Mentre le persone con diagnosi di ADHD sono consapevoli che la loro condizione possa creare difficoltà nelle relazioni sociali, mancano della stessa consapevolezza nel controllare l’alimentazione, dando vita ad abitudini poco sane in campo nutrizionale, che potrebbero compromettere la loro salute.
Controllare l’alimentazione con l’ADHD: ecco cosa fare
Tra i problemi più comuni che riguardano la difficoltà per le persone con diagnosi di ADHD nel controllare l’alimentazione troviamo l’ “iperfissazione” e le abbuffate. L’iperfissazione è un’intensa fissazione su determinate attività o interessi, che può anche interessare le abitudini alimentari. Questo sta ad indicare che alcune persone possono mangiare solo un alimento o un pasto specifico per un po’, prima di stancarsene e passare a un alimento o pasto diverso.
Diverse ricerche hanno dimostrato un’associazione tra l’ADHD e alcuni disturbi alimentari, come il disturbo da alimentazione incontrollata, che è tra i più diffusi. Il disturbo da alimentazione incontrollata si verifica quando le persone consumano grandi quantità di cibo in breve tempo, anche quando non hanno fame. Si stima che quasi un terzo delle persone negli Stati Uniti che soffrono di disturbo da alimentazione incontrollata abbia una diagnosi di ADHD.
Alcuni esperti ritengono che le persone con ADHD non riescano a controllare l’alimentazione mangiando troppo per soddisfare il loro bisogno di stimolazione. Il binge eating è una tendenza che si può manifestare poiché le persone ADHD hanno problemi di autocontrollo e autoregolazione il che significa che potrebbero essere più propense a mangiare troppo se si sentono tristi o arrabbiate e potrebbero avere difficoltà a capire quando sono sazi.
Alcune evidenze suggeriscono che non controllare l’alimentazione e lasciarsi andare all’abbuffata nelle persone con ADHD possa essere attribuita a un’accresciuta risposta di ricompensa neurale al cibo piuttosto che all’impulsività. Questo avviene quando il cervello è esposto a uno stimolo gratificante e risponde rilasciando una maggiore quantità di dopamina, una sostanza chimica nel cervello associata alla ricompensa e al piacere. Tuttavia, l’impulsività (un altro sintomo dell’ADHD) può anche portare le persone a mangiare troppo, specialmente cibi malsani.
Esistono terapie farmacologiche per l’ADHD che sopprimono l’appetito durante il giorno, ma quando gli effetti del farmaco svaniscono la sera, l’appetito aumenta, il che può portare a non controllare l’alimentazione e abbuffarsi. Non solo, i problemi sensoriali possono anche spiegare perché alcune persone con ADHD tendono a mangiare o evitare determinati cibi. Alcune consistenze o odori possono causare un sovraccarico sensoriale, rendendo difficile per le persone con ADHD mangiarli, portando a evitare del tutto determinati cibi o gruppi di alimenti.
Ci sono anche prove che le persone con ADHD tendono a gravitare verso i cibi spazzatura, in particolare alimenti ad alto contenuto di zuccheri. Questa tendenza può essere dovuta al fatto che i cibi ricchi di zuccheri stimolano il rilascio di dopamina.
Le persone con ADHD hanno livelli più bassi di dopamina. In quanto tali, potrebbero essere più “cablati” per cercare la dopamina. Dal momento che mangiare carboidrati semplici (come cibi ricchi di zuccheri) innesca una scarica di dopamina nel cervello, questo potrebbe essere il motivo per cui le persone con ADHD tendono a non controllare l’alimentazione e iperfissarsi o abbuffarsi con questi alimenti.
Non seguire una dieta varia o mangiare solo cibi che possono essere ricchi di zuccheri può portare a una serie di problemi di salute, dalle carenze vitaminiche all’obesità. Le diete ricche di zuccheri possono anche influenzare i livelli di energia e l’umore. Alcune ricerche preliminari suggeriscono che alcuni alimenti, ad esempio altamente trasformati, additivi e conservanti, possono anche modificare il comportamento e lo sviluppo cognitivo.
Diversi studi hanno dimostrato che le carenze nutrizionali dovute alla difficoltà di controllare l’alimentazione possono influenzare il comportamento e la funzione cognitiva nelle persone con ADHD. La vitamina D e il magnesio in particolare sono importanti, e la ricerca mostra che possono migliorare l’attenzione e ridurre in qualche modo l’iperattività. La vitamina D può anche influenzare il modo in cui si forma la dopamina nel cervello.
È importante specificare che se anche una persona ADHD ha difficoltà a controllare l’alimentazione esistono strategie che possono aiutare a rendere il compito di nutrirsi in modo sano, più semplice. Ecco cosa puoi fare:
- Pianifica: fai acquisti e pianifica i pasti per la settimana a venire. Pianificare i pasti rende più facile decidere cosa e quando mangiare e può aiutarti a evitare di acquistare o abbuffarti di cibi malsani e trasformati.
- Consuma pasti piccoli ma nutrienti durante il giorno. Se sono pianificati, può aiutarti a evitare di fare il pieno di spuntini malsani e può anche aiutarti a evitare abbuffate serali se sei una persona che dimentica di mangiare durante il giorno. Un equilibrio di proteine e carboidrati complessi (come pollo, fagioli o cereali integrali) ti aiuterà a ottenere abbastanza nutrienti e vitamine adeguati, ma ti aiuterà anche a sentirti più pieno più a lungo e a darti energia.
- Crea un ambiente alimentare sano a casa. Ciò potrebbe comportare non acquistare snack ipercalorici o sostituirli con altri nutrienti, come frutta o verdura, che possono aiutare a migliorare la tua attenzione.
- Integra alcune vitamine e minerali. Le persone con ADHD hanno maggiori probabilità di essere carenti di alcuni micronutrienti tra cui Omega-3, magnesio e zinco. Questi nutrienti sono importanti per garantire che cervello, corpo e sistema immunitario funzionino al meglio.
Anche se può sembrare complicato modificare il modo di mangiare e prediligere alimenti sani, farsi aiutare da un nutrizionista o uno psicologo, ricevere aiuto da una persona cara o persino utilizzare un pianificatore di pasti giornalieri può essere utile per aiutare le persone ADHD a controllare l’alimentazione. Anche apportare solo alcune piccole modifiche alle abitudini alimentari quotidiane può avere un effetto significativo sulla salute a lungo termine.