Nel cuore infuocato della nostra galassia, dove si estendono gigantesche bolle di gas super-riscaldato chiamate bolle di Fermi, gli scienziati hanno trovato qualcosa che non dovrebbe esserci: nubi di gas freddo, dense e massicce, come se qualcuno avesse piazzato cubetti di ghiaccio in un vulcano.

La scoperta, pubblicata su Astrophysical Journal Letters, arriva da un team di ricercatori guidati da Rongmon Bordoloi della North Carolina State University. Utilizzando il radiotelescopio Green Bank della National Science Foundation, il team ha ottenuto dati ad alta risoluzione sulle misteriose bolle di Fermi: due enormi strutture di gas che si estendono per circa 50.000 anni luce sopra e sotto il centro della Via Lattea.
Le bolle di Fermi: esplosioni cosmiche recenti?
Scoperte solo nel 2010 grazie ai telescopi a raggi gamma, le bolle di Fermi sono da sempre avvolte nel mistero e si pensa siano il frutto di un evento cosmico estremamente violento, come una gigantesca eruzione galattica, ma nessuno sa con certezza cosa le abbia formate.
Fino a oggi si pensava che fossero vecchie di almeno 10 milioni di anni, ma le nuove rilevazioni raccontano tutta un’altra storia.

“Abbiamo trovato dense nubi di idrogeno neutro, fredde e compatte, incastonate all’interno delle bolle, a 12.000 anni luce dal centro galattico”, spiega Bordoloi. “Sono circa a 10.000 gradi Kelvin, cento volte più fredde del gas circostante.”
E questo è un problema per la teoria dominante.
Il paradosso delle nubi fredde
In un ambiente così caldo e turbolento (con temperature che raggiungono il milione di gradi) nubi fredde non dovrebbero esistere; i modelli al computer ci dicono che verrebbero distrutte in pochi milioni di anni. Ma se sono ancora lì, intatte, vuol dire che le bolle stesse devono essere molto più giovani: forse solo un milione di anni.
Un dettaglio non da poco: su scala cosmica, è il tempo che ci separa dai dinosauri. Praticamente ieri, per gli standard della Via Lattea.
Vento galattico invisibile? Ci pensano le nubi a rivelarlo
Un altro punto interessante: le nubi sembrano essere state trascinate in alto da un vento caldo e invisibile proveniente dal centro galattico, un po’ come il fumo che trasporta le foglie durante un incendio boschivo.

“Proprio come non vediamo il vento sulla Terra senza le nuvole, non possiamo vedere il vento galattico se non grazie a queste nubi fredde che emettono onde radio”, spiega Jay Lockman, coautore dello studio.
E grazie anche alle osservazioni ultraviolette del telescopio Hubble, che avevano già rilevato tracce di gas in fase di evaporazione, il quadro è ancora più chiaro: quelle nubi stanno letteralmente svanendo sotto i nostri occhi.
Una sfida ai modelli cosmici
Questa scoperta mette in crisi molte delle certezze che avevamo sul comportamento del gas interstellare e sull’evoluzione delle galassie e il fatto che nubi fredde possano sopravvivere in un ambiente così estremo spinge i ricercatori a rivedere i modelli su come materia ed energia circolano nel cosmo.
In pratica: ci siamo accorti che il “motore” della nostra galassia è partito molto più di recente di quanto pensassimo e ancora una volta, l’Universo ci ricorda che c’è sempre qualcosa che ci sfugge.