Il misterioso oggetto interstellare 3I/ATLAS continua a far parlare di sé. Dopo aver attraversato il Sistema solare con una traiettoria insolita e una composizione chimica fuori dal comune, ora si avvicina pericolosamente all’orbita di Marte. Secondo il controverso astronomo di Harvard Avi Loeb, potremmo essere davanti a qualcosa di più di una semplice cometa.
No, non è una teoria condivisa dalla comunità scientifica. Ma è un’ipotesi che Loeb sta difendendo pubblicamente: 3I/ATLAS potrebbe essere un oggetto artificiale inviato intenzionalmente verso il Sistema solare interno.
Cosa rende 3I/ATLAS così particolare?
Gli astronomi l’hanno osservato con il telescopio spaziale James Webb, scoprendo alcuni dettagli interessanti:
- Un rapporto CO₂/acqua altissimo per una cometa (≈8:1)
- Un nucleo di ghiaccio altamente irradiato
- Un’orbita interstellare retrograda che lo porta vicino a Giove, Marte e Venere
Fin qui, tutto tecnicamente plausibile. Ma per Loeb, il fatto che 3I/ATLAS si avvicini così tanto a tre pianeti principali — e in particolare a Marte — sembra “troppo ben calibrato per essere casuale”.
Quanto si avvicinerà a Marte?
Nel suo ultimo post sul blog, Loeb sottolinea che 3I/ATLAS passerà a soli 1,67 milioni di miglia (circa 2,7 milioni di km) dall’orbita marziana. Non un impatto, ma un avvicinamento ravvicinato. E secondo lui, è una “messa a fuoco orbitale” troppo precisa per non sollevare interrogativi.
Il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA, che orbita attorno a Marte, potrebbe essere in posizione ideale per osservare l’oggetto da vicino. Sempre che qualcuno decida di sfruttare l’occasione.
Cosa succederebbe con una spinta?

In uno studio cofirmato con Adam Hibberd, Loeb calcola che una correzione di rotta tra 10 e 15 km/s nel settembre 2025 potrebbe deviare 3I/ATLAS verso un impatto diretto con Marte.
Ora: un’accelerazione del genere non può essere prodotta da semplici frammenti espulsi dalla superficie di una cometa. È qui che entra in gioco la speculazione: se dovessimo rilevare materiale di 3I/ATLAS su Marte nel mese di ottobre, potrebbe essere un “segnale tecnologico”.
In altre parole: un impatto indotto, non naturale.
Cercare gli oggetti invisibili
Loeb spinge anche per un altro tipo di osservazione: usare MRO per cercare “precursori”, cioè oggetti più piccoli che potrebbero seguire lo stesso percorso e raggiungere Marte prima o dopo 3I/ATLAS.
Il problema è che questi corpi sarebbero troppo piccoli per essere rilevati dai telescopi terrestri. Solo una sonda già in orbita attorno al pianeta rosso avrebbe una chance di individuarli.
Cosa dice la comunità scientifica?
A oggi nessuna agenzia spaziale ha confermato ipotesi simili. La traiettoria di 3I/ATLAS è certamente insolita, ma non viola le leggi fisiche note. Loeb è noto per le sue teorie fuori dal coro (era lui a proporre che ’Oumuamua fosse un velivolo alieno), ma in questo caso sta cercando di mettere pressione affinché la NASA osservi l’oggetto con attenzione.
E in effetti, quale altra occasione avremo per osservare da vicino un oggetto interstellare mentre passa nei pressi di Marte?
Fantascienza? Forse. Ma l’opportunità è reale
Al di là delle ipotesi estreme, 3I/ATLAS è una cometa interstellare rara, con proprietà chimiche e dinamiche ancora da comprendere del tutto. Che sia naturale o no, offre un’occasione unica per la scienza.
Osservarla con MRO o con altri strumenti in orbita marziana potrebbe fornire dati spettacolari, e magari chiarire una volta per tutte se dietro quella coda di CO₂ c’è solo polvere cosmica o qualcosa di più.