Secondo una nuova ambiziosa analisi dei ricercatori del Big Data Institute dell’Università di Oxford, sembrerebbe essere stato realizzato l’albero genealogico più antico della nostra storia.
Andando un po’ a ritroso, quasi tutti noi abbiamo una provenienza che non ci aspetteremmo, basterebbe controllare i nostri alberi genealogici –magari andando indietro di qualche generazione–, o magari basterebbe vedere da dove vengono i nostri genitori, o magari bisognerebbe andare un po’ più indietro e dover arrivare a vedere un antenato che ha vissuto più di diecimila anni fa, di certo arriveremmo al punto dove uno qualsiasi tra i nostri antenati ha scelto di lasciare la sua patria in cerca di fortuna, o di una vita migliore.
L’albero genealogico più antico sembrerebbe aver avuto origine in una macchia di deserto nel nord-est del Sudan, vicino al Nilo, per l’esattezza alle coordinate 19°24’00.0″N 33°42’00.0″E, e si ritiene che questa possa essere effettivamente la casa ancestrale di tutti colori che oggi abitano il nostro pianeta.
“Essenzialmente, stiamo ricostruendo i genomi dei nostri antenati e li stiamo usando per formare una vasta rete di relazioni”
ha spiegato il dottor Anthony Wilder Wohns, autore principale dello studio che è stato pubblicato due giorni fa sulla rivista Science, dopodiché ha aggiunto:
“Possiamo quindi stimare quando e dove vivevano questi antenati“.
Probabilmente abbiamo tutti familiarità con l’idea di tracciare alberi genealogici utilizzando l’analisi del DNA e della genomica in questi giorni, anche perché non sono più qualcosa di difficile reperimento o delimitato a test di laboratorio, quante volte infatti sono stati usati per determinare relazioni tra persone e/o nel risolvere omicidi commessi nel corso degli anni, in tutto il mondo.
Sebbene ciò fosse appurato, alcuni scienziati volevano realizzare qualcosa di globale, qualcosa che mettesse in comune tutto ciò che riguarda l’umanità, e con l’albero genealogico più antico mai realizzato, potrebbero esserci riusciti.
“Abbiamo sostanzialmente costruito un enorme albero genealogico, una genealogia per tutta l’umanità”
ha affermato il genetista evoluzionista e autore principale, il dottor Yan Wong, per poi aggiungere:
“Questa genealogia ci permette di vedere come la sequenza genetica di ogni persona si relaziona l’una con l’altra, lungo tutti i punti del genoma”.
L’importanza della realizzazione dell’albero genealogico più antico
Utilizzando i dati di otto diversi database del genoma umano, i ricercatori sono stati in grado di creare una rete di quasi 27 milioni di antenati, l’albero genealogico più antico e sicuramente più grande mai realizzato.
Per ottenere l’albero genealogico più antico sono stati impiegati algoritmi all’avanguardia per scandire i dati, alla ricerca di modelli di variazione genetica, per poi prevedere dove si sarebbero verificati antenati comuni per poi spiegarli.
“Lo studio modella esattamente come possiamo la storia che ha generato tutta la variazione genetica che troviamo negli esseri umani oggi”
ha spiegato Wong.
Il risultato è un’affascinante rappresentazione visiva del movimento e della migrazione dell’umanità nel corso della storia, tuttavia i ricercatori non hanno ancora finito di metter mano a affinare questa ricerca, infatti man mano che saranno disponibili più dati, intendono continuare ad aggiungere e migliorare la mappa genealogica e, grazie all’efficienza dei loro metodi, hanno ancora spazio per milioni di campioni di genoma extra.
“Questo studio sta gettando le basi per la prossima generazione di sequenziamento del DNA.
Man mano che la qualità delle sequenze del genoma di campioni di DNA moderni e antichi migliora, gli alberi diventeranno ancora più accurati e alla fine saremo in grado di generare un’unica mappa unificata che spiega la discesa di tutte le variazioni genetiche umane che vediamo oggi”.
ha affermato Wong, inoltre se ciò non dovesse essere già di per sé un progetto enorme, rivoluzionario e che darebbe una svolta su tutta la nostra storia di esseri umani, Wohsns pensa che il suo team possa andare ancora oltre, infatti ha affermato:
“Sebbene gli esseri umani siano al centro di questo studio, il metodo è valido per la maggior parte degli esseri viventi; dagli oranghi ai batteri.
Potrebbe essere particolarmente utile nella genetica medica, nel separare le vere associazioni tra regioni genetiche e malattie dalle connessioni spurie derivanti dalla nostra storia ancestrale condivisa”.
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