Le cellule staminali, spesso chiamate “cellule bambine”, sono cellule all’inizio del loro sviluppo che possono trasformarsi in vari tipi di tessuti del corpo umano.
Sono il punto di partenza da cui nascono sangue, pelle, fegato, cervello e molti altri organi.
In base al grado di maturità e alla loro potenzialità, gli scienziati distinguono tre grandi categorie: embrionali, adulte e pluripotenti indotte.
Staminali embrionali: il potere di diventare tutto
Le cellule staminali embrionali sono le più “pure” e versatili. Si trovano nelle prime fasi dello sviluppo dell’embrione e possono dare origine a qualsiasi tipo di cellula del corpo.
Sono totipotenti, cioè capaci di formare un intero organismo, e pluripotenti, in grado di generare tutti i tipi di cellule, comprese quelle germinali.
Questa enorme potenzialità le rende fondamentali per la ricerca, ma anche oggetto di dibattito etico, perché il loro utilizzo richiede l’impiego di embrioni.
Staminali adulte: la riserva nascosta nei tessuti
Negli organismi adulti esistono altre cellule con un certo grado di giovinezza: sono le cellule staminali adulte, anche dette cellule progenitrici.
Si trovano in vari tessuti, come il midollo osseo o la pelle, e servono come riserva naturale per rigenerare parti del corpo danneggiate.
A differenza delle embrionali, sono multipotenti, cioè possono formare solo tipi specifici di cellule, come quelle del sangue o dei muscoli.
Il loro uso non presenta implicazioni etiche, e per questo la ricerca le studia da anni come base per terapie rigenerative e trapianti cellulari.

Staminali pluripotenti indotte (iPS): la rivoluzione giapponese
Nel 2006, il biologo Shinya Yamanaka in Giappone ha aperto una nuova strada: ha dimostrato che una cellula adulta può essere riprogrammata e riportata indietro nel tempo fino a uno stato simile a quello embrionale.
Lo ha fatto inserendo quattro geni chiave nel DNA della cellula, trasformandola in una cellula staminale pluripotente indotta (iPS).
Da quel momento la ricerca ha accelerato. Oggi si lavora per rendere queste cellule più stabili e sicure, perché in passato alcune varianti hanno mostrato rischi di mutazioni e formazione di tumori.
Le iPS rappresentano comunque una svolta per la medicina rigenerativa, perché permettono di ottenere cellule compatibili con il paziente, eliminando problemi di rigetto.
La nuova frontiera: trasformare le cellule senza tornare indietro

Oltre alla riprogrammazione totale, gli scienziati stanno sperimentando metodi per convertire direttamente una cellula adulta in un altro tipo di cellula.
Ad esempio, trasformare cellule della pelle in neuroni o cellule cardiache, saltando la fase intermedia di “ritorno allo stato embrionale”.
Questa tecnica riduce i rischi genetici e apre nuove prospettive per la cura di malattie neurodegenerative o cardiache.
Il futuro delle cellule bambine
Le cellule staminali sono la base di molti progetti di medicina personalizzata, in cui i tessuti del paziente vengono rigenerati a partire dalle sue stesse cellule.
Il sogno della scienza è riuscire un giorno a ricostruire interi organi, eliminando la necessità di trapianti da donatore.
Un obiettivo ancora lontano, ma che nasce proprio da queste piccole cellule “bambine” capaci di trasformarsi in tutto.
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