Il buco dell’ozono nel 2025 è stato il quinto più piccolo dagli anni Novanta. Un risultato che segna un passo importante verso il recupero completo dello scudo naturale che protegge la Terra dai raggi ultravioletti. I nuovi dati arrivano da NASA e NOAA e mostrano una tendenza chiara: lo strato di ozono continua a migliorare lentamente ma costantemente, grazie alle norme introdotte dal Protocollo di Montreal.
Questo processo è lungo e richiede ancora molti decenni, ma i numeri raccolti quest’anno ti danno un’immagine più precisa dello stato della stratosfera e di quello che potresti aspettarti entro fine secolo.
Perché il 2025 è un anno importante per il buco dell’ozono

Il buco dell’ozono sopra l’Antartide ha raggiunto la sua massima estensione giornaliera il 9 settembre, arrivando a 22,86 milioni di chilometri quadrati. È un valore inferiore di circa il 30 per cento rispetto al record negativo del 2006, quando l’estensione media toccò 26,60 milioni di chilometri quadrati.
Durante il periodo critico della stagione 2025, dal 7 settembre al 13 ottobre, l’estensione media è stata di 18,71 milioni di chilometri quadrati. Se vuoi confrontare questo dato con qualcosa di familiare, equivale al doppio della superficie degli Stati Uniti.
Questi numeri mostrano che la dimensione del buco dell’ozono non solo è più piccola rispetto ai primi anni Duemila, ma rientra ormai in una tendenza discendente consolidata.
Cosa significa “buco dell’ozono” e perché si forma
Lo strato di ozono è una parte della stratosfera che filtra i raggi ultravioletti più aggressivi. La sua riduzione è stata causata soprattutto dai CFC, composti chimici utilizzati per decenni in frigoriferi, spray e processi industriali. Quando questi gas raggiungono la stratosfera, distruggono le molecole di ozono e creano un’area di concentrazione molto ridotta.
Il fenomeno si manifesta ogni anno sopra l’Antartide, quando le condizioni atmosferiche e la temperatura stratosferica favoriscono le reazioni chimiche che riducono l’ozono. Il picco si registra alla fine dell’inverno australe, tra settembre e ottobre.
Perché il buco del 2025 è considerato più piccolo
Gli scienziati valutano non solo l’estensione massima giornaliera ma anche la media stagionale. Nel 2025 entrambi i valori sono stati più bassi della media dei primi anni Duemila.
Paul Newman, responsabile delle ricerche sull’ozono presso la NASA, sottolinea che i buchi osservati oggi sono significativamente inferiori rispetto a vent’anni fa. Secondo Newman, il percorso di recupero continua ma richiede ancora molto tempo.
Il messaggio è chiaro: la riduzione delle sostanze dannose introdotta dal Protocollo di Montreal sta funzionando.
Il ruolo del Protocollo di Montreal e cosa ha cambiato

Dal 1987, il Protocollo di Montreal ha imposto l’eliminazione graduale dei CFC e di altre sostanze che distruggono l’ozono. È uno dei più grandi successi ambientali globali. Le emissioni di questi composti sono diminuite drasticamente e lo strato di ozono ha iniziato un recupero lento ma costante.
Gli scienziati della NASA e della NOAA ritengono che il 2025 confermi la direzione giusta. Secondo i modelli attuali, entro la fine del secolo lo strato di ozono potrebbe tornare ai livelli degli anni Ottanta. È un traguardo molto lontano, ma il miglioramento è misurabile.
Perché i progressi non sono immediati
Anche se i CFC non vengono più prodotti, rimangono nell’atmosfera per decenni. Molti di questi composti impiegano oltre cinquanta anni per degradarsi. Significa che il loro effetto continua nonostante il blocco globale.
Questo spiega perché il recupero è così lento. La stratosfera risponde con gradualità e richiede tempi lunghi per eliminare completamente la traccia chimica accumulata negli anni.
Cosa influisce ogni anno sulla dimensione del buco

La dimensione del buco dell’ozono non dipende solo dai residui chimici. Conta anche la temperatura della stratosfera e altri fattori atmosferici.
Anni con temperature più basse nella stratosfera antartica tendono a produrre buchi più estesi. Anni con temperature leggermente più alte generano buchi meno ampi. Il 2025 mostra condizioni che hanno favorito una riduzione moderata rispetto a cicli precedenti.
Questi fattori creano oscillazioni annuali, ma la tendenza generale resta comunque positiva.
Perché il recupero dell’ozono è fondamentale per te
Lo strato di ozono ha un compito essenziale: filtrare i raggi UV-B, quelli che aumentano il rischio di tumori della pelle, cataratta e danni al sistema immunitario.
Un buco più piccolo riduce la quantità di radiazione che raggiunge la superficie terrestre. Questo significa una maggiore protezione naturale per te e per ogni forma di vita.
Il recupero dello strato di ozono è anche un indicatore dello stato dell’atmosfera. Quando una politica ambientale globale funziona, la risposta del pianeta diventa visibile nei dati scientifici. Il 2025 è un esempio di questo meccanismo.
Cosa aspettarti nei prossimi anni
Se la tendenza attuale continua, il buco dell’ozono diventerà gradualmente meno ampio e meno profondo. La sua formazione annuale non sparirà nei prossimi decenni, ma sarà sempre più ridotta rispetto al passato.
Gli scienziati si aspettano miglioramenti lenti ma costanti perché i residui di CFC si stanno dissipando e vengono sostituiti da composti molto meno dannosi.
L’obiettivo è raggiungere una stabilità simile ai livelli osservati negli anni Ottanta.
Non sarà un processo rapido, ma i risultati del 2025 dimostrano che il percorso è quello giusto.
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