Per anni si è creduto che il cranio di Arsinoe IV, sorella minore di Cleopatra, fosse stato ritrovato tra le rovine di Efeso. Ma la scienza ha smentito questa teoria: le analisi recenti dimostrano che quei resti appartenevano in realtà a un ragazzo italiano vissuto oltre duemila anni fa. Una scoperta che ribalta completamente le ipotesi fatte fino a oggi.
Un ritrovamento storico, ma con un’identità errata
Il cranio in questione venne scoperto nel 1929, all’interno di un mausoleo ottagonale nell’antica città di Efeso, in Turchia. Per decenni gli archeologi hanno creduto che appartenesse ad Arsinoe IV, sorella minore e rivale politica di Cleopatra, assassinata a Efeso nel 41 a.C. Tuttavia, nuove ricerche condotte dall’Università di Vienna raccontano un’altra storia.
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Analisi scientifiche che smentiscono il mito
Un team guidato dall’antropologo Gerhard Weber ha riesaminato il cranio e alcuni campioni ossei con tecniche moderne, tra cui analisi morfologiche, genetiche e datazione al radiocarbonio. I risultati parlano chiaro: il cranio non apparteneva a una donna, ma a un ragazzo tra gli 11 e i 14 anni, probabilmente affetto da malformazioni craniofacciali legate a patologie come il rachitismo o la sindrome di Treacher-Collins.
Origini italiane e un mistero irrisolto
Oltre alla sorpresa legata al sesso dell’individuo, gli esami genetici hanno rivelato un altro dettaglio interessante: il giovane aveva antenati provenienti dall’Italia centrale o dalla Sardegna. Ma perché un ragazzo di origine italiana sarebbe stato sepolto in un mausoleo così prestigioso a Efeso? Chi era davvero?
La ricerca continua
Sebbene le analisi abbiano definitivamente escluso che si tratti del cranio di Arsinoe IV, molte domande restano senza risposta. Qual era il suo ruolo nella società? Perché si trovava in un luogo così significativo? Per ora, il mistero rimane.
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