Un anticorpo vince il covid19: si tratta di una nuova scoperta che riguarda un anticorpo monoclonale, che riesce a neutralizzare la SarCov2 nelle cellule, attaccando la sua proteina S. A parlarne è la rivista Nature Communications, dove i ricercatori dell’università di Utrecht, guidati da Berend-Jan Bosch descrivono le funzioni del 47D11 (l’anticorpo monoclonale), ricavato da anticorpi ‘chimera‘, cioè derivati da cellule umane e di ratti.
Anticorpo vince il covid19: lo studio
Giuseppe Novelli, genetista all’Università di Tor Vergata, a capo di un progetto internazionale che effettua ricerche per la lotta al Sars-CoV2, riguardo l’annuncio su Nature Communications da parte dei ricercatori olandesi, commenta: “È la strada giusta ed è quella che stiamo cercando di percorrere anche noi che abbiamo sviluppato un anticorpo analogo insieme con partner internazionali”.
“C’è bisogno di avere più di un anticorpo a disposizione per avviare le sperimentazioni. Anche noi con il nostro gruppo di ricerca, assieme a quello del Pandolfi a Boston e a quello dell’Università di Toronto, abbiamo al momento due anticorpi monoclonali che stiamo cercando di testare e che vorremmo sperimentare anche in Italia in fase clinica insieme con Canada e India. Ora stiamo aspettando risposte dalle istituzioni, ma è la strada giusta” continua Novelli.
La ratio dello studio indica che per questo tipo di terapie vengono sintetizzati anticorpi che sono in tutto simili a quelli umani e che possono essere applicati nelle terapie contro il covid19: “Anche gli esperimenti col plasma dei guariti, come quelli effettuati a Pavia e a Mantova, vanno in questa direzione: il principio è lo stesso, solo che qui si usano anticorpi purificati e prodotti in laboratorio e lì si usa il plasma dei pazienti” chiarisce lo scienziato.
“Oggi questi anticorpi monoclonali sono la strada più importante perché ci vuole minor tempo per la fase di sperimentazione clinica e per la produzione e servono per la cura dei pazienti infetti, mentre il vaccino è una cosa più a lungo termine, più complicata da produrre e serve per la prevenzione a livello globale, ma noi abbiamo necessità di avere farmaci specifici adesso e i monoclonali sono farmaci specifici di grande importanza” conclude il genetista italiano.