Oggi, 15 ottobre, è un giorno davvero significativo per ricordare Asaph Hall: perché proprio il 15 ottobre 1829 nacque l’uomo che avrebbe aperto una finestra verso due piccole lune di Marte — e dunque verso una porzione nuova e affascinante del cielo.
Asaph Hall III nacque a Goshen, Connecticut (U.S.A.), il 15 ottobre 1829 e suo padre, Asaph Hall II, era un orologiaio — un mestiere che implica precisione, ingegno meccanico e familiarità con l’“ora” delle cose, il che è poeticamente appropriato se pensiamo che hall sarebbe diventato un calcolatore di orbite e tempo astronomico.

Quando aveva tredici anni, suo padre morì, lasciando la famiglia in una posizione difficile e ciò costrinse Asaph Hall a lasciare la scuola a sedici anni per diventare apprendista falegname –o carpentiere–. Questo inizio non è da leggere come un “leggenda romantica” in sé — ma come dimostrazione che la passione per la scienza può emergere anche fuori da percorsi accademici lineari.
Asaph Hall frequentò in seguito il New-York Central College a McGrawville, New York, studiando matematica, e lì conobbe Angeline Stickney, la sua insegnante di geometria e tedesco, che sarebbe poi diventata sua moglie.
La carriera astronomica di Asaph Hall
Nel 1856 Hall entrò nell’orbita del mondo astronomico, per l’appunto assunse un incarico all’Harvard College Observatory a Cambridge, Massachusetts, dove iniziò ad affermarsi come esperto nel calcolo delle oorbite, poi nel 1862, fu nominato assistente astronomo presso il United States Naval Observatory (US NO) a Washington, D.C. – ed entro un anno divenne professore.
Hall non fu solo “un puntatore di telescopi”, ma un calcolatore di orbite, doppie stelle, osservatore di satelliti, egli determinò, ad esempio, orbite di satelliti di altri pianeti, la rotazione di Saturno, e la massa di Marte, una poliedricità rilevante in quanto la scienza non è un’unica linea, ma uno spettro di attività – osservazione, calcolo preciso, interpretazione –, ed Hall rappresenta bene questo spettro.
La ragione per cui Asaph Hall è ricordato con particolare entusiasmo è che nel 1877 egli scoprì le due lune di Marte: Phobos e Deimos, ma come andarono esattamente le cose? Nel corso dell’opposizione di Marte (quando Marte era relativamente “vicino” alla Terra), Asaph Hall aveva a disposizione allo US NO un telescopio rifrattore da 26 pollici (66 cm) — all’epoca il più grande esistente al mondo.

Spinto anche dall’incoraggiamento della moglie Angeline, che gli suggerì di non abbandonare la ricerca di eventuali lune marziane, Asaph Hall dedicò osservazioni sistematiche a Marte e proprio in quei giorni piuttosto favorevoli (anche per la tecnica dell’epoca), riuscì a individuare Deimos il 12 agosto 1877 e poi Phobos il 18 agosto 1877.
Vale la pena notare il contesto, infatti l’idea che Marte potesse avere lune non era solo frutto di fantasia, ma vi era una tradizione di speculazione astronomica – dato che la Terra ha un satellite, Giove ne ha quattro (conosciuti), si pensava che Marte “in mezzo” tra la Terra e Giove potesse avere due lune.
Asaph Hall la trasformò in osservazione concreta. La scoperta delle due lune fu un traguardo importante e permise non solo di aggiungere “oggetti” al sistema solare, ma di studiarne le orbite, la dinamica, la relazione con il pianeta madre, con lo stesso Asaph Hall che calcolò le orbite e da queste derivò – in parte – anche la massa di Marte.
Ma perché tutto questo è significativo? Per vari motivi:
- ci mostra come l’astronomia del XIX secolo stesse spingendo verso limiti sempre maggiori: non solo pianeti, ma satelliti, fine osservazione dinamica;
- ci fa vedere che l’osservazione macroscopica e il calcolo matematico vanno insieme: Hall era tanto “osservatore” quanto “analista”;
- ci ricorda che la scoperta non è mai “solitaria”: c’erano strumenti, condizioni, supporto (anche da parte della moglie Angeline). La scienza è comunità e contesto;
- per la memoria: oggi, 15 ottobre, segnare la sua nascita è un buon modo per riflettere su come guardiamo il cielo — e su come il cielo ha continuato a sorprenderci.
Qualche riflessione sulla sua eredità

Nel corso della sua carriera, Hall fu riconosciuto con vari premi e onorificenze, per esempio: venne eletto membro della American Philosophical Society nel 1878, vinse il Premio Lalande dell’Accademia francese delle scienze nel 1878; ottenne la Medaglia d’Oro della Royal Astronomical Society nel 1879; fu nominato Cavaliere della Legione d’Onore (Francia) nel 1896.
Ci sono anche onori “nella memoria”: un cratere sulla Luna e un cratere sul satellite di Marte Phobos portano il suo nome, ma quello che davvero mi colpisce è che il suo modello – di scienziato, di osservatore, di uomo – ci parla ancora oggi: dedizione, precisione, curiosità, perseveranza.
Ecco perché oggi è un buon giorno per ricordarlo: non solo come “scopritore di lune”, ma come simbolo.
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