Il cosiddetto Bonus Diabete è un termine che genera spesso confusione, poiché non si tratta di un contributo economico specifico e universale per chi soffre di questa patologia. È un’espressione impropria che si riferisce piuttosto a una serie di agevolazioni assistenziali ed economiche che vengono riconosciute dallo Stato, tramite l’INPS, ai pazienti che presentano un grado di invalidità a causa delle complicanze del diabete.

Le agevolazioni per il diabete: chiarezza sul Bonus Diabete
Le misure di sostegno di cui si sente parlare non sono contributi specifici per il diabete, ma aiuti già esistenti e riconosciuti in base al grado di invalidità della persona. I circa 500 euro spesso citati, per esempio, corrispondono all’indennità di accompagnamento, un aiuto economico destinato a tutte le persone che non sono autosufficienti, indipendentemente dalla malattia.
Il Bonus Diabete, come viene spesso erroneamente chiamato, è un insieme di agevolazioni economiche e assistenziali. Non è un bonus specifico per chi ha il diabete, ma piuttosto un termine con cui ci si riferisce a misure di sostegno, che l’INPS riconosce in base al grado di invalidità derivante dalla patologia.

Le agevolazioni principali sono erogate a seconda della percentuale di invalidità riconosciuta. Per chi ha un’invalidità tra il 74% e il 99%, è previsto l’assegno di invalidità civile, un sostegno economico di circa 286,81 euro per 13 mensilità, che aiuta i pazienti la cui capacità lavorativa è stata ridotta significativamente. La pensione di inabilità, dello stesso importo, è concessa a chi ha un’invalidità riconosciuta del 100% e si trova nella totale e permanente incapacità di lavorare.
Infine, l’indennità di accompagnamento, con un importo di 520,29 euro per 12 mensilità, è riservata a coloro che non sono in grado di deambulare autonomamente o di compiere gli atti della vita quotidiana senza assistenza. Questo contributo è pensato per sostenere le spese di chi necessita di aiuto costante, indipendentemente dalla diagnosi di diabete. In sintesi, queste misure non sono un bonus, ma un supporto economico legato al livello di non autosufficienza e alle complicanze causate dalla malattia.
Criteri di accesso e tipologie di invalidità
Il diritto a ricevere un sostegno economico, impropriamente chiamato Bonus Diabete, è strettamente legato al grado di invalidità riconosciuto dall’INPS a causa delle complicanze della malattia. L’accesso a queste agevolazioni non è automatico per tutti i pazienti diabetici, ma è riservato a coloro le cui condizioni di salute rientrano in specifici criteri.

Possono richiedere un contributo economico i pazienti che soffrono di diabete mellito di tipo 1 o di tipo 2 e presentano complicanze micro-macroangiopatiche e manifestazioni cliniche di medio grado, una condizione che corrisponde a un’invalidità riconosciuta tra il 41% e il 50%. Un altro criterio riguarda i pazienti con diabete mellito insulino-dipendente, con un controllo metabolico mediocre e iperlipidemia, non trattabile con le terapie convenzionali, che può portare a un’invalidità tra il 51% e il 60%. Infine, le complicanze più gravi come nefropatia, retinopatia e maculopatia sono considerate invalidanti in una percentuale che può arrivare fino al 91% o 100%, dando diritto alle misure di sostegno più significative.
Le agevolazioni variano in base alla percentuale di invalidità riconosciuta. Se l’invalidità è inferiore al 33%, non si ha diritto a benefici economici. Con un’invalidità superiore al 33% e fino al 73%, si può accedere a esenzioni fiscali e assistenza sanitaria. A partire dal 46%, si ha la possibilità di iscriversi alle categorie protette per un collocamento lavorativo agevolato, mentre dal 66% in su si ha diritto all’esenzione dal ticket sanitario.

Le misure economiche dirette scattano con percentuali più alte. Chi ha un’invalidità tra il 74% e il 99% ha diritto all’assegno di invalidità civile di circa 286,81 euro al mese per 13 mensilità. Con un’invalidità riconosciuta al 100%, si ha diritto alla pensione di inabilità, con lo stesso importo mensile. In casi di invalidità grave che comporti anche una significativa difficoltà motoria, si può cumulare la pensione di inabilità con l’assegno di accompagnamento, pari a 520,29 euro al mese, per un sostegno totale più consistente.
La procedura per richiedere il sostegno economico
Per poter accedere a forme di sostegno economico come l’assegno di invalidità, è necessario seguire una procedura specifica e articolata. L’intero processo inizia con una visita dal medico di famiglia, che è il primo passo per avviare la pratica. Il medico, dopo aver valutato le condizioni del paziente, prescriverà tutti gli esami diagnostici necessari per accertare in maniera dettagliata il grado di compromissione causato dalla malattia.
Una volta completati tutti gli esami e raccolto il fascicolo medico, il medico di famiglia si occupa di inoltrare tutta la documentazione sanitaria all’INPS. Successivamente, il paziente sarà convocato per una visita presso la Commissione Medica INPS, incaricata di effettuare una valutazione diretta e di stabilire, sulla base di tutti gli elementi a disposizione, la percentuale di invalidità riconosciuta. Questo è il passaggio più cruciale per determinare quali benefici economici e agevolazioni spettano al richiedente.

Dopo circa un mese dalla valutazione, l’INPS comunica l’esito della richiesta, indicando chiaramente il grado di invalidità riconosciuto e specificando quali benefici economici o assistenziali sono stati concessi. Nel caso in cui il paziente con diabete non sia d’accordo con la valutazione della commissione medica, ha il diritto di presentare ricorso. Per farlo, può avvalersi dell’assistenza di un patronato o di un avvocato, che lo supporteranno nel contestare l’esito e nel presentare ulteriore documentazione.
Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale dell’INPS.