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Salute

Allergia allo sperma: colpisce il 12% delle donne e può ostacolare il concepimento

Un numero crescente di donne manifesta reazioni come prurito, bruciore o difficoltà respiratorie subito dopo un rapporto sessuale, sintomi riconducibili all'ipersensibilità al plasma seminale (SPH), nota come allergia allo sperma. Questa rara condizione, spesso sottodiagnosticata, è scatenata da specifiche proteine del plasma seminale, non dagli spermatozoi. Sebbene non causi infertilità diretta, la SPH può complicare significativamente il concepimento, poiché la normale strategia di evitare l'allergene diventa impraticabile per le coppie che cercano una gravidanza

Denise Meloni 4 ore fa Commenta! 8
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Si osserva con frequenza crescente che alcune donne manifestano sintomi quali prurito, bruciore, gonfiore o persino difficoltà respiratorie immediatamente successivi a un rapporto sessuale. Tale sintomatologia non costituisce un mero disagio, bensì indica una condizione medica specifica: l’ipersensibilità al plasma seminale (SPH), comunemente definita come allergia allo sperma. È fondamentale precisare che questa reazione allergica, sebbene rara e spesso sottodiagnosticata, non è innescata dagli spermatozoi in sé, bensì da specifiche proteine presenti nel plasma seminale, il fluido che veicola i gameti maschili.

Contenuti di questo articolo
Allergia allo sperma: una condizione rara ma rilevanteDalle cause alle manifestazioniGestire l’allergia allo sperma e la ricerca di una gravidanza
Allergia allo sperma: colpisce il 12% delle donne e può ostacolare il concepimento
Allergia allo sperma: colpisce il 12% delle donne e può ostacolare il concepimento

Allergia allo sperma: una condizione rara ma rilevante

La SPH è stata documentata per la prima volta nel 1967, quando una donna fu ricoverata in ospedale in seguito a una “violenta reazione allergica” post-coitale. Oggi, la SPH è riconosciuta come un’ipersensibilità di tipo 1, la medesima categoria immunologica a cui appartengono allergie comuni come la febbre da fieno, l’allergia alle arachidi o quella al pelo di gatto.

I sintomi di questa condizione possono variare notevolmente, da lievi a potenzialmente gravi. Alcune donne manifestano reazioni puramente locali, limitate alla zona genitale, con bruciore, prurito, arrossamento e gonfiore della vulva o della vagina. Altre, invece, sviluppano sintomi sistemici che interessano l’intero corpo, come orticaria, respiro sibilante, vertigini, naso che cola e, nei casi più severi, persino anafilassi, una risposta immunitaria potenzialmente letale.

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Allergia allo sperma: colpisce il 12% delle donne e può ostacolare il concepimento

Fino al 1997, si stimava che l’allergia allo sperma colpisse meno di cento donne a livello globale. Tuttavia, una ricerca condotta dall’allergologo Jonathan Bernstein ha rivoluzionato questa percezione, rivelando che tra le donne che riportavano sintomi post-coitali, quasi il 12% poteva essere classificato come affetto da SPH probabile. Un piccolo sondaggio inedito ha riscontrato un tasso simile, attestandosi anch’esso al 12%.

La cifra reale potrebbe essere ben più elevata, poiché numerosi casi non vengono segnalati, ricevono diagnosi errate o sono semplicemente liquidati come malattie sessualmente trasmissibili, infezioni da lieviti o generiche “sensibilità”. Un indizio rivelatore che spesso sfugge è la scomparsa dei sintomi con l’uso del preservativo. Uno studio più recente del 2024 ha ulteriormente rafforzato queste scoperte, suggerendo che la SPH è molto più diffusa e frequentemente diagnosticata in modo errato di quanto si pensasse in passato.

Dalle cause alle manifestazioni

L’allergene principale responsabile dell’allergia allo sperma sembra essere l’antigene prostatico specifico (PSA), una proteina presente in tutto il plasma seminale, indipendentemente dal partner. Questo significa che una donna può sviluppare una reazione allergica allo sperma di qualsiasi uomo, non solo a quello del suo partner abituale.

Allergia allo sperma: colpisce il 12% delle donne e può ostacolare il concepimento

Esistono anche prove di cross-reattività, ovvero reazioni allergiche a sostanze diverse ma strutturalmente simili. Ad esempio, la proteina Can f 5, presente nella forfora di cane, ha una struttura simile al PSA umano. Questo può portare donne allergiche ai cani a manifestare reazioni anche allo sperma. In un caso insolito, una donna con allergia alle noci del Brasile ha sviluppato orticaria dopo un rapporto sessuale, probabilmente a causa di tracce di proteine di noci nello sperma del partner.

La diagnosi di allergia allo sperma inizia con un’approfondita anamnesi medica e sessuale, spesso seguita da un test cutaneo utilizzando lo sperma del partner o da esami del sangue per rilevare gli anticorpi specifici (IgE) diretti contro il PSA. La ricerca ha dimostrato che testare con spermatozoi lavati, ovvero privati del plasma seminale, può aiutare a confermare che l’allergene non sono gli spermatozoi stessi, ma le proteine presenti nel liquido seminale.

L’allergia allo sperma non è un fenomeno esclusivo femminile. È infatti possibile che anche alcuni uomini sviluppino una reazione allergica al proprio sperma. Questa condizione è nota come sindrome da malattia post-orgasmica (POIS). La POIS si manifesta con sintomi simil-influenzali, come affaticamento, annebbiamento mentale e dolori muscolari, che insorgono immediatamente dopo l’eiaculazione. Si ritiene che sia una reazione autoimmune o allergica. La diagnosi è complessa, ma un test cutaneo eseguito con il proprio sperma può talvolta dare un risultato positivo, supportando l’ipotesi di una base allergica o autoimmune.

Gestire l’allergia allo sperma e la ricerca di una gravidanza

L’ipersensibilità al plasma seminale (SPH), sebbene non causi direttamente l’infertilità, può indubbiamente rendere più complesso il percorso verso il concepimento. Per le coppie che desiderano una gravidanza, la strategia standard di evitare l’allergene, solitamente la più efficace per la gestione delle allergie, risulta impraticabile.

Allergia allo sperma: colpisce il 12% delle donne e può ostacolare il concepimento

Esistono diverse opzioni di trattamento per gestire la SPH. Queste includono l’uso di antistaminici profilattici, assunti prima di un rapporto per prevenire o ridurre la gravità della reazione allergica, e antinfiammatori. Una strategia più specifica è la desensibilizzazione, che prevede l’esposizione graduale e controllata al plasma seminale diluito per aiutare il sistema immunitario a tollerarlo.

Nei casi più severi, le coppie possono considerare la fecondazione in vitro (FIVET) utilizzando sperma “lavato”, ossia privato del plasma seminale che contiene gli allergeni. Questo approccio permette di aggirare completamente la reazione allergica. È fondamentale sottolineare che l’allergia allo sperma non è sinonimo di infertilità. Molte donne con questa condizione sono riuscite a concepire con successo, sia naturalmente che con l’ausilio di supporti medici.

Se l’ipersensibilità al plasma seminale può essere gestita, perché così poche persone ne sono a conoscenza? La risposta risiede in una combinazione di fattori culturali e medici. I sintomi legati al sesso sono spesso difficili da esprimere a causa dell’imbarazzo e dello stigma sociale. A questo si aggiunge una scarsa consapevolezza della SPH tra i professionisti sanitari. Il risultato è che molte donne soffrono in silenzio, senza una diagnosi corretta. Lo studio di Bernstein del 1997 ha rivelato che quasi la metà delle donne con sintomi post-coitali non era mai stata valutata per la SPH, e molte avevano trascorso anni ricevendo diagnosi e trattamenti errati.

Allergia allo sperma: colpisce il 12% delle donne e può ostacolare il concepimento

Se dopo i rapporti sessuali si manifestano regolarmente prurito, dolore o malessere generale, e questi sintomi si alleviano con l’uso del preservativo, l’allergia allo sperma potrebbe esserne la causa. È cruciale che questa condizione venga riconosciuta e affrontata apertamente nelle discussioni mediche, uscendo dall’ombra per garantire diagnosi e trattamenti appropriati.

Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Reproductive Immunology.

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