltà (per non dire totale disinteresse) nel capire le dinamiche di qualcosa che viene usato quotidianamente.
Prima di un buon firewall, prima di un buon antivirus, la sicurezza informatica deve partire da sani abitudini riguardanti il rapporto uomo-computer; se non ci sono abitudini sane, questi personaggi, alla lunga, possono risultare ben peggior di un attacco hacker.
L’utilizzo improprio del cestino di Windows non è che un campanello d’allarme di un cattivo utilizzo di uno strumento che può sfociare in cose ben peggiori della perdita permanente di dati importanti (lasciar traspirare dati personali fuori da un ufficio, far trapelare dati sensibili involontariamente, etc.).