Sebbene questo fatto sia diventato virale solo di recente sui social, Billie Eilish ha dichiarato di non sapere usare una tastiera, sì proprio la tastiera del personal computer, secondo quanto riportato dalla rivista Rolling Stones, ancora ad aprile 2024.
Ma perché questo fatto di Billie Eilish ha creato scompiglio sui social in tempi recenti? Sul perché faccia notizia proprio in questo periodo non mi è dato saperlo, ma non è tanto la tempistica a destare stupore, quanto il fatto che una giovane nata nel 2001 sia completamente incapace di usare una tastiera, a dispetto di quanto l’immaginario collettivo ritenga i giovani nati dopo l’anno dei “geni del computer”.
Ti anticipo solo una cosa: in realtà ad aver un computer in casa sono pochissimi ad averlo tra i nati dopo il 2000!
Perché il fatto che Billie Eilish non sia un grado di usare la tastiera fa così tanto scalpore
L’immaginario collettivo funziona con una serie di luoghi comuni sui nati dopo il 2000 che spesso è stereotipato e completamente infondato, come appena accennato:
- “i giovani d’oggi sono cresciuti con il computer“, cosa spesso falsa, molti non l’hanno nemmeno mai visto in casa, e in caso l’abbiano, lo usano davvero poco;
- “i giovini d’oggi sono dei geni della tecnologia“, anche questa affermazione andrebbe valutata
Qual è l’errore logico che si fa con queste affermazioni? L’errore sta nel confondere la dimestichezza con competenza.
Per dirla in poche parole, il fatto che io sappia come scaricare gli APK su Android o il semplice scaricare un’applicazione gratuita per navigare sul Web con VPN è questione di dimestichezza col sistema operativo, la competenza inizia quando si entra nelle impostazioni del telefono, ad esempio, ma si capisce quel che si fa, come ad esempio attivare la modalità sviluppatore per delle funzioni particolari.
Billie Eilish, come molte altre persone della sua generazione, ha avuto un’esperienza tecnologica prevalentemente legata a dispositivi touch (smartphone, tablet), che non richiedono l’uso della tastiera tradizionale, pertanto questi dispositivi sono progettati per essere intuitivi e accessibili, e l’uso di una tastiera fisica non è mai stato necessario per le attività quotidiane.
I fraintendimenti generazionali e la falsa percezione che i giovani siano “geni tecnologici”
Per gli aborigeni di alcune zone geografiche, gli aerei diventano reliquie di divinità da adorare, ed è un culto chiamato culto del cargo, perché queste macchine volanti e non (aerei, navi di metallo, etc) sembrano cose aliene quando vengono solo da un’altra zona geografica; parallelamente un genitore che sa a malapena registrarsi su un sito, il solo vedere che un giovane usa un browser che toglie la pubblicità (come ad esempio Brave) al posto del classico Google Chrome può risultare qualcosa di fuori dal mondo tanto da far dire al genitore “aaah, mio figlio è un hacker“.
L’abilità di un giovane nell’usare strumenti digitali come un browser con un ad-blocker o nel navigare con destrezza online può sembrare agli occhi di chi non ha una familiarità altrettanto approfondita con la tecnologia qualcosa di straordinario, quasi incomprensibile; la percezione generazionale della tecnologia crea davvero questo divario: mentre i giovani vedono come “normale” l’uso di strumenti digitali e di software che per gli adulti possono sembrare complessi o fuori dalla loro esperienza quotidiana, gli adulti potrebbero considerarlo come qualcosa di alieno o avanzato.
Il fatto che alcuni genitori o adulti trovino “strano” o “incredibile” che un giovane sappia come bloccare la pubblicità su un browser o come utilizzare un’app per fare cose che loro non sanno fare, dimostra proprio questa frattura e l’abilità tecnologica che per i più giovani è ormai acquisita può sembrare, agli occhi degli adulti, una sorta di “superpotere”.
Questo crea l’idea che i giovani siano automaticamente esperti di tecnologia, anche quando in realtà spesso si tratta di competenze molto specifiche e non di una comprensione generale o approfondita del funzionamento dei dispositivi ed è probabilmente questo che ha creato stupore sul discorso Billie Eilish.
In un certo senso, è come se i giovani fossero in grado di maneggiare “strumenti magici” (come internet, ad-blockers, app avanzate) che per gli adulti sono sconosciuti o complicati. In realtà, i giovani semplicemente sono più esposti a questi strumenti perché sono cresciuti con essi, ma non per questo sono automaticamente più competenti in ogni ambito tecnologico.
Come nel culto del cargo, a volte si tratta solo di una questione di esperienza e di contesto culturale: i giovani crescono in un mondo che gira intorno alla tecnologia, e questo li rende più a loro agio con l’uso pratico, ma non necessariamente più competenti in termini di alfabetizzazione digitale profonda.
Anche se c’è da dire che da parte degli “adulti” spesso c’è poca voglia, più che mancanza di competenze specifiche dato che a loro non interessa capire (dichiaratamente), ma su internet ci vogliono stare, non vogliono sapere come funziona, ma ne abusano e ci vogliono stare; questo però meriterebbe un approfondimento su un’altra sede.
Billie Eilish e i nati dopo il 2000 che rapporto hanno mediamente di preciso con il personal computer?
Se sei un tecnico informatico o anche solo una persona che non vuole complicarsi la vita a scrivere documenti con il touch (cosa che invece molti fanno, credendo di fare una furbata, ma si complicano non poco la vita), avrai sentito più volte questa frase, o comunque frasi simili: “a cosa serve il computer, tanto basta il telefono“.
Ovviamente che siano coetanei di Billie Eilish o persone che hanno 30-40 anni o hanno superato i 60 poi li vedi perdere mezza giornata per farsi un Curriculum Vitae, poiché scrivere su un touch documenti lunghi è scomodissimo, volersi vedere addirittura film interi da due ore solo da telefono (poveri occhi!) quando l’uso di un laptop sarebbe dannatamente più comodo e si potrebbe andare avanti all’infinito.
Curiosamente poi i coetanei di Billie Eilish si ritrovano male perché viene chiesto loro di scrivere un documento e non sanno usare Word, viene chiesto loro di fare un foglio elettronico e spesso hanno toccato Excel a malapena per il contesto scolastico e nella quasi totalità dei casi non conoscono nemmeno le alternative gratuite e open source come LibreOffice o OnlyOffice.
Conclusione: in giro ci sono molti più “Billie Eilish” di quanto tu possa credere
Se pensi che il caso BIllie Eilish che non sa usare la tastiera del PC sia un caso isolato tra i giovani: ti stai sbagliando di grosso.
Già Paolo Attivissimo nel 2013 mise in dubbio il concetto di “Nativi Digitali” sostenendo che già all’epoca non c’era tutta questa decantata competenza come di norma si pensi, poi per carità, ci sarà anche quello che non è la Billie Eilish di turno, ma al contrario di quanto si possa pensare non è l’eccezione, è la regola!
La mia esperienza personale conferma questo: in alcuni contesti gente di appena 20 anni era completamente persa perché non sapeva assolutamente dove fossero le lettere della tastiera e non aveva la più pallida idea di come muoversi su un sistema operativo Windows.
Ma del resto, c’è una dubbio che bisogna porsi: se i genitori non hanno le competenze per insegnare informatica nel modo corretto ai figli, non si può sperare che imparino da soli l’alfabetizzazione digitale in modo corretto.