La circolazione meridionale di overturning atlantica (meglio nota come AMOC) è una gigantesca “nastro trasportatore” di calore che attraversa l’Oceano Atlantico e influenza profondamente il clima globale. È lei che mitiga le estati europee, regola i monsoni in Africa e India, e contribuisce a bilanciare la temperatura tra emisfero sud e nord.
Molti modelli climatici avevano previsto un forte indebolimento dell’AMOC a causa del riscaldamento globale, al punto da temere un collasso simile a quello già avvenuto in epoche glaciali, ma una nuova ricerca firmata Caltech, pubblicata su Nature Geoscience, rimette ordine tra le proiezioni, suggerendo un futuro meno drammatico (ma comunque non privo di cambiamenti).
L’indebolimento (AMOC) ci sarà, ma sarà contenuto
Utilizzando un modello fisico semplificato, basato su leggi fondamentali della dinamica oceanica e su oltre 20 anni di osservazioni reali, i ricercatori hanno scoperto che l’AMOC si indebolirà tra il 18% e il 43% entro la fine del secolo: una perdita sì, ma molto più contenuta rispetto agli scenari apocalittici avanzati da alcuni modelli climatici.

Questo nuovo approccio ha permesso di colmare una lacuna storica nella climatologia: capire perché alcuni modelli prevedono un crollo mentre altri solo un lieve rallentamento.
Tutto dipende dalla profondità
La chiave sta nella profondità della corrente; i modelli che simulano un’AMOC più profonda tendono a prevedere un indebolimento maggiore, perché il calore in eccesso e l’acqua dolce provenienti dallo scioglimento dei ghiacci riescono a penetrare più a fondo e a destabilizzare maggiormente la circolazione, ma al contrario, un’AMOC più superficiale risulta più resiliente.

Questo spiega molte delle discrepanze tra i modelli esistenti, e permette oggi di ridurre significativamente l’incertezza sulle previsioni climatiche.
Il valore della ricerca di base
Dave Bonan, autore principale dello studio, ha potuto portare avanti questa ricerca grazie al supporto della NSF-GRFP (National Science Foundation). «Fare ricerca di base è fondamentale: può darci un’idea molto più chiara di ciò che ci aspetta», spiega.

Il modello sviluppato potrebbe ora essere applicato per validare simulazioni climatiche più complesse e ad alta risoluzione, contribuendo a migliorare l’affidabilità delle previsioni globali.
Perché conta per noi?
L’AMOC è uno degli ingranaggi invisibili del nostro clima, e comprendere il suo futuro è essenziale per pianificare le prossime strategie ambientali, tecnologiche e politiche. Questa ricerca ci ricorda che non tutti i modelli sono uguali, e che il confronto con la realtà misurabile resta lo strumento più potente nella scienza.