Negli anni molte piattaforme si sono presentate come “pilastro della privacy su internet”, quando poi si sono rivelate catastrofiche, dei veri e propri cavalli di Troia che all’inizio si configurano come comunicazione anonima, ma che tutto facevano fuorché preservare l’anonimato, in fin dei conti.
Anonimato: cosa bisogna sapere di base sulla comunicazione anonima?
Come visto nell’articolo su quale VPN scegliere, già quello “potenzia” la comunicazione anonima su internet.
Già questo aiuterà molto a non essere tracciati, ma non è sufficiente, perché è anche necessario conoscere la piattaforma corretta.
Ti sarà capitato di scrivere qualcosa su Facebook o su WhatsApp e magari di rivedere qualcosa relativo a quello che hai scritto su WhatsApp.
Ad esempio: se hai parlato con tua madre dell’aspirapolvere e di un determinato modello su WhatsApp, potrebbe capitarti la pubblicità su Facebook (essendo entrambe le piattaforma sempre della stessa azienda: META).
Questo fa già capire che il tracciamento pubblicitario potrebbe essere anche intercettato da qualche malintenzionato per reperire i dati.
Questo articolo non è fatto per “essere loschi” o cose del genere, ma semplicemente se la comunicazione riguarda cose molto private e personali, sapere dove e come muoversi; può sembrare scontato, ma non lo è.
Già avere buone abitudini quando si naviga fa il 70% del lavoro.
Anonimato su internet e comunicazione anonima: un devastante presupposto
Puoi usare VPN, puoi usare DNS, puoi addirittura creare una macchina virtuale dentro un’altra macchina virtuale per avere la doppia VPN, e tripla se nell’ultimo a matrioska ci piazzi pure TOR Browser o altre forme di VPN incorporato col Browser (Brave, ad esempio ne ha pure una basata su TOR), ma ricorda:
Anonimato al 100% e comunicazione anonima al 100% su internet non esiste!
È dura da accettare per i più, posso capirlo, ma molto spesso ci si dimentica che internet è nata come rete militare, non come rete civile.
Può sembrare una banalità, ma è per capire che questo effetto del “controllo militare” del passato ora si applica in modo più pacifico tramite tracciamento pubblicitario o trackers vari, ma capire il passato aiuta a capire il presente.
Detto questo, non tutto è perduto: anche se un anonimato 100% non è possibile da raggiungere, esistono comunque delle piattaforme che sono “il più anonime possibile” e che aiutano sul fronte privacy.
Anonimato: quali piattaforme chat scegliere?
Le chat testuali
Session: disponibile per tutte le piattaforme, questa piattaforma non necessita di posta elettronica o numero di telefono, l’applicazione creerà una sessione temporanea affinché tu possa avere più anonimato possibile durante la comunicazione anonima, la piattaforma è decentralizzata.
Status: come sopra, anche Status non richiede numero di telefono o email per la registrazione, sfrutta un sistema di messaggistica di protocollo Waku tramite una rete decentralizzata Peer-To-Peer, che rimuove i messaggi centralizzati da terze parti.
Signal: piattaforma centralizzata con un’apparenza molto simile a quella di piattaforme chat più note come Telegram e WhatsApp. Richiede il numero di telefono durante la registrazione.
Theema: disponibile per Android e iOS, manca ancora di una versione Desktop (Windows, Linux e Mac). Sebbene centralizzata non necessita di numero di telefono per iscriversi. Il suo negozio accetta Bitcoin.
Delta Chat: Questa piattaforma sulla comunicazione anonima è molto particolare. Non possiede dei veri e propri server, ma usa un curioso sistema di messaggistica: un sistema server di mail. In breve: puoi sostanzialmente chattare con chiunque e dall’altra parte, l’altra persona non è costretta a possedere Delta Chat.
Le videochat
Brave Talk: chat privata che necessita il noto browser Brave. Chi crea la lobby di discussione necessita di averlo installato, chi si unisce può usare altri browser.
Altre alternative che funzionano allo stesso modo dove ti unisci con una lobby creata al momento che sparisce quando tutti staccano sono: Jami, Linphone e Jitsii.
Gli e-mail provider
Protonmail: Certamente il provider di “anonimato” più famoso in circolazione, nota azienda svizzera fondata nel 2013. Possiede un ottimo filtro anti-spam, una buona protezione a due fattori ed è disponibile sia come App che in versione Desktop. Permette mail criptate ed è possibile accedervi anche tramite reti TOR.
Tutanota: provider mail di un’azienda tedesca, non sono accettate mail da terze parti per la registrazione, l’utente può usare un ampio range di app native.
Disroot: Provider olandese di mail, permette le mail criptate, con la possibilità di mandarle tramite una propria applicazione usando un sistema PGP per la sicurezza dei dati.
Mailbox.org: con base in Germania, all’utente è concesso utilizzare sia l’accesso via desktop che tramite programmi di terze parti come Thunderbird.
StartMail: con base in Olanda, grossomodo simile alla tedesca Mailbox.org.
Comunicazione anonima ed anonimato: oltre internet
Parlando di anonimato e comunicazione anonima molto spesso ci si dimentica “i bei vecchi tempi”.
Di base una comunicazione analogica resta molto, ma molto più anonima di una conversazione via internet.
Questo, purtroppo, anche i più anziani se lo sono dimenticato.
Quindi quali strumenti usare per l’anonimato?
Vedrai ora alcune alternative analogiche di comunicazione, e qui l’anonimato è molto, ma molto più alto e in alcuni casi l’intercettazione è addirittura impossibile.
Il meglio, tuttavia, lo voglio tenere per ultimo.
Posta ordinaria: sfido chiunque ad intercettare una “conversazione” così asincrona, e qui ci si può sbizzarrire tra codici, enigmi etc. credo che questo metodo non abbia bisogno di presentazioni! Ovviamente il tempo non è “immediato”, come intuibile.
Cabina telefonica: oggetto oramai in disuso, se sei uno dei pochissimi fortunati ad averne ancora una sotto casa, ne puoi approfittare; anche se dai tabulati risulta quando la chiamata è stata effettuata, risulta pressoché impossibile risalire a chi abbia effettuato tale chiamata. Va da sé che questo metodo può avere un costo non indifferente in termini di monete.
Radio CB. Anche se qui non c’è un “vero” anonimato, visto che comunque bisogna possederne una, il sistema di comunicazione è sostanzialmente quello delle videochat elencate sopra, solo che con sola voce, senza commutazione dei pacchetti e in modo completamente analogico; anche se la stessa radio CB di per sé meriterebbe un articolo a parte.
Walkie Talkie: come intuibile qui c’è il limite della distanza. Walkie Talkie buoni arrivano anche fino ad un range di 50km, quindi se hai amici che non abitano lontanissimo (previe possibilità economiche) è una possibilità da valutare.
Da ricordare che qualcosa di simile è possibile fare tramite Bluetooth, alcune app tipo Intercom per Android possono trasformare lo smartphone in una sorta di Walkie Talkie tramite Bluetooth, ma non esistono ripetitori Bluetooth così potenti da ricoprire certe distanze.
Comunicazione anonima, l’ho lasciato per ultimo: il mitico FAX!
Lo so, questa cosa può sembrare preistorica, se non addirittura “giurassica”, eppure curiosamente è uno degli strumenti con più alto tasso di anonimato che permette una comunicazione anonima e pure rapida.
Recentemente le autorità giapponesi hanno dichiarato la volontà di non voler abbandonare il fax, la scusa “ufficiale” è che “ai piani alti non vogliono adattarsi”.
Anche se non esplicitamente scritto in vari articoli su internet la comunicazione sincrona del fax ed immediata non permette un’intercettazione. Molto probabilmente è questo il motivo per il quale in Giappone non se ne vogliono sbarazzare. Il fax non funziona con commutazione dei pacchetti, è un segnale analogico che passa tramite filo (o antenna cellulare).
Sostanzialmente: dai tabulati è tracciabile che è stata mandata una telefonata, non il contenuto.
Ed è proprio questo il mio avviso per il quale i giapponesi vogliono tenerlo: il segnale del FAX non passa attraverso vari provider, tramite i pacchetti, grossomodo si sa che giri fa e ne fa uno solo.
Puoi addirittura scrivere (a mano) tipo una chat con un tuo amico se dovete dirvi delle cose importanti.
Se ti stai chiedendo “ma chi lo usa più il fax?” o “come faccio se non ho più la linea fissa e il mio router non ha il doppino per il telefono?”, ti basta pensare che in commercio esistono comunque router 4G con tanto di possibilità di inserire il cavo RJ-11, ossia proprio il cavo del telefono fisso.
Per tale operazione ovviamente servirà una SIM telefonica dedicata (esistono offerte da 5€ al mese o poco più se vuoi usarla solo per questo) e il FAX oltre a telefonare sarà in grado anche di mandare fogli, cosa che ovviamente farà tramite rete cellulare standard.
Anonimato: una riflessione
A questo punto sorge però spontanea una riflessione.
Partiamo dal presupposto che una cosa vecchia non vuol dire che sia automaticamente obsoleta o inutilizzabile e lo stesso FAX ne è un esempio.
C’è da chiedersi se l’abbandono di strumenti più analogici in un mondo sempre più digitalizzato non sia perché “sono vecchi”, ma perché non permettono il tracciamento (o lo limitano moltissimo) in una società dove il controllo sulla persona è sempre più alto, usando appunto la scusa della “vecchiaia” della tecnologia.