Era il 6 ottobre 1995 quando due astronomi svizzeri, Michel Mayor e Didier Queloz, presero la parola durante un congresso internazionale a Firenze. Davanti a una platea di scienziati increduli, annunciarono di aver scoperto un pianeta al di fuori del Sistema Solare, in orbita attorno a una stella simile al nostro Sole. Quel pianeta si chiamava 51 Pegasi b. Da quel momento, l’universo non sarebbe più stato lo stesso.
Un gigante caldo e invisibile

51 Pegasi b è un gigante gassoso simile a Giove, ma con una particolarità: si trova molto più vicino alla sua stella di quanto Mercurio non sia al Sole. Le temperature raggiungono livelli altissimi e le sue orbite sono così ravvicinate che un anno su quel mondo dura appena quattro giorni terrestri. Gli scienziati non lo videro direttamente, ma ne dedussero la presenza attraverso la tecnica della velocità radiale, misurando le minuscole oscillazioni della stella causate dalla gravità del pianeta.
L’alba degli esopianeti
Quella scoperta aprì una nuova era. Per la prima volta, gli astronomi avevano la prova dell’esistenza di altri sistemi planetari. Fino ad allora, si pensava che il nostro fosse un caso speciale. In meno di trent’anni, l’elenco dei pianeti extrasolari è passato da uno a oltre 6.000, con migliaia di candidati ancora in attesa di conferma.
Da Firenze al Nobel
Nel 2019, Mayor e Queloz ricevettero il Premio Nobel per la Fisica per il loro lavoro pionieristico. La loro scoperta non solo ha ampliato i confini della conoscenza, ma ha spinto la scienza a cercare nuovi mondi abitabili. Oggi i telescopi spaziali come Kepler, TESS e James Webb osservano stelle lontane cercando pianeti con atmosfere simili alla Terra.
Il futuro della caccia ai mondi alieni

Nei prossimi anni l’Agenzia Spaziale Europea lancerà PLATO, una missione pensata per trovare pianeti rocciosi in zone abitabili, e realizzerà FlyEye, un osservatorio in Sicilia progettato per scansionare il cielo in modo continuo.
La speranza è chiara: trovare un mondo con segni di vita, anche se microscopica.
Da un congresso a Firenze a un nuovo universo
Quel giorno del 1995 a Firenze non fu solo una conferenza scientifica. Fu l’inizio di una nuova visione dell’universo, in cui la Terra non è più un’eccezione ma una delle tante tra miliardi di possibilità.
E tutto partì da un pianeta invisibile, chiamato 51 Pegasi b.
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