Un pool di esperti internazionali con a capo l’Università Campus Biomedico di Roma e dall’Inserm di Lione, ha scoperto che l’anticorpo monoclonale Volociximab è capace di inibire la proteina integrina alfa5, principale causa delle metastasi ossee legate al tumore al seno.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Oncogene.
Anticorpo monoclonale: qualche dettaglio sullo studio
La ricerca ha interessato uno screening esteso effettuato sul genoma di soggetti affetti da cancro al seno, e il gruppo di studiosi ha identificato la proteina integrina alfa5 come uno dei fattori maggiormente coinvolti nei processi di metastatizzazione ossea. Questi processi possono essere la causa della comparsa di recidiva anche a distanza di anni dalla fine dei trattamenti chirurgici e dalle terapie.
Il dott. Pantano, dell’Unità di Oncologia medica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, ha dichiarato che: “Questo studio ci mostra che nella ricerca oncologica emerge sempre di più come ogni tumore agisca secondo strategie specifiche: il nostro sforzo è quello di comprendere sempre meglio i diversi meccanismi biologici per offrire ai pazienti trattamenti sempre più mirati”.
Il pool internazionale ha analizzato il ruolo effettivo dell’integrina alfa5 nel processo di metastatizzazione bloccandone la sua azione grazie all’azione dell’anticorpo monoclonale Volociximab. L’elevata efficacia del Volociximab nell’inibire la formazione di metastasi ossee è stata dimostrata prima su modelli in vitro e poi in vivo nei laboratori di Oncologia Traslazionale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e dell’Inserm di Lione.
Pantano spiega che: “La proteina integrina alfa 5 è il “gancio” con cui la cellula tumorale si lega alla fibronectina, che è altamente presente nel microambiente osseo. Questo “aggancio”, il primo evento che porta allo sviluppo delle metastasi, viene bloccato dal Volocixamab che si frappone alle due molecole e ferma la propagazione del tumore nell’osso. Il risultato è molto promettente anche perché il farmaco è sicuro, è già stato testato e non è tossico”.
“Nonostante i successi degli ultimi anni nella lotta ai tumori, ascrivibili soprattutto alla diagnosi precoce e ai trattamenti adiuvanti, nelle forme avanzate o in casi di particolare aggressività della malattia il tumore al seno resta curabile, ma non sempre guaribile – ha concluso Francesco Pantano – In questo senso le metastasi ossee possono presentarsi anche a distanza di anni dalla fine delle cure perché una chirurgia precoce non garantisce assenza di recidiva al 100 %. Bloccare la possibilità di una diffusione a livello osseo della malattia significherebbe, non solo ridurre il dolore o le fratture che peggiorano di molto il benessere della persona, ma anche migliorare l’aspettativa di vita”.
Sono d’accordo e spero che questo farmaco funzioni veramente! ❤️❤️