L’anemia da carenza di ferro è una delle condizioni più diffuse al mondo e si manifesta spesso con stanchezza cronica, mal di testa o persino con la strana voglia di masticare ghiaccio (sì, è un sintomo reale); i classici integratori di ferro funzionano, ma hanno un enorme limite: una parte del ferro non viene assorbita e finisce per irritare l’intestino, alterare il microbioma e scatenare infiammazione.
Un team di ricerca, con uno studio pubblicato su ACS Applied Materials & Interfaces, ha sviluppato una soluzione decisamente più avanzata: un integratore che combina ferro, prebiotici e probiotici in un’unica formula “3-in-1”. Nei test su modelli animali, questa combinazione ha ripristinato i livelli di ferro nel sangue senza danneggiare l’equilibrio intestinale: un risultato che potrebbe rivoluzionare il trattamento dell’anemia.
“Questo approccio basato su biomateriali potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui gestiamo l’anemia, puntando non solo sull’efficacia, ma anche sulla salute a lungo termine,” spiega Poonam Sagar, co-autrice dello studio.
Come funziona questo nuovo integratore per l’anemia
La formulazione è composta da tre elementi chiave:
- Fibra alimentare di miglio: agisce da prebiotico, nutrendo i batteri buoni.
- Lactobacillus rhamnosus: un probiotico noto per il suo effetto protettivo sull’intestino.
- Un complesso a base di ferro: progettato per essere più biodisponibile rispetto alle compresse tradizionali.
I risultati sui topi anemici dopo appena due settimane
I soggetti trattati con la nuova formula hanno mostrato:
- Emoglobina tornata a livelli normali
- Miglior assorbimento del ferro (escrezione simile ai soggetti sani)
- Attività genica potenziata per il trasporto del ferro
- Infiammazione intestinale quasi assente
- Recupero del microbioma alterato dalla carenza di ferro
Verso una nuova generazione di integratori
Se confermato anche sugli esseri umani, questo integratore potrebbe diventare una vera alternativa alle attuali pillole di ferro, spesso mal tollerate da chi le assume. L’obiettivo non sarebbe più solo “correggere i valori ematici”, ma farlo proteggendo l’intestino e il microbiota, un aspetto che la ricerca scientifica moderna considera sempre più centrale per la salute generale.
