Gli ultimi studi relativi alla pandemia da coronavirus hanno evidenziato una correlazione in positivo tra animali e Sars-Covid19 che scoperchia tutti i pregiudizi in merito e ribalta la situazione: non è l’animale ad infettare l’uomo ma l’uomo ad infettare l’animale.
L’errata supposizione che gli animali fossero pericolosi veicoli del coronavirus è stata cavalcata dalle più becere fake news che hanno causato un boom di isteria collettiva che ha interessato i pet domestici e che purtroppo ha causato anche diverse informazioni false rispetto ad una presunta incidenza negativa tra animali e Sars-Covid19.
Anche l’Istituto Superiore di Sanità si è sentito in dovere di intervenire riguardo a questo studio preliminare: “Gli animali domestici sono suscettibili a Sars–CoV2 ed è importante proteggerli dai pazienti affetti da Covid-19, limitando la loro esposizione. Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione del coronavirus, il contagio resta interumano. Essendo SARS-CoV-2 un virus nuovo, occorre intensificare gli sforzi per raccogliere ulteriori segnali dell’eventuale comparsa di malattia nei nostri animali da compagnia, evitando tuttavia di generare allarmi ingiustificati”.
“Vivendo in ambienti a forte circolazione virale a causa della malattia dei loro proprietari, non è inatteso che anche gli animali possano, occasionalmente, contrarre l’infezione. Ma, nei casi osservati, gli animali sono stati incolpevoli «vittime»”. Conclude L’ISS.
Animali e Sars-Covid19: news
Un team di ricercatori delle università Magna Grecia di Catanzaro, Statale di Milano e Cattolica del Sacro Cuore, insieme al Gruppo di ricerca Covid del professor Andrea Urbani e al professor Maurizio Sanguinetti, presidente della Società Europea di Malattie Infettive e Microbiologia clinica, ha portato alla luce una nuova connessione tra animali e Sars-Covid19, che riguarda la capacità di cani e bovini di immunizzare dal coronavirus.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Microbes and Infection dell’Istituto Pasteur di Parigi, e sembrerebbe in piena contraddizione sulle teorie farlocche che parlano di contagio dagli animali che vivono a stretto contatto con l’uomo. Secondo gli scienziati, avere accanto cani e bovini sarebbe una grande fortuna poiché farebbero da scudo contro l’infezione.
Paola Roncada, veterinaria dell’Università Magna Grecia, ha spiegato: “Occupandoci di proteine (che innescano la reazione immunitaria sia umana che animale n.d.r) abbiamo voluto approfondire lo studio sulle similitudini che già sapevamo esserci fra il virus umano e quello animale. La struttura dei coronavirus è integralmente circondata da proteine che il virus utilizza per individuare le cellule da attaccare e quindi infettare“.
“Tutti i virus di questa categoria possono contare su una spike protein, una proteina di ancoraggio che entra nella cellula bersaglio, scatenando così le difese immunitarie del soggetto colpito. Noi abbiamo quindi deciso di analizzare genomicamente queste proteine, per cercare similitudini nella risposta immunitaria dell’uomo così come nei pipistrelli, nei pangolini, nel cane e nei bovini“. Ha precisato la scienziata.
Animali e Sars-Covid19: l’impiego dell’intelligenza artificiale
I dati impiegati nello studio che ha tracciato una correlazione positiva tra animali e Sars-Covid19 sono stati analizzati dall‘intelligenza artificiale che ha studiato tutte le sequenze di amminoacidi. Il risultato, spiega ancora Paola Roncada è che “C’è molta somiglianza filogenetica. Se per il pangolino e per il pipistrello era già stata assodata questa affinità, da cui poi si è ipotizzato il salto di specie verso l’uomo, ora possiamo dire che questa condizione è in parte vera anche per altri animali”.
I ricercatori hanno concluso: “Gli animali hanno hanno avuto un ruolo critico in questa epidemia e in questa evoluzione. Riconosciuto il loro ruolo fondamentale come serbatoio di virus, potrebbero però agire anche come “benefica” fonte di particelle di virus immunostimolanti, fornendo così uno scudo contro la Sars CoV-2 in circolazione”.
La speranza adesso è che i pregiudizi su una relazione negativa tra animali e Sars-Covid19 cessi di girare tra le diverse fake news e che agli animali sia domestici che da pascolo come i bovini vengano riconosciute le loro doti terapeutiche. Da vivi.