Un team di ricerca internazionale composto da NIMS, Università di Tokyo, Kyoto Institute of Technology e Università di Tohoku ha dimostrato che film ultra-sottili di biossido di rutenio (RuO₂) mostrano altermagnetismo, una proprietà che definisce quella che oggi viene considerata la terza grande famiglia dei materiali magnetici, accanto a ferromagneti e antiferromagneti.
Questo è già stato sperimentato in parte sui computer quantistici.

La scoperta, pubblicata su Nature Communications, apre scenari concreti per lo sviluppo di memorie magnetiche di nuova generazione, potenzialmente più veloci, dense e resistenti alle interferenze rispetto a quelle attuali.
Cos’è l’altermagnetismo e perché è importante
Nei dispositivi di memoria odierni si utilizzano principalmente materiali ferromagnetici, che permettono una scrittura semplice dei dati tramite campi magnetici esterni. Il loro limite principale è la sensibilità ai campi magnetici indesiderati, che può causare errori e limita la miniaturizzazione.
I materiali antiferromagnetici, al contrario, sono estremamente stabili perché i loro momenti magnetici interni si annullano. Tuttavia, proprio questa caratteristica rende difficile leggere le informazioni tramite segnali elettrici.

L’altermagnetismo si colloca tra questi due estremi:
- magnetizzazione totale nulla, come negli antiferromagneti
- struttura elettronica con separazione di spin, leggibile elettricamente
In altre parole, un materiale altermagnetico combina stabilità magnetica e leggibilità elettrica, due requisiti chiave per la spintronica e le memorie magnetiche avanzate.
Il problema del RuO₂ e la svolta sperimentale
Il RuO₂ era già stato proposto come possibile altermagnete, ma i risultati sperimentali ottenuti in passato erano fortemente incoerenti. Il motivo principale risiedeva nella difficoltà di produrre film sottili di alta qualità con una orientazione cristallografica uniforme.
Il team giapponese ha risolto il problema realizzando film sottili di RuO₂ con un’unica orientazione cristallina, cresciuti su substrati di zaffiro. La scelta del substrato e il controllo fine delle condizioni di crescita hanno permesso di ottenere campioni estremamente stabili e riproducibili.
Le prove sperimentali dell’altermagnetismo
Per verificare la natura magnetica del materiale, i ricercatori hanno utilizzato tecniche avanzate di analisi basate su radiazione di sincrotrone, in particolare il dicroismo magnetico lineare a raggi X.
I risultati hanno mostrato che:
- la magnetizzazione complessiva del film è nulla
- gli spin elettronici seguono un ordine alternato coerente con l’altermagnetismo
- la resistenza elettrica varia in funzione della direzione dello spin, un chiaro segnale di struttura elettronica “spin-split”

Questi dati sperimentali coincidono con i calcoli ab initio dell’anisotropia magneto-cristallina, confermando che i film sottili di RuO₂ sono autentici altermagneti.
Implicazioni per le memorie magnetiche e la spintronica
L’importanza di questa scoperta non è solo teorica. I film sottili di RuO₂ potrebbero diventare la base per:
- memorie magnetiche ad alta densità
- dispositivi più veloci, grazie alla dinamica intrinsecamente rapida degli altermagneti
- minore consumo energetico
- maggiore immunità ai disturbi magnetici esterni
In prospettiva, l’altermagnetismo potrebbe superare alcune delle limitazioni strutturali che oggi frenano l’evoluzione delle MRAM e delle tecnologie spintroniche tradizionali.
Prossimi sviluppi
Il team di ricerca intende ora sfruttare queste proprietà per sviluppare dispositivi di memoria magnetica avanzati basati su RuO₂. Inoltre, le metodologie di analisi magnetica sviluppate nello studio potranno essere applicate all’identificazione di nuovi materiali altermagnetici, accelerando la ricerca in questo settore emergente.
Se confermato su scala industriale, l’altermagnetismo potrebbe rappresentare uno dei passaggi chiave verso una nuova generazione di elettronica basata sullo spin, più efficiente e più scalabile rispetto alle soluzioni attuali.