La supernova Cassiopeia A è uno dei resti di supernova meglio studiati nella Via Lattea, e dal nostro punto di vista, il guscio di plasma si è espanso per 350 anni a una velocità media compresa tra 4.000 e 6.000 chilometri al secondo, ma non tutto, infatti un’area della supernova sembra stia andando all’indietro.
La scoperta, accettata per la pubblicazione sull’Astrophysical Journal e disponibile come prestampa su ArXiv, e si basa su 19 anni di dati su Cassiopeia A i quali suggeriscono che la parte occidentale di quest’ultima è sbattuta contro qualcosa, sebbene una spiegazione alternativa direbbe che c’è un buco nel guscio, ma i modelli preferiscono lo scenario di collisione.
“Il movimento arretrato nella parte occidentale può significare due cose. O c’è un buco da qualche parte, una specie di vuoto nel materiale della supernova, che fa sì che il guscio caldo si muova improvvisamente verso l’interno localmente, oppure la nebulosa si è scontrata con qualcosa”.
ha affermato in una nota l’autore principale Jacco Vink, dell’Università di Amsterdam.
I risultati di 19 anni di studi su Cassiopeia A
Le osservazioni su Cassiopeia A sono state condotte utilizzando l’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA, attraverso il quale i ricercatori hanno misurato l’accelerazione (o decelerazione) dei gusci interno ed esterno della supernova.
Quando Vink ha riportato per la prima volta questi risultati nel 2019 in una conferenza specialistica, ha attirato l’attenzione di un gruppo di astronomi italiani i quali, incuriositi, hanno deciso di simulare cosa sarebbe potuto accadere in caso di collisione.
Quando una stella entra nella fase di gigante rossa e successivamente nella sua fase di super gigante rossa, butta fuori molto materiale. Queste stelle sono enormi e i loro strati esterni non sono ben consolidati ma blandamente connessi tra loro, ed una volta che la stella diventa una supernova –l’esplosione catastrofica alla fine della sua vita– il materiale viene lanciato ad alta velocità e può raggiungere il materiale precedentemente espulso.
Secondo il gruppo italiano lo scenario tra una collisione e il guscio che ha un buco può essere distinto, questo perché dopo una collisione, l’onda d’urto prima diminuisce ma poi accelera, e questo è esattamente ciò che è stato trovato da Vink nelle osservazioni.
“Quando abbiamo recentemente trovato un’accelerazione che hanno previsto proprio nei loro modelli, i pezzi del puzzle sono andati a posto”
ha detto Vink.
Cassiopeia A si trova a 11.000 anni luce di distanza nell’omonima costellazione, con la luce della supernova che sarebbe arrivata per la prima volta sulla Terra nel 1670, ma tra la polvere interposta e le limitate capacità del telescopio, nessuno allora era in grado di vederla.
Da allora abbiamo raggiunto molteplici osservazioni e ora è un obiettivo preferito da molti osservatori, un esempio, l’ultimo osservatorio a raggi X della NASA IXPE ha rilasciato la sua prima immagine il mese scorso e ha scelto il resto della supernova come soggetto, ed è interessante notare che il JWST lo studierà nell’infrarosso entro la fine dell’anno.
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