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Il giorno in cui l’ossigeno cambiò il mondo: cosa ci raccontano le rocce sudafricane su come siamo arrivati fin qui

Come l’ossigeno ha trasformato un pianeta ostile in una casa per la vita complessa: nuove scoperte dalle profondità del Sudafrica.

Andrea Tasinato 2 giorni fa Commenta! 5
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Cosa succederebbe se potessimo tornare indietro di oltre 2 miliardi di anni? Troveremmo un pianeta molto diverso da quello che conosciamo oggi; un mondo senza ossigeno nell’atmosfera, dove la vita era dominata da microbi che non avevano bisogno di respirare come facciamo noi.

Contenuti di questo articolo
Un viaggio nel tempo sotto il SudafricaMicrobi, ossigeno e l’inizio di tuttoLe rocce come macchine del tempoIn brevePerché è importante?

Nessun animale, nessuna pianta, niente aria da inspirare, ma solo batteri anaerobici che si affidavano alla fermentazione per sopravvivere.

Il giorno in cui l’ossigeno cambiò il mondo: cosa ci raccontano le rocce sudafricane su come siamo arrivati fin qui
Esplorando antichi registri rocciosi, gli scienziati hanno scoperto nuovi indizi che precisano la cronologia dell’ossigenazione della terra, gettando nuova luce su uno dei capitoli più trasformativi nella storia evolutiva del nostro pianeta.

Eppure, qualcosa è accaduto, un evento così potente da cambiare per sempre il volto della Terra: il Grande Evento Ossidativo, o GOE (Great Oxidation Event). È grazie a quel cambiamento se oggi possiamo respirare, muoverci, pensare. In pratica, è lì che inizia davvero la storia della vita come la conosciamo.

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Un viaggio nel tempo sotto il Sudafrica

Un team di scienziati delle università di Syracuse e del MIT ha deciso di scavare (letteralmente) nel passato, analizzando carote di roccia antica raccolte in Sudafrica e quelle rocce risalgono a un’epoca compresa tra 2,2 e 2,5 miliardi di anni fa, proprio durante la fase in cui l’ossigeno iniziava a diffondersi negli oceani e nell’atmosfera.

Ma come si misura qualcosa di così lontano nel tempo? La chiave è negli isotopi dell’azoto: molecole che raccontano la storia chimica degli oceani; utilizzando strumenti avanzatissimi, il team ha scoperto che il ciclo dell’azoto (e quindi la presenza di ossigeno disciolto) era già attivo 100 milioni di anni prima di quanto si pensasse.

Una scoperta che riscrive la cronologia di uno dei momenti più cruciali dell’evoluzione terrestre.

Microbi, ossigeno e l’inizio di tutto

Quando l’ossigeno iniziò ad accumularsi nell’atmosfera, molti organismi anaerobici morirono. Ma questo “cataclisma invisibile” fu anche una rinascita: comparve la respirazione aerobica, cioè quel processo che oggi ci permette di usare il glucosio per ottenere energia.

In parole povere : senza quell’antico cambiamento, nessun essere umano, animale o pianta potrebbe esistere.

Lo studio mostra che l’evoluzione non è avvenuta in un colpo solo, ma è stata un lungo percorso di adattamento e i microbi dovevano imparare a gestire un nuovo elemento: l’ossigeno, che all’inizio era un rifiuto tossico della fotosintesi.

Le rocce come macchine del tempo

A fare la differenza è stato anche il lavoro nel laboratorio del professor Christopher Junium a Syracuse, dove si utilizzano strumenti capaci di leggere tracce di azoto in quantità mille volte più basse di quelle normalmente misurabili: una tecnologia che oggi permette di ricostruire il puzzle della vita di miliardi di anni fa.

Il giorno in cui l’ossigeno cambiò il mondo: cosa ci raccontano le rocce sudafricane su come siamo arrivati fin qui
Rocce sedimentarie provenienti dal sud africa che il team ha campionato per questo studio

Secondo il ricercatore Benjamin Uveges, questi risultati sono fondamentali per capire non solo come siamo arrivati fin qui, ma anche dove potremmo andare in futuro, specialmente in un’epoca segnata dai cambiamenti climatici.

In breve

Riassumendo il tutto perché non è una cosa immediata da comprendere:

  • Prima del GOE, la Terra era priva di ossigeno e abitata solo da microbi anaerobici.
  • Il GOE ha permesso la formazione dell’atmosfera ossigenata che oggi rende possibile la vita complessa.
  • Le nuove analisi mostrano che gli oceani erano ossigenati molto prima di quanto pensassimo.
  • Capire questo evento aiuta a comprendere l’evoluzione della vita — inclusi noi umani.
Il giorno in cui l’ossigeno cambiò il mondo: cosa ci raccontano le rocce sudafricane su come siamo arrivati fin qui
Un componente essenziale dello spettrometro di massa a rapporto isotopico è il modulo di criointrappolamento e focalizzazione capillare e questa apparecchiatura, che ha svolto un ruolo fondamentale nel consentire le analisi degli isotopi di azoto, è ospitata nel laboratorio junium presso la syracuse university.

Perché è importante?

Studiare il passato è un modo per capire il futuro e oggi affrontiamo sfide ambientali che, seppur diverse, coinvolgono gli stessi meccanismi fondamentali: come la vita si adatta ai cambiamenti del pianeta; e se vogliamo sopravvivere a quelli futuri, dobbiamo capire bene quelli del passato.

 PNASSyracuse University
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