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Batteri modificati per mangiare la plastica: una scoperta che potrebbe rivoluzionare il futuro

Scoperti batteri geneticamente modificati in grado di degradare la plastica PET. Una svolta nella lotta all'inquinamento globale

Massimo 9 mesi fa Commenta! 3
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Un recente studio pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology ha rivelato un potenziale rivoluzionario nella lotta all’inquinamento da plastica: i batteri Comamonas testosteroni, geneticamente modificati, sono in grado di degradare e “mangiare” le comuni plastiche PET. Questa scoperta segna un passo importante nella ricerca di soluzioni sostenibili per combattere l’inquinamento da plastica a livello globale.

Contenuti di questo articolo
Come funzionano questi batteri?La plastica PET: un nemico globale

Come funzionano questi batteri?

Il team di ricercatori ha isolato un campione di C. testosteroni, facendolo crescere su frammenti di plastica PET, la stessa utilizzata per la produzione di bottiglie d’acqua. Attraverso tecniche avanzate di imaging microscopico, hanno osservato il batterio mentre degrada il PET in particelle microscopiche. Successivamente, il batterio utilizza un enzima specifico per abbattere ulteriormente le particelle in monomeri, che diventano una fonte di carbonio bio-disponibile per il batterio stesso.

Batteri modificati 
 | clamidia

Per confermare questo processo, gli scienziati hanno modificato geneticamente il batterio per impedirgli di produrre l’enzima. Senza di esso, la capacità del batterio di degradare la plastica è drasticamente diminuita. Ludmilla Aristilde, autrice principale dello studio, ha spiegato: “È straordinario come questo batterio sia in grado di eseguire l’intero processo, e abbiamo identificato l’enzima chiave responsabile della degradazione della plastica”.

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La plastica PET: un nemico globale

Le plastiche PET rappresentano circa il 12% dei rifiuti solidi globali e fino al 50% delle microplastiche presenti nelle acque reflue. Tuttavia, il batterio C. testosteroni sembra essere particolarmente adatto a sopravvivere in questi ambienti inquinati, il che apre alla possibilità di utilizzarlo per ripulire le acque reflue prima che vengano scaricate nell’oceano.

Batteri modificati | batteri kamikaze

Nonostante la scoperta sia promettente, è solo l’inizio. Come sottolinea Timothy Hollein, professore di biologia alla Loyola University di Chicago, “Ci sono molti tipi diversi di plastica e altrettante soluzioni potenziali per ridurre i danni ambientali causati dalla plastica”. Questo significa che dovremo esplorare altre vie e comprendere meglio come personalizzare i batteri per diverse applicazioni

La scoperta e in grado di degradare la plastica rappresenta una speranza nella lotta all’inquinamento, ma siamo solo all’inizio di un lungo percorso. Raccontaci cosa pensi di queste nuove soluzioni e continua a seguirci per aggiornamenti sui progressi della scienza ambientale. Condividi questo articolo e seguici su Instagram!

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