La primavera conclamata non porta solo tanta bellezza per gli occhi come i ciliegi in fiore, ma porta anche le classiche allergie stagionali che possono diventare un vero e proprio incubo per tutte quelle persone che soffrono di rinite allergica: naso che cola, starnuti, prurito, lacrimazione e occasionalmente tosse.
Con il cambiamento climatico, il problema delle allergie stagionali potrebbe farsi sentire ancora di più: gli esperti infatti hanno spiegato che l’aumento della concentrazione atmosferica in serra e le temperature più elevate facciano sì che le piante abbiano stagioni di fioritura più lunghe, il che porta a più pollini nell’aria. Come se non bastasse, le allergie stagionali tendono ad essere aggravate da inquinanti atmosferici come le particelle di scarico del diesel.
Allergie stagionali: ecco che cosa puoi fare
Anne Ellis, Presidentessa della Queen’s Division of Allergy and Immunology e scienziata clinica presso il Kingston Health Sciences Center (KHSC), si è dedicata ad una ricerca approfondita su come sono cambiate le allergie stagionali nell’ultimo decennio. Le informazioni ricavate sono state sconcertanti: è ancora difficile distinguere gli schemi e fare previsioni decise.
“Ogni anno è diverso“, ha dichiarato Ellis: “La stagione dei pollini degli alberi di quest’anno è effettivamente iniziata in tempo rispetto a 10 anni fa, ma in un passato più recente abbiamo avuto un inizio molto tardivo per la stagione dei pollini degli alberi, a causa di inverni molto più lunghi”.
Mentre il 2021 ha registrato livelli record di polline di betulla, finora il 2022 è stato più tipico in termini di conteggi complessivi per l’Ontario meridionale. Ad aprile, tuttavia, le giornate più calde seguite da notti fredde e persino la neve hanno interrotto l’impollinazione: “Aspettatevi l’inaspettato quando si tratta di allergie stagionali”, è il consiglio principale della Dottoressa Ellis per coloro che cercano i loro antistaminici ogni primavera.
La Dottoressa Ellis però ha la convinzione che l’accorciamento delle stagioni primaverili e autunnali, con inverno ed estate più lunghi, faccia una grande differenza, almeno nel modo in cui le persone percepiscono i loro sintomi allergici: “Ci ritroviamo con un inverno più lungo e più tempo per ‘dimenticare’ quanto possono essere gravi le nostre allergie stagionali, quindi ci colpiscono in modo più drammatico quando tornano“.
Nel caso in cui questi suggerimenti non risolvano, bisognerà rivolgersi ad uno specialista che tratti il caso accuratamente: “Chiedi al tuo medico di indirizzarti ad un allergologo per eseguire dei test e scoprire a cosa sei allergico in particolare“, consiglia Ellis: “Un allergologo può offrire opzioni di immunoterapia personalizzate basate su questi risultati che trattano effettivamente l’allergia sottostante, piuttosto che solo mascherare i sintomi“.
Dal punto di vista della salute pubblica, Ellis ha dichiarato che la pianificazione urbana può fare la differenza, ad esempio piantando alberi che non impollinano, mentre lasciano cadere noci e frutti, il che può creare disordine, ma evitare tanti disagi ai cittadini colpiti da allergie stagionali.
La Dottoressa Ellis dirige l’Unità di esposizione ambientale di Kingston al KHSC. In questa struttura, lei e il suo team hanno un ambiente meticolosamente controllato che consente loro di studiare l’impatto degli allergeni sulla salute in qualsiasi momento dell’anno: “L’ambiente interno altamente controllato elimina le variabili del tempo, l’ambiente dei partecipanti e le mutevoli caratteristiche degli allergeni stagionali”, ha spiegato l’esperta: “Un sistema di somministrazione controllato da computer proprietario e un monitoraggio rigoroso assicurano che i livelli di allergene mantenuti nell’unità rimangano entro requisiti specifici”.