L‘artrite reumatoide è una condizione a lungo termine che provoca dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni. La condizione di solito colpisce mani, piedi e polsi. Ci possono essere periodi in cui i sintomi peggiorano, noti come riacutizzazioni o riacutizzazioni.
Artrite reumatoide: cause e terapie
Con lo sviluppo dell’artrite reumatoide, l sistema immunitario invia erroneamente anticorpi al rivestimento delle articolazioni, dove attaccano il tessuto che circonda l’articolazione. Questo fa sì che il sottile strato di cellule (sinovia) che ricopre le articolazioni diventi dolorante e infiammato, rilasciando sostanze chimiche che danneggiano le vicinanze:
– Ossa
– cartilagine
– il tessuto connettivo elastico tra le ossa
tendini: il tessuto che collega l’osso al muscolo
legamenti: il tessuto che collega l’osso e la cartilagine
Se l’artrite reumatoide non viene trattata, queste sostanze chimiche causano gradualmente la perdita di forma e allineamento dell’articolazione. Alla fine, può distruggere completamente l’articolazione. Sono state suggerite varie teorie sul motivo per cui il sistema immunitario attacca le articolazioni, come ad esempio un’infezione come fattore scatenante, ma nessuna di queste teorie è stata dimostrata.
Ci sono diverse cose che possono aumentare il rischio di sviluppare l’artrite reumatoide, tra cui:
i geni – ci sono alcune prove che l’artrite reumatoide può essere trasmessa in famiglia, anche se si ritiene che il rischio di ereditarla sia basso poiché si ritiene che i geni svolgano solo un piccolo ruolo nella condizione
ormoni – l’artrite reumatoide è più comune nelle donne rispetto agli uomini, il che potrebbe essere dovuto agli effetti dell’ormone estrogeno, sebbene questo legame non sia stato dimostrato
fumo – alcune prove suggeriscono che le persone che fumano hanno un rischio maggiore di sviluppare l’artrite reumatoide
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune. Ciò significa che il sistema immunitario (che di solito combatte le infezioni) attacca per errore le cellule che rivestono le tue articolazioni, rendendo le articolazioni gonfie, rigide e dolorose. Nel tempo, questo può danneggiare le articolazioni, la cartilagine e le ossa vicine.Non è chiaro cosa scateni questo problema con il sistema immunitario, anche se un soggetto è a maggior rischio quando:
È una donna
Ha una storia familiare con artrite reumatoide
Il soggetto è fumatore.
Non esiste una cura per l’artrite reumatoide. Tuttavia, la diagnosi precoce e il trattamento appropriato consentono a molte persone con questa condizione di avere periodi di mesi o addirittura anni tra le riacutizzazioni. Questo può aiutarli a condurre una vita piena e continuare a lavorare regolarmente. Le principali opzioni di trattamento includono:
trattamenti di supporto, come fisioterapia e terapia occupazionale, per aiutarti a mantenerti mobile e gestire eventuali problemi che hai con le attività quotidiane
intervento chirurgico per correggere eventuali problemi articolari che si sviluppano
A seconda di quanto dolore, rigidità o danno articolare hai, le attività quotidiane possono diventare difficili o richiedere più tempo. Potrebbe essere necessario adattare il modo in cui svolgi le attività quotidiane. A seconda di quanto dolore e rigidità senta il paziente e di quanti danni articolari egli abbia, le semplici attività quotidiane possono diventare difficili o richiedere più tempo. Potrebbe essere necessario adattare il modo in cui vengono svolte le attività quotidiane o apportare modifiche allo stile di vita per aiutare il paziente a gestire la sua condizione.
È importante assumere la terapia prescritta secondo le istruzioni, anche se il paziente inizia a sentirsi meglio, poiché la medicina può aiutare a prevenire le riacutizzazioni e ridurre il rischio di ulteriori problemi, come danni alle articolazioni. In caso di domande o dubbi sul medicinale che si sta assumendo o sugli effetti collaterali, è fondamentale parlare con il proprio team sanitario.
Poiché l’artrite reumatoide è una condizione a lungo termine, il paziente starà regolarmente in contatto con il suo team sanitario in modo che possa verificare se la patologia è ben controllata e se la terapia è adatta. Il paziente potrebbe avere un punteggio di attività della malattia (DAS) misurato regolarmente, che può aiutare il suo team sanitario a decidere il trattamento migliore.
Alcune persone scoprono che i loro sintomi scompaiono o migliorano molto. Se i sintomi migliorano per almeno 1 anno senza bisogno di assumere steroidi, il trattamento può essere rivisto. Il medico può suggerire di ridurre lentamente la dose del medicinale, quindi vedere se è possibile interrompere l’assunzione.
È fondamentale per il paziente, cercare di riposare molto durante una riacutizzazione, quando le articolazioni possono essere particolarmente dolorose e infiammate. Mettere ulteriormente a dura prova le articolazioni molto gonfie e dolorose può spesso peggiorare il dolore e l’infiammazione.
L’esercizio fisico regolare e una dieta sana sono raccomandati a tutti, non solo alle persone con artrite reumatoide.
Se una particolare attività provoca sempre una riacutizzazione, è meglio evitarla e trovare un’alternativa. Le attività ad alto impatto, come la corsa o gli sport di contatto come il rugby e il calcio, hanno maggiori probabilità di causare problemi.
Per quanto riguarda la diffusione dell’artrite reumatoide in Italia, l’EpiCentro ISS ha dichiarato che: “Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la prevalenza dell’artrite reumatoide nel mondo è tra lo 0,3 e l’1%, con maggiore presenza tra la donne e nei paesi ricchi. Per quanto riguarda l’osteoartrite, la prevalenza si attesta sul 9,6% degli uomini e il 18% delle donne con più di 60 anni”.
“In Europa, l’artrite colpisce milioni di persone. Nell’Unione Europea, i rapporti sulla salute indicano che le malattie muscoloscheletriche, delle quali le artriti sono una parte preminente, interessano il 50% della popolazione. Se nella popolazione giovane la maggior parte delle persone dichiara come prima causa di dolori muscolo-scheletrici il mal di schiena, nella popolazione più anziana prevalgono le forme artritiche, soprattutto nelle donne”.
“In Italia, il rapporto Istat “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, pubblicato nel 2001 e relativo all’anno 1999, rileva che le persone che dichiarano di soffrire di una malattia cronica sono circa il 47% (50,9% delle donne e 43% degli uomini). Tra queste, le artriti sono le malattie più frequentemente dichiarate (oltre il 18 %, con un 22,8% tra le donne e 13,6% tra gli uomini). Secondo i dati proposti dall’Associazione nazionale malati reumatici, in Italia ci sono oltre 5 milioni di persone affette da questa condizione, circa il 10% della popolazione”.
Il Professor Andrea Doria, responsabile della divisione di reumatologia del dipartimento di medicina dell’università di Padova, ha dichiarato: “L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria che colpisce prevalentemente le articolazioni, quindi le giunture che uniscono due segmenti ossei, ma può avere anche un interessamento extra-articolare e quindi generale”, spiega il professor Doria. “L’incidenza nella popolazione si aggira attorno al 0,5-1%. Ci sono alcune differenze nel tasso di incidenza a seconda dei gruppi etnici, ma tra i paesi del continente europeo i numeri sono abbastanza simili, nonostante sia stata riscontata una frequenza minore di questa malattia per i paesi del sud Europa e una maggiore per quelli del nord Europa.
Nell’ultimo decennio sono stati chiariti tantissimi dei meccanismi che hanno a che fare con l’insorgenza dell’artrite reumatoide. Questa malattia rappresenta uno dei migliori modelli per capire lo sviluppo in generale dell’immunità e delle malattie autoimmuni. Esiste sicuramente una predisposizione genetica.
Sono stati identificati molti geni, infatti, che contribuiscono alla diatesi autoimmune del paziente con artrite reumatoide. Ci sono poi alcuni fattori ambientali che hanno un ruolo fondamentale: tra i più importanti c’è il fumo di sigaretta e la presenza di alcuni germi, come quelli che fanno parte della normale flora del cavo orale, ad esempio il porphyromonas gingivalis, o di quella intestinale, come la prevotella copri.
Questi fattori ambientali agiscono sulle mucose e inducono una modificazione di alcune proteine contenute al loro interno, che vengono citrullinate, ovvero riconosciute come estranee dal sistema immunitario, che le attacca quindi con degli anticorpi. Si tratta degli anticorpi anticitruillina, che innescano lo sviluppo di un’infiammazione reumatoide molto aggressiva”.
“Questa malattia si manifesta principalmente con dolori e gonfiore a livello delle articolazioni che si verificano soprattutto quando si sta a riposo, e perciò prevalentemente di notte. Tipicamente, quindi, quando ci si sveglia la mattina si avvertono dolore e rigidità nelle sedi articolari.
Più frequentemente il dolore interessa le piccole articolazioni delle mani e dei piedi e i polsi, ma l’infiammazione può colpire anche gomiti, spalle e ginocchia. Nelle fasi di acuzie delle malattia questi dolori compromettono l’attività quotidiana e anche la deambulazione.
Possono esserci poi anche degli interessamenti extra-articolari, ad esempio al polmone, o altre manifestazioni di tipo reumatoide, come i noduli reumatodi, che si presentano in varie sedi, specialmente sui gomiti gomiti o in altre superfici esposte a possibili traumi sia diretti che indiretti.
La malattia può manifestarsi inoltre con infiammazioni alla pleura del pericardio o dei piccoli vasi a livello della cute. Inoltre, i pazienti possono andare incontro all’indebolimento dei muscoli o delle ossa, e sviluppare quindi ipotrofia muscolare oppure osteoporosi, che si manifesta anche perché l’infiammazione stessa induce un impoverimento della massa ossea.
Un altro aspetto caratteristico delle manifestazioni extra-articolari è a livello dell’impegno cardiaco. Questi pazienti, infatti, corrono un rischio maggiore che si presentino eventi cardiovascolari, che non dipendono solo dai fattori di rischio tradizionali, ma anche dalle conseguenze dell’infiammazione stessa, che può accelerare il processo arteriosclerotico. Quando l’infiammazione si sviluppa all’interno delle placche arteriosclerotiche, queste diventano instabili e può verificarsi quindi l’evento aterotrombotico”.
“La prognosi, è decisamente migliorata grazie alla comprensione dei meccanismi patologici e patogenetici alla base di questa malattia e del suo decorso”, spiega. “Oggi, infatti, è possibile fare diagnosi precoci e indirizzare più rapidamente i pazienti al reumatologo, che può quindi intervenire quando la malattia si trova ancora nella fase iniziale.
Conoscere le cause della malattia ha permesso anche di identificare alcune molecole che svolgono un ruolo chiave nel modo in cui questa si sviluppa, come il TNF-α, o l’interleuchina-6, che sono delle molecole immunologiche chiave che guidano l’infiammazione della membrana sinoviale. Sono stati prodotti quindi dei farmaci a base di anticorpi monoclonali, che sono sostanze immunologicamente attive in grado di bloccare le citochine che innescano l’infiammazione articolare”.
“i primi farmaci biotecnologici avevano dei costi particolarmente elevati. Oggi, grazie all’introduzione dei biosimilari, che sono farmaci del tutto simili agli originator, questo costo è stato abbattuto nel giro di 10 anni. Si tratta di un grandissimo successo, perché avere costi sostenibili per il Sistema sanitario nazionale permette di trattare molti più pazienti e sempre più precocemente, con un ulteriore miglioramento della prognosi.
La diagnosi precoce, quindi, è fondamentale, così come una terapia tempestiva e adeguata. Infatti, se questa malattia non viene diagnosticata e curata per tempo, può portare alla distruzione delle articolazioni, perché il processo infiammatorio che la caratterizza diventa particolarmente intenso, e se non viene controllato può causare addirittura l’anchilosi, cioè il blocco dell’articolazione. Inoltre, la mortalità tra i pazienti che non vengono adeguatamente curati è maggiore rispetto a quella della popolazione in generale”.