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NotiziaSalute

Bambini e disinformazione online: il lato oscuro dell’AI che (forse) stai sottovalutando

I bambini incontrano sempre più disinformazione online generata da AI e deepfake. Ecco come aiutarli a riconoscere bufale e fonti poco affidabili. I bambini incontrano sempre più disinformazione online generata da AI e deepfake. Ecco come aiutarli a riconoscere bufale e fonti poco affidabili.

Massimo 1 giorno fa Commenta! 5
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Tra video educativi che insegnano che gli alieni vivono su Nettuno e chatbot che parlano come se avessero la verità in tasca, c’è un problema gigantesco che stiamo ignorando: i bambini sono già sommersi dalla disinformazione online. E no, non serve che passino dieci ore su TikTok: anche pochi minuti al giorno bastano per finire nella tana del bianconiglio.

Contenuti di questo articolo
Il problema? È ovunque. E parla come noiI bambini? Ne sanno più di noi. Ma sono soliCome aiutarli a distinguere verità e bufale?1. Sfrutta la loro curiosità naturale2. Dai il buon esempio3. Guarda con loro (e commenta)4. Insegna a rallentare5. Mostra che anche gli adulti sbaglianoCrescere nella giungla digitale

Il problema? È ovunque. E parla come noi

Avversità infantili: un'impronta indelebile sul cervello e il comportamento
Avversità infantili: un’impronta indelebile sul cervello e il comportamento

Oggi l’intelligenza artificiale genera contenuti falsi a raffica, spesso mascherati da tutorial, spiegoni o documentari improvvisati su YouTube. Il tutto con toni amichevoli, animazioni colorate e voci digitali che sembrano umane. Il risultato? Un cocktail perfetto per confondere i più piccoli, soprattutto se hanno meno di 13 anni e nessuno accanto a spiegare cosa è vero e cosa no.

Ma non finisce qui: anche gli assistenti virtuali come ChatGPT, Gemini e Copilot sbagliano. E spesso lo fanno con una sicurezza tale da sembrare infallibili. E se un adulto ci casca, immagina un bambino curioso e senza strumenti critici…

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I bambini? Ne sanno più di noi. Ma sono soli

Molti genitori sottovalutano la situazione. Pensano che il figlio stia solo “guardando cartoni”, ma in realtà passa il tempo a interagire con sistemi intelligenti, cercando risposte a domande che magari non ha il coraggio di fare agli adulti. Google Gemini, ad esempio, ha appena aperto le porte agli under 13 tramite Family Link. E questo rende la questione ancora più urgente.

Come aiutarli a distinguere verità e bufale?

Sport

Non servono corsi avanzati o software da hacker. Serve essere presenti e usare un po’ di buon senso digitale. Ecco come:

1. Sfrutta la loro curiosità naturale

I bambini fanno mille domande? Bene, è l’occasione perfetta per allenare il pensiero critico. Non limitarti a dare la risposta. Fai domande del tipo: “Cosa ti fa pensare che sia vero?” oppure “Come potremmo verificarlo insieme?”. A tre o quattro anni i bambini iniziano già a capire chi è attendibile. Coltiva questa abilità.

2. Dai il buon esempio

Hai trovato una risposta sospetta su Google o un riassunto AI strano? Commentalo ad alta voce: “Mmm, questa cosa non mi convince, cerchiamo un’altra fonte”. Questo educa indirettamente tuo figlio a non fidarsi alla cieca, e a cercare conferme prima di accettare una notizia.

3. Guarda con loro (e commenta)

Non lasciarli soli davanti allo schermo. Anche solo 5 minuti di co-viewing possono fare la differenza. Analizza insieme un contenuto pubblicitario e spiega cos’è una sponsorizzazione, perché esistono gli influencer, e cosa distingue un consiglio sincero da una pubblicità camuffata.

4. Insegna a rallentare

Il cervello critico ha bisogno di tempo. Ma i social, si sa, ci spingono a scorrere, scorrere e ancora scorrere. Insegna ai tuoi figli che quando qualcosa li fa arrabbiare o emozionare troppo… forse è il caso di fermarsi. Spiega che le emozioni forti sono spesso un campanello d’allarme, non una conferma.

5. Mostra che anche gli adulti sbagliano

Sbagliare fonte, cadere in una fake news, confondersi: succede anche a noi. Mostrare ai bambini che anche i grandi imparano ogni giorno li aiuta a sviluppare umiltà cognitiva e a non aver paura di fare domande o cambiare idea.

Crescere nella giungla digitale

Il mondo online non diventerà più sicuro a breve. L’AI continuerà a produrre contenuti discutibili e le piattaforme non riusciranno a filtrare tutto. Ma possiamo rendere i nostri figli utenti più consapevoli, capaci di navigare tra verità, menzogne e mezze verità senza perdersi.

In fondo, imparare a usare Internet è come imparare a nuotare. Serve una guida, serve tempo, ma una volta che hai imparato a stare a galla, anche le onde più alte fanno meno paura.

Call to action:
Per altri approfondimenti su AI, tech e genitorialità digitale, seguici su Instagram: @icrewplay_t

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