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Batterie morte? Un team cinese le ha resuscitate con un “elisir” creato dall’AI

Un team cinese ha rigenerato batterie agli ioni di litio esauste con un trattamento sviluppato dall’AI. Una svolta per l’elettrico e l’ambiente.

Massimo 1 giorno fa Commenta! 5
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Le batterie agli ioni di litio stanno diventando il nuovo problema ambientale del futuro. E paradossalmente, è il futuro stesso – quello fatto di auto elettriche – a produrle in massa, per poi abbandonarle quando non servono più.

Contenuti di questo articolo
Montagne di batterie esauste: il problema nascosto della mobilità elettricaL’intelligenza artificiale ha trovato l’ingrediente segretoQualcosa di più di un semplice upgradeDalla Cina al mondo: sarà davvero scalabile?Una seconda vita per le batterie (e per l’ambiente)

Ma c’è una svolta all’orizzonte. E arriva dalla Cina, dove un team di ricercatori ha trovato un modo per riportare in vita batterie considerate morte. Il trucco? Una specie di “pozione magica” progettata… dall’intelligenza artificiale.

Sì, hai capito bene. Niente incantesimi, ma un’iniezione sviluppata al microscopio, ottimizzata da algoritmi, che può dare una seconda chance alle celle esauste. E se funziona su larga scala, potrebbe cambiare completamente le regole del gioco.

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Montagne di batterie esauste: il problema nascosto della mobilità elettrica

Il green non è mai totalmente green, e il caso delle auto elettriche lo dimostra.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, entro il 2040 arriveremo a 20,5 milioni di tonnellate di batterie esauste da smaltire. Solo nel 2025 ne produrremo circa 900.000 tonnellate.

E indovina chi guida la classifica? La Cina, naturalmente: 2,8 milioni di tonnellate di batterie esauste ogni anno, pronte a diventare rifiuti difficili da trattare.

Se il litio è il nuovo oro, allora le batterie morte sono le miniere esauste che ci lasceranno addosso più di un problema ambientale, economico e logistico. Riciclarle è costoso, smaltirle è rischioso, e produrne di nuove ha un impatto ambientale tutt’altro che trascurabile.

L’intelligenza artificiale ha trovato l’ingrediente segreto

Pfas

Ed è qui che entra in scena la vera novità: un trattamento rigenerativo per batterie agli ioni di litio esauste, messo a punto da un team cinese e pubblicato su Nature.

L’idea è questa: quando una batteria si esaurisce, non è perché tutta la struttura è andata. In molti casi, è solo una parte dell’anodo o del catodo ad aver perso efficienza.
La soluzione? Reiniettare nel sistema un “cocktail molecolare” in grado di ricostruire la struttura interna delle celle danneggiate.

Questa miscela non è stata creata a caso. A selezionare i composti più promettenti è stata proprio l’AI, analizzando miliardi di combinazioni chimiche, ottimizzando proporzioni e prevedendo la resa.

Risultato? Batterie vecchie che recuperano fino al 80% della loro capacità originale, con un ciclo rigenerativo veloce, efficiente e a basso costo. Un boost niente male per un settore che oggi si affida quasi esclusivamente al riciclo tradizionale (e inquinante).

Qualcosa di più di un semplice upgrade

Cover grip controller kiwi design batterie

Secondo Jiangong Zhu, esperto di batterie all’Università Tongji di Shanghai, questa tecnologia potrebbe rivoluzionare l’intera catena di vita delle batterie EV.
Perché non si tratta solo di allungarne la durata, ma di ridurre la domanda di materie prime (litio, cobalto, nichel), abbattere costi e contenere l’impatto ambientale dell’industria elettrica.

Immagina se ogni batteria potesse essere “resettata” più volte.
Meno estrazioni. Meno smaltimenti. Meno rifiuti tossici. E soprattutto, meno bisogno di costruire nuove batterie da zero, con tutto ciò che comporta in termini di consumo energetico.

Dalla Cina al mondo: sarà davvero scalabile?

Come sempre, la domanda è: ok, funziona in laboratorio… ma nel mondo reale?

Per ora, i test sono ancora limitati. Ma il fatto che la scoperta sia già stata validata da un team indipendente e pubblicata su Nature è un segnale importante. Vuol dire che i risultati sono replicabili e scientificamente solidi.

Ora resta da vedere se questa “cura miracolosa” potrà essere integrata nei centri di rigenerazione batterie, magari come servizio post-vendita per i produttori di auto elettriche.
Tesla, BYD, Volkswagen… state prendendo appunti?

Una seconda vita per le batterie (e per l’ambiente)

Siamo solo all’inizio, ma questa scoperta apre scenari interessanti:

  • Batterie EV che durano decenni invece che anni
  • Modelli di economia circolare basati su rigenerazione, non solo riciclo
  • Una produzione più etica, meno dipendente dall’estrazione mineraria intensiva

E tutto parte da un mix chimico creato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.
Un piccolo passo per la batteria, un salto gigante per il futuro dell’energia sostenibile.

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