La saga horror di “Alien” è tornata con un nuovo capitolo, “Alien: Romulus”, che ha già suscitato polemiche tra fan e critici. Il film, che ha debuttato nei cinema statunitensi la scorsa settimana, si posiziona come un “interquel,” ambientato tra gli eventi del primo e del secondo film, e segue un nuovo gruppo di esploratori spaziali alle prese con il temuto Xenomorfo.
L’uso controverso dell’IA per riportare Ian Holm sullo schermo
In un richiamo inaspettato al film originale, “Alien: Romulus” utilizza una tecnica che è stata definita online come “necromanzia digitale” per riportare in vita l’immagine dell’attore britannico Ian Holm, scomparso nel 2020. Holm, che interpretava Ash, un membro dell’equipaggio segretamente un androide noto come “sintetico”, è stato “resuscitato” digitalmente per interpretare un altro androide, Rook.
La decisione di utilizzare la somiglianza di Holm ha già causato un certo scalpore tra i fan, ma una nuova rivelazione ha ulteriormente infiammato le polemiche. Secondo un’intervista al Los Angeles Times con i creatori del film, è stato utilizzato un sistema di IA generativa per far sì che la voce dell’attore Daniel Betts, che ha fornito la voce per Rook, somigliasse di più a quella di Holm. Questo dettaglio ha indignato alcuni spettatori, alimentando il dibattito sull’uso dell’IA nel cinema e nelle altre industrie creative.
Le reazioni del pubblico e la difesa del regista
Alcuni fan hanno espresso il loro disappunto sui social media, sostenendo che non c’era alcun motivo per far somigliare il personaggio a Holm. “Non c’è alcuna ragione per cui questo personaggio debba essere [Holm],” ha twittato un fan. “Questo danneggia tutti.”
In difesa della decisione, il regista Fede Álvarez ha spiegato che gran parte della performance di Rook è stata realizzata con un animatrone che somigliava a Holm, manipolato da burattinai, con l’aiuto di effetti CGI per migliorare l’aspetto, mentre Betts ha fornito la cattura facciale e infine il lavoro vocale modificato dall’IA generativa.
“Non stiamo riportando in vita qualcuno e dicendo, ‘Ian l’avrebbe fatto così,'” ha dichiarato Álvarez. “Ovviamente lui l’avrebbe fatto diversamente. Abbiamo avuto un attore sul set, che ha lavorato sui dialoghi e con gli altri attori. Non è come se avessimo evitato di assumere un attore.”
Álvarez ha anche affermato che la famiglia di Holm ha approvato la decisione, sostenendo che è stata fatta per onorare il suo ruolo nella saga di Alien. “Abbiamo fatto tutto con molto rispetto e sempre con l’autorizzazione della sua famiglia, dei suoi figli e della sua vedova, che hanno detto, ‘Ci piacerebbe vedere di nuovo la sua immagine.'”
Le implicazioni future dell’uso dell’IA nel cinema
“Alien: Romulus” non è il primo blockbuster a utilizzare effetti digitali per riportare in vita attori defunti, né il primo a impiegare l’IA generativa. Tuttavia, vedere queste due tecnologie utilizzate insieme solleva preoccupazioni significative sul ruolo dell’IA nell’industria creativa. La tecnologia potrebbe potenzialmente sostituire artisti e attori, danneggiare l’eredità di interpreti deceduti che non possono esprimere la loro opinione su come vengono imitati e solleva questioni non risolte sui diritti d’autore.
Senza dubbio, questo è uno degli usi più significativi dell’IA generativa in un grande blockbuster fino ad oggi. “Romulus” potrebbe quindi rappresentare un test cruciale per capire come questa tecnologia verrà utilizzata nei film in futuro.
Conclusione: una nuova frontiera o un passo falso?
L’uso dell’IA per riportare in vita attori defunti, come Ian Holm in “Alien: Romulus,” solleva importanti questioni etiche e creative. Sarà interessante vedere come il pubblico e l’industria risponderanno a queste nuove tecnologie e quali saranno le implicazioni per il futuro del cinema.
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