Una nuova scoperta che potrebbe aprire nuovi orizzonti nelle terapie contro la sclerosi multipla ha identificato come problema di fondo l’infiammazione cronica che circonda le cellule nervose, e non le cellule in sé, che rimangono sane, ma che a causa appunto di questa condizione infiammatoria non riescono a produrre mielina.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances in due ricerche internazionali sviluppate grazie al programma BRAVEinMS, coordinato da Gianvito Martino, prorettore alla ricerca e alla terza missione dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. La nuova intuizione è una vera e propria svolta che distingue tra un’ipotesi “estrinseca” rispetto a quella “intrinseca” che divide gli scienziati.
Secondo Gianvito Martino: “La sclerosi multipla è sempre stata considerata una malattia della mielina, cioè una malattia che peggiora progressivamente proprio perché le cellule che producono mielina (gli oligodendrociti) non riescono più a produrne di funzionante. La causa di tutto ciò si era pensato potesse essere dovuta ad un difetto intrinseco degli oligodendrociti”.
Cellule nervose e sclerosi multipla: verso nuove terapie?
La nuova scoperta ha determinato che : ” Non è così e che le cellule che producono mielina delle persone con sclerosi multipla non sono difettose in sé, anzi sono in grado di produrre mielina sana e funzionante. È l’ambiente infiammato in cui si trovano che ne condiziona l’efficienza rigenerativa”, spiega il professor Martino.
” Un’infiammazione che c’è sin dall’emergere della patologia e che colpisce indiscriminatamente le cellule del sistema nervoso con cui viene a contatto, oligodendrociti o neuroni che siano. Da qui l’esigenza di sviluppare nuove terapie neuroprotettive in grado di bloccare il processo infiammatorio presente fin dall’esordio della malattia e la degenerazione dei tessuti che ne consegue che poi è la responsabile ultima dei deficit neurologici che si sviluppano. Così facendo le cellule del sistema nervoso di persone con sclerosi multipla, che oggi sappiamo essere sane, possono tornare a fare il loro lavoro con efficienza“, continua lo scienziato.
L’obiettivo del programma BRAVEinMS, portato avanti grazie alla Progressive MS Alliance (PMSA) con il sostegno dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) con la sua Fondazione, è sviluppare nuove terapie farmacologiche per la sclerosi multipla grazie al lavoro di ben otto centri di ricerca. Ai due studi appena pubblicati hanno contribuito, con il San Raffaele, University Hospital di Munster, Icm (Institut du Cerveau et de la Moelle e’pinie’re, l’Hopital Pitie’ Salpetrie’re) e McGill University di Montreal.