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Lettura: Botulino: fotografate le molecole che scortano la tossina più potente al mondo
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Botulino: fotografate le molecole che scortano la tossina più potente al mondo

Fotografato per la prima volta il complesso che scorta la tossina botulinica nell’intestino. Una scoperta chiave per medicina e cosmetica.

Massimo 1 ora fa Commenta! 4
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Per la prima volta è stata immortalata la struttura del complesso proteico che accompagna la tossina botulinica attraverso l’apparato digerente, aiutandola a superare la barriera intestinale fino al sangue. Un risultato che non è solo un traguardo scientifico, ma che potrebbe aprire nuove strade per la medicina e la cosmetica. Lo studio arriva dall’Università di Stoccolma e porta la firma del team di Pal Stenmark, pubblicato su Science Advances.

Contenuti di questo articolo
Il veleno più potente mai conosciutoIl complesso che protegge la tossinaCriomicroscopia elettronica: l’arma segretaImpatti futuri tra medicina e cosmeticaPerché è uno studio che cambia prospettiva

Il veleno più potente mai conosciuto

La tossina botulinica non ha rivali: è un milione di volte più tossica del veleno di cobra. Prodotta dal batterio Clostridium botulinum, è la causa del botulismo, una rara ma pericolosa malattia che paralizza la trasmissione dei segnali tra nervi e muscoli. In alcuni casi porta a conseguenze mortali, come dimostrano i più recenti episodi riportati in Italia.

Eppure, lo stesso veleno che in natura rappresenta una minaccia è diventato un alleato prezioso in medicina. Viene usato per trattare emicrania cronica, spasmi muscolari e iperidrosi (sudorazione eccessiva), senza dimenticare l’impiego estetico più noto: il Botox.

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Il complesso che protegge la tossina

Botulino

In natura la tossina non viaggia da sola. È inserita in un complesso proteico formato da 14 parti che funziona come una vera scorta. La protegge dall’ambiente ostile dell’intestino e ne facilita il passaggio nel circolo sanguigno. Solo a quel punto la tossina viene rilasciata e raggiunge il suo obiettivo: la giunzione tra nervi e muscoli.

“Abbiamo finalmente visualizzato l’intero complesso, presente nel farmaco NeuroBloc, strettamente correlato al Botox”, spiega Pal Stenmark, docente di neurochimica e leader del progetto.

Criomicroscopia elettronica: l’arma segreta

Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno usato una tecnica che ha già valso un Nobel: la criomicroscopia elettronica. In pratica, le molecole vengono congelate rapidamente e osservate in migliaia di istantanee. Ogni immagine viene poi combinata per ottenere un modello 3D a risoluzione quasi atomica.

Un processo che permette non solo di vedere, ma di capire nel dettaglio come le proteine si assemblano e come la tossina viene rilasciata nel corpo.

Impatti futuri tra medicina e cosmetica

Avere finalmente un modello molecolare così dettagliato significa poter intervenire su due fronti. Da un lato, sviluppare nuove strategie per neutralizzare la tossina in caso di avvelenamento. Dall’altro, sfruttarne i meccanismi per applicazioni terapeutiche ancora più mirate e sicure.

Il botulino potrebbe diventare uno strumento più flessibile, capace di offrire nuove soluzioni in neurologia, dermatologia e persino in ambiti ancora da esplorare.

Perché è uno studio che cambia prospettiva

Questa ricerca mette in luce non solo la pericolosità della tossina, ma anche la sua doppia natura: veleno letale e, allo stesso tempo, farmaco essenziale. Capire come viene protetta e trasportata nel corpo ci porta un passo avanti sia nel fronteggiare emergenze di salute pubblica come il botulismo, sia nel rendere più efficace e sicuro il suo impiego medico ed estetico.

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