Una terapia antitumorale può essere più efficace se affiancata ad un regime dietetico mirato? Secondo un gruppo di ricerca presso il RIKEN Center for Biosystems Dynamics Research (BDR), il consumo di aminoacidi, potrebbe decidere il destino delle cellule cancerogene.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista eLife.
Dieta e aminoacidi: i dettagli della ricerca
La nuova ricerca ha osservato come eventi molecolari determinano se le cellule tumorali vivono o muoiono. Grazie all’aggiunta di questo tassello nella ricerca contro le neoplasie, gli esperti hanno messo in evidenza che il consumo ridotto di una specifica componente proteica impedisce la crescita delle cellule che diventano cancerose.
Una neoplasia è composta da un gruppo di cellule cancerose che si moltiplica o prolifera in modo incontrollabile. I tumori si generano da singole cellule che diventano cancerose quando i geni che causano la proliferazione delle cellule sono iperattivati. Tuttavia, poiché questi geni, chiamati oncogeni, spesso causano anche la morte cellulare, l’attivazione di un singolo oncogene all’interno di una cellula non è sufficiente perché diventi una cellula cancerosa. Gli esperti ritengono che questo fenomeno sia un meccanismo “fail-safe” che impedisce alle cellule di trasformarsi facilmente in cancro. Affinché una cellula possa subire questa trasformazione, molti altri oncogeni, insieme a geni che sopprimono i tumori, devono essere attivati in un processo in più fasi.
Il team di studio internazionale capitanato da Sa Kan Yoo presso RIKEN BDR si è basato principalmente sull’oncogene Src e ha osservato come l’oncogenesi e la morte cellulare sono regolate nel moscerino della frutta. Gli esperti hanno dimostrato che Src non induce la morte cellulare come risultato della proliferazione cellulare, ma invece guida entrambi i processi in modo indipendente e simultaneo. Inibendo la funzione di geni specifici attraverso l’ RNAl’interferenza, il gruppo di ricerca ha scoperto che il gene p38 era coinvolto nella proliferazione cellulare e il gene JNK era coinvolto nella morte cellulare.
Il team di ricerca ha anche scoperto un gene chiamato slpr che attiva simultaneamente p38 e JNK. “Il modo in cui gli oncogeni promuovono simultaneamente la morte cellulare e la proliferazione cellulare è stato controverso“, afferma Yoo. “La nostra scoperta principale è stata che l’oncogene Src promuove la morte cellulare e la proliferazione cellulare attraverso percorsi paralleli”.
Grazie a questo trattamento si potrebbe sfruttare il meccanismo di sicurezza inibendo la proliferazione cellulare, ma non la morte cellulare. Per fare raggiungere questo obiettivo, diventa necessario conoscere gli attori molecolari coinvolti nel processo. Una volta che gli scienziati hanno identificato l’attivazione di p38 come un passaggio chiave che porta alla proliferazione cellulare, si è valutato di di poter trasformare questo concetto in realtà. Dopo aver studiato cos’altro sappiamo sulla p38, gli studiosi si sono resi conto che la sua attività può essere controllata dai nutrienti nella dieta.
Successivamente hanno deciso di testare questa ipotesi studiando la relazione tra il cibo alimentato con le larve di mosca e la proliferazione cellulare. Essi hanno scoperto che riducendo la quantità di amino acidi metionina nella dieta impedito p38-controllato oncogenesi. “Eravamo entusiasti di scoprire che la manipolazione della quantità di metionina nella dieta può influenzare la proliferazione cellulare ma non la morte cellulare”, afferma Yoo. “Attualmente non sappiamo se la nostra scoperta nelle mosche si tradurrà in casi di cancro umano. Ma ipotizziamo che lo farà in casi particolari perché alcuni tumori umani attivano anche il gene Src”.
“Siamo curiosi di sapere quanto sia generale il meccanismo che abbiamo trovato qui. Oltre alla via di segnalazione Src, abbiamo anche scoperto che slpr può mediare le vie di segnalazione controllate da altri oncogeni. Scoprire come ciò avvenga è il nostro prossimo obiettivo “. Poiché il processo di oncogenesi è noto per essere lo stesso sia nei moscerini della frutta che nei mammiferi, le nuove scoperte possono aiutare a spiegare come si sviluppano i tumori umani.
In Italia, durante la giornata mondiale sul cancro, è stato dichiarato che: “In Italia nel 2020 secondo le stime del Rapporto Aiom-Airtum sono diagnosticati circa 377.000 nuovi casi di tumori maligni (esclusi i carcinomi della cute non melanomi): 195.000 negli uomini e 182.000 nelle donne. Nel 2019 le nuove diagnosi di cancro sono state 371mila”.
Per quanto riguarda la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi: “Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Aiom-Airtum, si registra una sopravvivenza del 63% nelle donne (in cui il tumore più frequente è quello mammario) e del 54% negli uomini. Risultati importanti anche nel paragone con quelli di altri Paesi europei, che testimoniano la qualità dell’assistenza oncologica nel nostro Paese, che si colloca ai vertici sia in Europa che nel mondo”.