Nascosto nella provincia di Palawan, a ovest delle Filippine, l’arcipelago Bacuit è una costellazione di isole e isolotti dalla bellezza quasi irreale, che sembrano usciti da un sogno tropicale e a pochi chilometri dalla cittadina di El Nido, queste isole offrono un mix perfetto tra paesaggi mozzafiato, biodiversità marina, storia geologica e cultura locale.
Considerato uno dei luoghi più spettacolari del Sud-est asiatico, l’arcipelago Bacuit rappresenta oggi un modello di eco-turismo e di armonia tra uomo e natura.
Quando Wikipedia non aiuta: perché questo articolo
Curiosamente, sebbene su Google Maps sia possibile reperire non solo le mappe delle varie isole come anche l’arcipelago Bacuit stesso, Wikipedia e altre fonti più o meno note, sembrano ignorare completamente questo arcipelago e al massimo si trovano solo informazioni sulla cittadina di El Nido.
Ho quindi pensato di farci una panoramica anche per farlo conoscere.
Un arcipelago di meraviglie: geografia e formazione
L’arcipelago Bacuit è composto da circa 45 isole e isolotti, ciascuna con una morfologia unica: pareti rocciose verticali, falesie calcaree scavate dal vento e dall’acqua, lagune nascoste e spiagge bianchissime bagnate da un mare cristallino.

La formazione geologica risale a oltre 250 milioni di anni fa, quando queste rocce calcaree emersero da un antico fondale oceanico, modellate nel tempo da processi tettonici e agenti atmosferici.
Le isole più iconiche includono:
- Miniloc – famosa per la Big Lagoon e la Small Lagoon, veri e propri anfiteatri naturali d’acqua turchese circondati da alte pareti calcaree.
- Shimizu Island – perfetta per lo snorkeling grazie alla ricca barriera corallina.
- Matinloc Island – con il suo misterioso santuario abbandonato e il punto panoramico mozzafiato.
- Hidden Beach – accessibile solo attraverso un’apertura nella roccia durante la bassa marea, uno dei luoghi che ispirarono The Beach di Alex Garland.
Un ecosistema marino tra i più ricchi al mondo
L’arcipelago Bacuit è parte del cosiddetto “triangolo del corallo”, una delle aree marine più biodiversificate del pianeta e qui si possono trovare:
- Oltre 850 specie di pesci,
- Più di 400 varietà di coralli duri,
- Tartarughe marine (come la Chelonia mydas),
- Dugonghi, delfini e occasionalmente squali balena.

La barriera corallina che circonda molte delle isole è in ottimo stato di salute, anche grazie a sforzi di conservazione portati avanti da ONG e autorità locali.
Cultura e presenza umana
Anche se l’arcipelago è prevalentemente disabitato, alcune isole ospitano piccole comunità di pescatori che vivono in armonia con l’ambiente; la cittadina di El Nido, situata sulla terraferma, è il principale punto di accesso alle isole ed è cresciuta enormemente negli ultimi anni grazie al turismo.

Nonostante ciò, la zona è soggetta a regole ambientali molto rigide: non è permesso costruire strutture sulle isole, la plastica è limitata, e molte aree sono dichiarate zone marine protette.
Il nome “El Nido” significa “Il Nido” in spagnolo, e si riferisce alla presenza dei nidi di rondini che vengono raccolti (soprattutto in passato) per preparare la famosa zuppa di nido d’uccello, considerata una prelibatezza in Cina.
Attività e turismo sostenibile
L’arcipelago Bacuit è accessibile solo via mare e il modo migliore per esplorarlo è partecipare ai famosi Tour A, B, C e D, che includono diverse isole, spiagge e lagune e le attività più popolari includono:
- Snorkeling e immersioni,
- Kayak nelle lagune,
- Trekking sulle isole principali per raggiungere punti panoramici,
- Birdwatching e osservazione di fauna marina.
Il governo filippino e le comunità locali hanno compreso da tempo il valore dell’ambiente naturale e puntano su un modello di turismo responsabile, limitando gli ingressi giornalieri, regolamentando l’attività delle imbarcazioni e promuovendo pratiche a basso impatto.
Quando andare
Il periodo migliore per visitare l’arcipelago Bacuit va da novembre a maggio, durante la stagione secca.
I mesi tra dicembre e aprile sono i più soleggiati, con acque calme e limpide, mentre da giugno a ottobre è invece la stagione delle piogge, con rischio di tifoni, anche se il paesaggio rimane ugualmente affascinante.
Curiosità e aneddoti
- Ispirazione per opere di fantasia: molti ritengono che l’autore di The Beach, Alex Garland, abbia tratto ispirazione da luoghi come Hidden Beach e Matinloc Island, anche se il film venne poi girato in Thailandia.
- Chrono Cross e l’arcipelago El Nido: è plausibile che l’arcipelago Bacuit abbia ispirato l’ambientazione dell’arcipelago di El Nido in Chrono Cross, il celebre JRPG di Square Enix. Non solo i paesaggi tropicali con spiagge incontaminate e isolette sospese in un mare cristallino ricordano fortemente Bacuit, ma lo stesso nome El Nido coincide perfettamente con la cittadina filippina da cui si parte per esplorare queste meraviglie naturali; una coincidenza forse troppo precisa per essere casuale, tra l’altro nel gioco esiste pure un posto chiamato “Gaea’s Navel” che è difficilmente accessibile esattamente come Hidden Beach nella realtà.
- Punti di immersione unici: nell’arcipelago Bacuit si trova anche un relitto della Seconda Guerra Mondiale accessibile ai sub esperti.
- Turismo controllato: in alcune lagune è richiesto un tempo massimo di permanenza e numero chiuso di visitatori.

Conclusione
L’arcipelago Bacuit è molto più di una destinazione turistica da cartolina: è un microcosmo di bellezza primordiale, biodiversità straordinaria e cultura rispettosa del territorio.
Visitarlo significa accettare un patto non scritto: godere della natura in punta di piedi, senza invaderla e in un mondo dove il turismo di massa rischia di divorare tutto, Bacuit resiste come un esempio virtuoso di armonia e custodia.