Il tracciamento Covid19 è una delle strategie che il Governo e le Autorità Sanitarie hanno messo in campo per cercare di arginare questa epidemia, che tra l’altro in questi ultimi giorni sta colpendo sempre più persone, tanto che in ogni regione d’Italia le persone attendono solo la data ufficiale del nuovo lockdown totale.
Nonostante le prime reticenze, la confusione dei vari DPCM emanati da Conte – spesso contraddittori o con informazioni poco chiare – e i dubbi su quanti malati effettivamente vengono scoperti ogni giorno, tra falsi positivi, positivi asintomatici, positivi con sintomi, positivi in isolamento ma in attesa di risultati del tampone e chi più ne ha più ne metta, la popolazione italiana aveva riposto fiducia nella App di tracciamento disponibile per Android e iOS per dare il proprio contributo alla sicurezza sanitaria di tutti.
Non sono mancati i problemi però: molti utenti hanno cominciato a segnalare la mancanza delle notifiche che dovrebbero aiutare a capire se si è stati esposti al pericolo di contagio, oppure anche a seguito di notifiche arrivate regolarmente una totale assenza di servizio assistenza per indicare alla persona cosa dovesse fare, quale ufficio/Asl raggiungere, alimentando una polemica che era stata da poco a malapena messa in disparte.
Tracciamento Covid19 compromesso sugli iPhone
Questa sembra essere la (triste) novità sul funzionamento dell’App Immuni. Nonostante i download abbiano ormai raggiunto quota 9 milioni, (1 milione in più rispetto ad un mese fa circa) a questo giro sono i possessori del melafonino che denunciano il disservizio. Pare che un vero e proprio bug impedisca all’applicazione di inviare le notifiche, nonostante l’uso corretto da parte degli utenti: anche se sono state concesse tutte le autorizzazioni del caso, quando avviene un possibile contatto con soggetti poi risultati positivi al Covid-19 le notifiche rimangono “bloccate” all’interno dell’app stessa.
Molte persone in pratica hanno aperto casualmente l’App e hanno scoperto di essere state potenzialmente contagiate dopo anche più di una settimana. Ciò vanifica lo scopo stesso dell’App, che dovrebbe dare alle persone la possibilità di non diffondere ulteriormente il (sempre potenziale) pericolo causato dal virus.
Non solo Apple, comunque. Problematiche di vario genere, come consumo eccessivo della batteria, notifiche non certe, incompatibilità con vari dispositivi, sono state denunciate anche per quanto riguarda i device dotati di Android. Insomma, sembra che questa App non si sviluppi o non migliori alla stessa velocità del virus, che pare invece aver ripreso vigore e nuova linfa (anche) dall’incapacità gestionale da parte di tutti gli attori protagonisti di quello che pare sempre più un “brutto film”.
Vista l’alta adesione comunque, il consiglio è quello di non arrendersi e, mentre i tecnici cercano di risolvere questo problema, di accedere manualmente ogni giorno alla App, così da poter attivare tutte le procedure previste in caso di contatto con persone poi confermate positive al virus.