I nuovi cellulari Apple sono in commercio solamente da pochi giorni, ma molte caratteristiche ne sono già state analizzate: oggi ti parlo del Ceramic Shield, la tecnologia utilizzata anche nei modelli 12 e 12 Pro, che è stata messa a confronto con i precedenti smartphone sui quali era installata.
Dopo le prove effettuate sulla durata della batteria, che hanno dato risultati un po’ contrastanti, decretando “vincitore” in fatto di performance a parità di configurazione l’iPhone 11 Pro Max, le attenzioni si sono rivolte alle promesse fatte da Apple inerenti la nuova tecnologia, Ceramic Shield appunto, che donerebbe la sicurezza di sopravvivenza molto più alta degli schermi degli iPhone 12 e 12 Pro in caso di urto o caduta.
Ceramic Shield, mossa pubblicitaria o tecnologia all’avanguardia?
I dubbi infatti c’erano, tra gli esperti e gli “smanettoni”, sempre attenti ai minimi dettagli e pronti a rendere pubblica e fruibile qualsiasi informazione scovata. Ma c’è da dire che Apple, stavolta, ha davvero dotato i nuovi smartphone con uno scudo davvero efficace. I test sono stati svolti secondo due modalità. Nel primo, per arrivare alla rottura del display tramite perforazione/danno è stato necessario esercitare una forza pari a 442 newton prima di vedere il vetro infranto; rispetto al predecessore (iPhone 11) risulta quindi più efficace, in quanto per romperlo erano stati “sufficienti” 352 newton di forza.
Anche la resistenza ai graffi è migliorata con la nuova generazione: iPhone 12 ha iniziato a mostrare graffi visibili al livello 7 della scala di Mohs, mentre nel caso di iPhone 11 i graffi appaiono già dal livello 6.
La seconda prova è stata quella della simulazione della caduta accidentale: il povero melafonino è stato sbattuto a terra da un’altezza di 3 metri, soglia entro la quale la versione 12 sopravvive senza riportare danni. C’è da sottolineare però che la resistenza del vetro posteriore non è la medesima rispetto a quella anteriore. Entrambi i modelli presi in esame comunque (12 e 11) hanno dimostrato eguale resistenza dopo una caduta da un’altezza di circa 2 metri.
C’è da dire che i test sono, ovviamente, condotti in situazioni piuttosto generalizzate; ergo, cambiando angolatura di caduta o sommando altri fattori accidentali, i risultati potrebbero essere diversi. Queste prime prove ad ogni modo confermano che le promesse e i propositi di Apple hanno riscontro e che i nuovi display sono più resistenti; forse anche perché quelli degli iPhone 12 e 12 Pro sono a filo del dispositivo, mentre nelle precedenti versioni i vetri presentavano una curvatura sui bordi.
Ceramic Shield, su cosa si basa questa tecnologia?
Certo dal nome si evince che il materiale principe scelto per aumentare la resistenza degli schermi è la ceramica; ma come funziona esattamente? Apple sostiene la sua scelta affermando che con l’inserimento nel vetro di cristalli di nanoceramica – materiale più duro di molti metalli, parrebbe – si ottiene una resistenza alle cadute che arriva fino quattro volte in più rispetto alla precedente generazione di iPhone.
La spiegazione ufficiale di Apple è chiara e trasparente – è proprio il caso di dirlo-: “Gli iPhone 12 hanno un nuovo design caratterizzato da bordi piatti, con un involucro in alluminio di grado aerospaziale combinato con la copertura anteriore Ceramic Shield, che va oltre il vetro aggiungendo una nuova fase di cristallizzazione ad alta temperatura che rinforza i cristalli nanoceramici presenti all’interno della matrice di vetro, aumentando le prestazioni in termini di resistenza da una caduta di quattro volte rispetto ad altre versioni”
Nelle pagine di Ceramic Science di Corning, si legge inoltre che «La differenza principale tra vetro e ceramica si concentra principalmente sui legami chimici che tiene insieme la struttura interna del materiale. A differenza del vetro, in cui gli atomi sono disposti in ordine casuale, i collegamenti nei materiali ceramici si verificano quando gli ioni positivi e negativi si legano per formare un modello regolare di cristalli, che a sua volta può disperdere la luce a cui sono esposti. Questo fenomeno di solito si traduce in un materiale opaco piuttosto che trasparente, sebbene ci siano esempi di ceramiche trasparenti”
A metà tra questi due materiali c’è la vetroceramica, che nasce come il vetro e poi è in grado di trasformarsi in una sostanza quasi perfettamente cristallina grazie al trattamento con una fonte di calore di determinata intensità e con l’aggiunta di un agente nucleante – come ad esempio l’argento o il titanio – col risultato della nascita di veri e propri cristalli, cioè ciò che Apple definisce “una nuova fase di cristallizzazione ad alta temperatura”.
La sfida per Apple infatti è stata quella di sviluppare il Ceramic Shield in modo tale che garantisse elevata trasparenza ed altre proprietà utili all’installazione su di uno smartphone. Questa tecnologia dunque si rivela un enorme progresso ingegneristico in grado di regalare maggiore forza e resistenza, tra l’altro con costi minori rispetto a materiali come lo zaffiro.