Negli ultimi decenni, il mondo ha assistito a un cambiamento significativo nel panorama della salute globale, se da un lato i progressi della medicina hanno portato a una maggiore aspettativa di vita, dall’altro stanno emergendo nuove sfide sanitarie che destano preoccupazione, tra queste, l’aumento dei tassi di cancro nei giovani, per esattezza tra le persone sotto i 50 anni.
Questo incremento, definito spesso come “epidemia silenziosa“, sembra essere collegato a una combinazione di fattori ambientali, stili di vita moderni e l’esposizione a sostanze chimiche dannose.
Uno degli aspetti più discussi dietro l’aumento del cancro nei giovani è il ruolo degli alimenti ultra-processati nella dieta moderna, prodotti caratterizzati da un’elevata presenza di additivi, zuccheri e grassi trans, sono diventati una parte integrante della routine alimentare di molte persone, spesso a scapito di opzioni più salutari.
Accanto a questo, l’esposizione ai cosiddetti “forever chemicals“, sostanze chimiche resistenti alla degradazione che si accumulano nell’ambiente e nel nostro organismo, sembra aggravare il rischio di sviluppare tumori e altre patologie.
Oltre a quanto precedentemente detto, il declino delle nascite e i cambiamenti demografici contribuiscono a modificare il quadro generale della salute pubblica, con studi recenti che suggeriscono come queste dinamiche siano strettamente interconnesse e riflettano un equilibrio fragile tra il progresso tecnologico e il costo della modernità.
L’impatto degli alimenti ultra-processati nel cancro nei giovani
Gli alimenti ultra-processati hanno conquistato il mercato globale, diventando un pilastro delle diete moderne grazie alla loro convenienza, lunga conservazione e sapori accattivanti, malgrado ciò quello che li rende così irresistibili è anche ciò che li rende nocivi per la salute e influenti nell’aumento del cancro nei giovani.
Prodotti come snack confezionati, bevande zuccherate, cibi surgelati pronti e cereali industriali contengono ingredienti altamente raffinati, additivi artificiali e livelli di zuccheri e grassi trans che superano di gran lunga le raccomandazioni nutrizionali.
Una crescente mole di ricerche evidenzia come una dieta ricca di alimenti ultra-processati sia associata a un aumento del rischio di obesità, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e, più recentemente, diversi tipi di cancro nei giovani.
Uno studio pubblicato nel British Medical Journal ha dimostrato che un aumento del 10% del consumo di questi cibi è correlato a un incremento del 12% del rischio di cancro nei giovani, una correlazione che sembra particolarmente preoccupante, viste le abitudini alimentari spesso dominate da questi prodotti.
Le cause di questo legame risiedono nella combinazione di fattori: da un lato, gli alimenti ultra-processati sono poveri di nutrienti essenziali, come fibre, vitamine e minerali; dall’altro, contengono additivi che possono influire negativamente sulla salute a lungo termine. Ad esempio, i nitriti utilizzati per conservare la carne trasformata sono stati classificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come probabili cancerogeni, mentre alcuni dolcificanti artificiali, come l’aspartame, sono attualmente oggetto di indagine per il loro potenziale impatto sulla salute.
Oltre a quanto precedentemente detto, il consumo eccessivo di zuccheri e grassi trans favorisce l’infiammazione cronica, una condizione che può predisporre il corpo alla formazione di forme di cancro nei giovani, in quanto questa infiammazione rappresenta un terreno fertile per la proliferazione cellulare anomala.
Forever Chemicals: nemici invisibili
I “forever chemicals”, noti scientificamente come sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), sono composti chimici creati dall’uomo che non si degradano facilmente nell’ambiente. Utilizzati in una vasta gamma di prodotti, come imballaggi alimentari, pentole antiaderenti, tessuti resistenti alle macchie e schiume antincendio, i PFAS sono stati trovati ovunque: nell’acqua potabile, nel suolo, negli alimenti e persino nel sangue umano.
Il problema principale di queste sostanze è la loro capacità di accumularsi nel corpo umano, dove possono rimanere per anni, contribuendo a una serie di problemi di salute. Studi epidemiologici hanno associato l’esposizione ai PFAS al cancro nei giovani, disfunzioni del sistema immunitario, alterazioni ormonali e ridotta fertilità, non a caso il loro legame con il cancro al rene e al testicolo è particolarmente documentato.
Ciò che rende i PFAS particolarmente pericolosi è la loro ubiquità: evitare l’esposizione è quasi impossibile, per di più le normative per il controllo di queste sostanze sono ancora insufficienti in molte parti del mondo, per esempio i limiti per la concentrazione di PFAS nell’acqua potabile variano significativamente tra i Paesi, rendendo difficile un approccio globale alla loro gestione.
Un legame preoccupante
L’intersezione tra alimenti ultra-processati e forever chemicals non è casuale, con gli imballaggi alimentari che sono spesso trattati con PFAS per resistere a oli e grassi, rappresentando una delle principali vie di esposizione. Quando cibi ultra-processati vengono confezionati in materiali contenenti PFAS, le sostanze chimiche possono migrare nel cibo stesso, aumentando il rischio per i consumatori.
Ad aggravare la situazione, molti dei consumatori abituali di alimenti ultra-processati appartengono a fasce demografiche più giovani, un gruppo già vulnerabile per via dell’esposizione a numerosi fattori di rischio ambientali, e la combinazione di una dieta non equilibrata e l’accumulo di sostanze chimiche tossiche crea un mix esplosivo che può contribuire all’aumento dei tassi di cancro nei giovani.
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