Il settore tecnologico ha da sempre contribuito a renderci la vita più facile e più sicura, a casa ed al lavoro. Per quanto ne sappiamo, a causa dell’epidemia, strumenti come guanti e mascherine ci accompagneranno quotidianamente per un lungo periodo di tempo, ed è innegabile che abituarsi a questo genere di protezioni sia complicato.
A tentare di rendere questi strumenti più smart e meno frustranti da utilizzare è l’azienda cinese Huami – settore wearable del brand Xiaomi commercializzata sotto il nome Amazfit – con una mascherina tech, che sarebbe in grado, grazie a delle luci ultraviolette integrate, di autoigenizzarsi in circa 10 minuti se connessa ad una comune porta USB.
Aeri, la mascherina tech con filtrazione di classe N95
Si chiamerà dunque Aeri, e, grazie ad un filtro sostituibile di classe N95, dovrebbe essere in grado non solo di proteggere egregiamente coloro che la indossano, ma anche di farlo per lunghi periodi di tempo, stimato dall’azienda in circa 1 mese e mezzo: una vera e propria rivoluzione, in particolare nel mercato attuale, che fatica a produrre abbastanza dispositivi di protezione, e certamente servirà da supporto per quegli ambienti lavorativi che possono beneficiare di sanificazioni frequenti.
Per aziende come Huami, lo sviluppo di tecnologie simili è fondamentale alla ripartenza dopo un trimestre catastrofico, che l’ha vista passare da ricavi pari a oltre 10 milioni di dollari a numeri che non vanno oltre i 3 milioni.
I tempi per lo sviluppo di un progetto del genere sono estremamente rapidi nella zona di Shenzhen – non dovrebbero essere più lunghi di 6/12 mesi -, grazie ad una collaudata catena manifatturiera che contraddistingue tale zona della Cina sudorientale, votata completamente all’efficienza produttiva.
Non è ancora stato svelato il prezzo a cui questa mascherina tech approderà sul mercato, ma Pengtao Yu, vicepresidente del settore di design industriale di Huami, ha affermato, in un’intervista per TechCrunch, che l’obbiettivo è distribuire questo prodotto al mercato consumer non solo per proteggere contro i virus, ma anche come strumento per preservare le vie aeree contro il forte inquinamento di certe aree.