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Scienza

Androgenesi: addio madri? 2 topi maschi hanno avuto una prole propria e fertile

Il concetto di "madre" è appena stato ridefinito dalla scienza. Con la nascita di topi nati da due padri e nessuna madre, e la loro sorprendente fertilità, siamo di fronte a una svolta che sfida le fondamenta della biologia riproduttiva. Questo progresso nell'androgenesi, che utilizza solo il DNA maschile, solleva interrogativi scomodi e interessanti sul destino della riproduzione come la conosciamo

Denise Meloni 8 ore fa Commenta! 8
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Una svolta scientifica di proporzioni inaspettate è stata raggiunta nel campo della riproduzione, con la nascita di topi con due padri e nessuna madre, capaci di generare a loro volta una prole fertile. Questo straordinario risultato segna un progresso significativo nell’androgenesi, un tipo di riproduzione asessuata che impiega esclusivamente il materiale genetico maschile.

Contenuti di questo articolo
Superare le sfide dell’androgenesiAndrogenesi nel topo: dettagli della tecnica e risultati sorprendentiL’androgenesi nei mammiferi: un futuro bon più così lontano
Androgenesi: addio madri? 2 topi maschi hanno avuto una prole propria e fertile
Androgenesi: addio madri? 2 topi maschi hanno avuto una prole propria e fertile

Superare le sfide dell’androgenesi

In passato, l’androgenesi nei topi era già stata osservata in laboratorio. All’inizio dell’anno, i ricercatori erano riusciti a produrre topi dal materiale genetico di due maschi, fecondando ovuli privati del materiale genetico materno. Tuttavia, la prole ottenuta da questi esperimenti era sterile e incapace di riprodursi, limitando di fatto il potenziale di questa tecnica.

Questo ultimo studio, condotto da un team della Shanghai Jiao Tong University in Cina, ha superato tali limitazioni. Pur utilizzando molte delle tecniche impiegate negli esperimenti precedenti, i ricercatori si sono concentrati su un aspetto cruciale: la modifica di specifiche regioni di controllo dell’imprinting (ICR). Queste sequenze di DNA agiscono come veri e propri interruttori di controllo genico, regolando l’espressione dei geni.

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Androgenesi: addio madri? 2 topi maschi hanno avuto una prole propria e fertile

Il mix equilibrato di geni maschili e femminili è fondamentale per garantire una corretta codifica degli ICR. Quando si utilizzano solo geni provenienti dalla madre o dal padre, questa codifica viene compromessa, portando a gravi problemi nello sviluppo e spesso alla morte dell’embrione. Per ovviare a questo problema, gli scienziati cinesi hanno impiegato precise tecniche di editing genetico per riprogrammare gli ICR.

“Abbiamo cercato di migliorare lo sviluppo degli embrioni androgenetici ripristinando lo stato epigenetico di questi ICR,” hanno spiegato i ricercatori nel loro articolo pubblicato. Questo approccio mirato ha portato a un successo senza precedenti: “I nostri sforzi ci hanno permesso di generare topi androgenetici in grado di svilupparsi fino all’età adulta e fertili, utilizzando il materiale genetico derivato da due spermatozoi.” Questa ricerca apre nuove e affascinanti prospettive sulla comprensione della riproduzione e sulla possibilità di superare le barriere biologiche finora considerate insormontabili.

Androgenesi nel topo: dettagli della tecnica e risultati sorprendenti

Per ottenere questa prole di topi con due padri, i ricercatori hanno impiegato una metodologia precisa. Hanno iniettato lo sperma di due topi maschi in ovuli di topo da cui era stato precedentemente rimosso il nucleo, la parte che contiene il DNA femminile. Successivamente, il team ha apportato modifiche a sette specifici recettori per l’ibridazione intracellulare (ICR). Queste regioni erano state identificate in studi precedenti come le più problematiche in caso di anomalie. Gli ovuli così manipolati sono stati poi impiantati in altre femmine di topo che hanno agito da madri surrogate.

Androgenesi: addio madri? 2 topi maschi hanno avuto una prole propria e fertile

Il processo ha portato alla nascita di tre topi vivi da un totale di 259 blastocisti (embrioni in fase iniziale) impiantate. Di questi tre, solo due sono riusciti a sopravvivere fino all’età adulta. Sebbene il tasso di successo possa sembrare basso, è cruciale sottolineare che non è pari a zero. Ancora più significativo è il fatto che i due topi sopravvissuti si sono poi riprodotti normalmente, dando alla luce cuccioli sani. Questo dimostra chiaramente che l’approccio all’editing dell’impronta genetica può effettivamente funzionare, nonostante le attuali limitazioni.

Va notato che la riproduzione da due madri è tecnicamente più semplice, richiedendo meno modifiche e con maggiore facilità di esecuzione. Il successo ottenuto dai ricercatori con due padri aggiunge quindi un notevole peso a questo studio, evidenziando una complessità scientifica maggiore e un traguardo più ambizioso. Naturalmente, è importante mantenere una prospettiva realistica. Nei topi, questo rimane un processo estremamente difficile e con un alto tasso di fallimento. Prima di poter anche solo considerare l’applicazione di queste tecniche agli embrioni umani, sarà necessario un tempo considerevole e ulteriori ricerche approfondite.

Androgenesi: addio madri? 2 topi maschi hanno avuto una prole propria e fertile

In caso di futuri sviluppi verso l’applicazione umana, si presenteranno inevitabilmente numerose questioni etiche e filosofiche da affrontare e discutere. Tuttavia, a lungo termine, questa ricerca pionieristica potrebbe aprire nuove strade nei trattamenti per la fertilità, offrendo soluzioni a individui e coppie che affrontano sfide riproduttive. Inoltre, potrebbe notevolmente ampliare la nostra comprensione delle patologie congenite, fornendo nuove intuizioni sui meccanismi genetici alla base di tali condizioni.

L’androgenesi nei mammiferi: un futuro bon più così lontano

La recente ricerca che ha portato alla nascita di topi con due padri, sebbene caratterizzata da un’efficienza ancora contenuta, segna un momento cruciale nel percorso scientifico verso l’androgenesi nei mammiferi. I ricercatori stessi hanno sottolineato come questa scoperta, pur nelle sue fasi iniziali, rappresenti un passo fondamentale per la riproduzione che impiega esclusivamente il materiale genetico maschile. Questo significa che, nonostante le sfide tecniche e le limitazioni attuali, la dimostrazione della fattibilità di generare prole fertile da due donatori maschili apre scenari prima ritenuti irrealizzabili.

Attualmente, il tasso di successo nell’ottenere prole viva e fertile tramite androgenesi è modesto. Tuttavia, in biologia, il passaggio da “impossibile” a “possibile, anche se con bassa efficienza” è spesso il vero punto di svolta. Questo risultato indica che le barriere biologiche che impedivano l’androgenesi fertile sono state, in linea di principio, superate.

Androgenesi: addio madri? 2 topi maschi hanno avuto una prole propria e fertile

La bassa efficienza iniziale è tipica di molte nuove tecnologie pionieristiche; pensiamo, ad esempio, ai primi tentativi di clonazione o alle prime tecniche di fecondazione in vitro, che all’inizio avevano tassi di successo minimi ma che poi si sono evolute fino a diventare pratiche consolidate. La ricerca si concentrerà ora sul perfezionamento delle tecniche di editing genetico, in particolare quelle relative alle regioni di controllo dell’imprinting (ICR), per aumentare significativamente il numero di embrioni che si sviluppano correttamente e sopravvivono fino all’età adulta e riproduttiva.

Il significato di questa ricerca va ben oltre la mera curiosità scientifica. Essa approfondisce drasticamente la nostra comprensione dei meccanismi complessi dell’imprinting genomico e del ruolo delle modificazioni epigenetiche nello sviluppo embrionale. Capire come riprogrammare gli ICR per permettere lo sviluppo da materiale genetico di un solo sesso potrebbe avere risonanze profonde.

Androgenesi: addio madri? 2 topi maschi hanno avuto una prole propria e fertile

Guardando al futuro, sebbene l’applicazione all’uomo sia ancora lontana e richieda un’approfondita discussione etica, questa scoperta potrebbe avere implicazioni trasformative. Potrebbe un giorno offrire nuove soluzioni per la fertilità a coppie in cui uno dei partner sia incapace di produrre gameti funzionali, o in contesti dove la presenza di entrambi i sessi non sia disponibile per la riproduzione. Inoltre, la capacità di manipolare con precisione l’imprinting genetico potrebbe aprire nuove strade nella ricerca e nel trattamento di malattie genetiche complesse, fornendo strumenti inediti per la comprensione e la correzione di anomalie dello sviluppo.

Lo studio è stato pubblicato su Cell Stem Cell.

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