Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) colpisce tra il 3 ed il 4,5 % della popolazione adulta nel mondo e in Italia almeno due milioni di persone maggiorenni soffrano del disturbo, con una prevalenza superiore tra i maschi.
Purtroppo, i pregiudizi e le idee sbagliate sulle persone colpite da ADHD può causare ulteriori sofferenze mentali come depressione, abuso di alcol e sostanze e disturbi alimentari. Si corre anche il rischio che i soggetti ADHD elaborino idee suicidarie con una probabilità 3 volte maggiore rispetto agli individui non colpiti.
È invece fondamentale il riconoscimento e il trattamento precoci dell’ADHD, poiché migliorano in maniera incisiva i benefici fisici, mentali e sociali delle persone con la condizione che, come tutti gli altri, meritano di vivere una vita piena e gratificante.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale The Conversation.The Conversation.
Disturbo ADHD: come viene percepito questo stigma?
Il disturbo ADHD è complesso e deriva da differenze genericamente ereditate e determinate a seconda di come il cervello si sviluppa. I pregiudizi, che riguardano principalmente i bambini, che il disturbo sia generato principalmente dall’esposizione alla TV o a Internet, o peggio ancora dalla mancanza di affetto dei genitori o al fatto che provengono da una famiglia divisa, sono teorie infondate fonte di una società impreparata ad accogliere chi ne è colpito.
Le persone con ADHD hanno schemi persistenti di comportamento iperattivo, impulsivo e disattento che non sono al passo con il resto del loro sviluppo. Ciò può influire sulla loro capacità di funzionare e partecipare alle attività a casa, a scuola o al lavoro e nella comunità in generale. Esistono determinati criteri per una diagnosi corretta che però deve essere affidata solo ad un medico specialista a seguito di un’analisi medica, dello sviluppo e della salute mentale completa.
Un altro pregiudizio da sfatare è che le diagnosi di ADHD siano sovradiagnosticate. C’è anche un diffuso scetticismo nella comunità sull’uso di farmaci per trattare l’ADHD. I farmaci sono solo una parte della gestione dell’ADHD che dovrebbe sempre includere il supporto educativo, psicologico e sociale.
Le persone con ADHD possono lottare con le questioni quotidiane che altre persone trovano facili, con poca comprensione e riconoscimento da parte degli altri. Esempi tipici includono intromettersi nelle conversazioni e nelle attività degli altri, lasciare i compiti a metà, essere smemorati, perdere le cose e non essere in grado di seguire le istruzioni. La risposta a questi comportamenti da parte di alcuni familiari, insegnanti e amici è spesso negativa, critica e implacabile. Gli viene costantemente ricordato quanto lottano con le cose quotidiane che la maggior parte delle persone trova facili.
Lo studio ha rilevato come i giovani in particolare subiscano questo stigma: essi sono pienamente consapevoli di essere visti dagli altri sotto una luce negativa che li fa sentire ingiustamente sbagliati svalutati, imbarazzati, insicuri, inadeguati o incompetenti. Alcuni rispondono a questa critica costante agendo con comportamenti distruttivi e delinquenti, che ovviamente di solito aggravano la situazione.
Lo stigma può colpire anche i genitori che per paura di una diagnosi che confermi il disturbo, la ritardi, sottovalutando i rischi associati all’ADHD non trattato. La confusione su ciò che i genitori dovrebbero credere può anche influenzare la loro capacità di prendere decisioni informate sulla diagnosi del loro bambino. Ciò è preoccupante perché i genitori svolgono un ruolo fondamentale nel garantire che gli operatori sanitari riconoscano e sostengano adeguatamente i bisogni di salute dei loro figli.
Quando la diagnosi viene ritardata fino all’età adulta, le persone con ADHD hanno una probabilità quattro volte maggiore di perdere la vita precocemente rispetto al resto della popolazione. Ciò riflette non solo l’aumento del rischio di suicidio, ma anche un aumento degli incidenti gravi che si verificano a causa di comportamenti impulsivi. Al contrario, un trattamento tempestivo e precoce migliora in maniera straordinaria la qualità della vita e il benessere fisico, mentale e sociale di bambini e adulti affetti dal disturbo.