Un nuovo studio pubblicato su BMC Environmental Health lancia un importante campanello d’allarme: l’assunzione di acetaminofene (paracetamolo) durante la gravidanza potrebbe essere associata a un aumento del rischio di sviluppare disturbi del neurosviluppo nei bambini, tra cui autismo e ADHD.

Il paracetamolo è uno dei farmaci più utilizzati al mondo per trattare dolore e febbre, ed è spesso considerato sicuro anche in gravidanza. Tuttavia, questa percezione potrebbe dover essere rivista alla luce delle nuove evidenze scientifiche.
Una revisione sistematica di 46 studi
La ricerca è stata coordinata dall’Icahn School of Medicine at Mount Sinai, in collaborazione con l’Università di Harvard, l’UCLA e l’Università del Massachusetts Lowell; tra gli autori spicca Andrea Baccarelli, preside della Harvard T.H. Chan School of Public Health, che ha guidato il team nell’analisi di 46 studi precedenti condotti in tutto il mondo, tutti focalizzati sul legame tra uso prenatale di acetaminofene e successivi disturbi neurologici nei bambini.

Per garantire massima trasparenza e rigore, è stato adottato il metodo Navigation Guide Systematic Review, uno standard riconosciuto per la valutazione di dati in ambito ambientale e sanitario.
I risultati confermano un aumento dell’incidenza di disturbi dello sviluppo neurologico (NDD) nei bambini esposti al paracetamolo durante la gestazione; l’associazione è risultata particolarmente significativa nei casi di utilizzo prolungato, ovvero oltre le quattro settimane consecutive.
Uso cauto, non allarmismo
Nonostante i dati preoccupanti, i ricercatori sottolineano che non si tratta di demonizzare il paracetamolo. Il farmaco rimane utile e, in certi casi, necessario, ad esempio per ridurre la febbre alta che può causare parto prematuro o malformazioni del tubo neurale.
“La nostra raccomandazione è di usare il paracetamolo con giudizio, alla dose minima efficace e per la durata più breve possibile, sempre sotto consiglio medico”, si legge nel comunicato diffuso dal team di ricerca.
La FDA pronta a intervenire
In seguito ai risultati dello studio, la Food and Drug Administration (FDA) ha annunciato l’intenzione di inviare una comunicazione ai medici, invitandoli alla massima cautela nell’indicare l’uso di acetaminofene in gravidanza.

Andrea Baccarelli ha affermato di aver discusso personalmente la questione con Robert F. Kennedy Jr., attuale Segretario alla Salute degli Stati Uniti, fornendo anche una dichiarazione ufficiale alla Casa Bianca.
Nel documento, lo scienziato parla di “evidenze solide di un’associazione” tra esposizione prenatale e NDD, pur precisando che saranno necessarie ulteriori ricerche per stabilire con certezza un nesso causale.
Una questione anche legale
Da segnalare che lo stesso Baccarelli, nella sezione dedicata ai conflitti di interesse, ha dichiarato di aver testimoniato come perito in una causa legale avviata da genitori che ritengono il paracetamolo responsabile di danni neurologici ai propri figli.
Finanziamenti e collaborazione
Il progetto di ricerca è stato finanziato da tre importanti enti statunitensi:
- National Cancer Institute
- National Institute of Environmental Health Sciences
- National Institute on Aging
Conclusione
Questo studio apre una nuova fase di riflessione sull’utilizzo di farmaci considerati “sicuri” in gravidanza; la prudenza, in questo caso specifico, sembra essere la parola chiave: usare il paracetamolo solo se strettamente necessario, sotto controllo medico, e per brevi periodi potrebbe rappresentare la scelta più saggia per tutelare lo sviluppo neurologico del feto.