Blue Origin, la compagnia spaziale fondata da Jeff Bezos, è pronta a compiere un passo significativo nel campo dell’esplorazione spaziale con il suo razzo pesante New Glenn, e con soli 40 giorni rimanenti prima del primo lancio, previsto per il 13 ottobre 2024, l’azienda ha ancora molte sfide da affrontare e obiettivi da raggiungere, tra questi, uno dei più cruciali è il test di accensione del secondo stadio del razzo, che è stato recentemente trasportato alla piattaforma di lancio presso il Cape Canaveral Space Force Station’s Launch Complex 36.
Il razzo New Glenn rappresenta anni di sviluppo e innovazione per Blue Origin, costruito nella fabbrica dell’azienda a Merritt Island, il razzo è progettato per missioni di lunga durata e per il trasporto di carichi pesanti nello spazio.
Il primo volo del New Glenn, denominato NG-1, ha l’obiettivo di inviare due satelliti costruiti da RocketLab in una missione per la NASA chiamata ESCAPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers), satelliti che studieranno i campi magnetici e il plasma di Marte durante un viaggio di 11 mesi verso il Pianeta Rosso.
Il razzo New Glenn rappresenta un notevole salto tecnologico per Blue Origin, basti pensare che il suo sviluppo ha richiesto anni di ricerca e innovazione, culminando in un veicolo spaziale che promette di rivoluzionare il settore dei lanci pesanti. Il razzo di Blue Origin è stato progettato per essere riutilizzabile, con il primo stadio capace di effettuare almeno 25 voli.
Questo approccio non solo riduce i costi, ma anche l’impatto ambientale, rendendo i lanci spaziali più sostenibili.
Il New Glenn è alimentato da sette motori BE-4, che utilizzano ossigeno liquido e gas naturale liquefatto come propellenti, motori che sono tra i più potenti mai costruiti, con una spinta combinata di quasi 3,9 milioni di libbre (1.769 miliardi di KG) al decollo.
Il secondo stadio del razzo, invece, è alimentato da due motori BE-3U, che sono ottimizzati per le prestazioni nello spazio e possono essere riavviati più volte, offrendo una grande flessibilità per le missioni, e sarà anche responsabile del dispiegamento dei satelliti ESCAPADE.
Questo test di accensione è un passo fondamentale per garantire che tutto funzioni correttamente durante il lancio, con la stessa Blue Origin che ha già dimostrato la sua capacità di recuperare e riutilizzare i razzi con il suo più piccolo New Shepard, che ha effettuato voli suborbitali con successo.
Detto ciò, il New Glenn di Blue Origin è un progetto molto più ambizioso, con un primo stadio che misura 188 piedi di altezza e che sarà recuperato su una nave di recupero nell’Atlantico, simile al sistema utilizzato da SpaceX.
La nave di recupero, recentemente arrivata a Port Canaveral, è stata battezzata “Jacklyn” in onore della madre di Jeff Bezos, e questo primo stadio del New Glenn è alimentato da sette motori BE-4, gli stessi utilizzati nei nuovi razzi Vulcan della United Launch Alliance, facendo si che il New Glenn sia più del doppio potente rispetto al Falcon 9 di SpaceX.
In sintesi, il lancio del New Glenn rappresenta un momento cruciale per Blue Origin, segnando il culmine di anni di lavoro e innovazione, e con il test di accensione del secondo stadio imminente, l’azienda si prepara a dimostrare la sua capacità di competere nel mercato dei lanci spaziali pesanti e di contribuire significativamente all’esplorazione spaziale.
Storia del New Glenn
Il primo volo del New Glenn, denominato NG-1, ha un obiettivo ambizioso: inviare due satelliti costruiti da RocketLab in una missione per la NASA chiamata ESCAPADE. Questi satelliti studieranno i campi magnetici e il plasma di Marte, contribuendo a una migliore comprensione del Pianeta Rosso e delle sue interazioni con il vento solare, con la missione ESCAPADE che è solo una delle tante che Blue Origin prevede di supportare con il New Glenn, che è stato progettato per trasportare una vasta gamma di carichi utili, dai satelliti commerciali alle missioni scientifiche.
Con soli 40 giorni rimanenti prima del lancio, Blue Origin è in una corsa contro il tempo per completare tutti i preparativi necessari,
Oltre ai test dei motori, Blue Origin deve completare una serie di altre attività, tra cui l’integrazione dei motori, l’arrivo della nave di recupero “Jacklyn” e la preparazione delle infrastrutture di lancio, con ogni passo che è cruciale per assicurare il successo del lancio e dimostrare la capacità del New Glenn di competere nel mercato dei lanci spaziali pesanti.
Implicazioni per il futuro
Il successo del lancio del New Glenn potrebbe avere profonde implicazioni per il futuro dell’esplorazione spaziale, infatti con la sua capacità di trasportare carichi pesanti e la sua riutilizzabilità, il razzo potrebbe ridurre significativamente i costi dei lanci spaziali, rendendo l’accesso allo spazio più accessibile per una vasta gamma di clienti, dalle agenzie governative alle aziende private.
In conclusione, il New Glenn potrebbe svolgere un ruolo chiave nelle future missioni di esplorazione umana, con il razzo che è stato progettato con la sicurezza e la ridondanza necessarie per trasportare esseri umani, aprendo la strada a missioni più ambiziose, come il ritorno sulla Luna e, eventualmente, l’esplorazione di Marte.
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