La cometa interstellare 3I/ATLAS ha riacceso l’interesse per la difesa planetaria. È il terzo oggetto proveniente da un altro sistema stellare mai osservato, e il suo passaggio vicino al Sole tra fine ottobre 2025 e gennaio 2026 ha fatto nascere domande su un possibile rischio per la Terra. Ma la verità è molto diversa da quanto circola online.
Che cos’è 3I/ATLAS

3I/ATLAS è una cometa proveniente dallo spazio interstellare, scoperta dal sistema di sorveglianza ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System). La sigla “3I” indica che è il terzo oggetto interstellare mai registrato dopo 1I/‘Oumuamua e 2I/Borisov.
La sua orbita è iperbolica, cioè non chiusa attorno al Sole. Questo significa che non tornerà mai più e non potrà entrare in collisione con la Terra. Secondo le misurazioni più recenti, 3I/ATLAS viaggia a circa 60 chilometri al secondo, con un nucleo stimato intorno ai 5,6 chilometri di diametro secondo i dati del telescopio Hubble.
Perché è stata inserita nella lista di allerta planetaria

L’attenzione è esplosa quando l’International Asteroid Warning Network (IAWN) ha deciso di includere 3I/ATLAS tra gli oggetti da monitorare. La IAWN è la rete riconosciuta dall’ONU dal 2013, creata per coordinare gli avvisi globali in caso di asteroidi potenzialmente pericolosi.
Ma nel caso di 3I/ATLAS non si tratta di un allarme reale. Gli esperti hanno chiarito che l’inserimento nella lista è un test scientifico globale, utile a simulare la risposta coordinata della comunità astronomica. È una prova di cooperazione, non una missione di difesa attiva.
La NASA ha spiegato che l’obiettivo è allenare gli osservatori, migliorare la precisione delle misurazioni astrometriche e verificare la rapidità con cui i dati vengono condivisi tra le agenzie spaziali.
Un evento di portata mondiale
Dal 27 novembre 2025 al 27 gennaio 2026 si terrà la Comet Astrometry Campaign, una campagna di osservazione coordinata a livello planetario. Telescopi da tutto il mondo seguiranno la cometa nello stesso intervallo temporale, inviando dati in tempo reale a un archivio comune.
È la prima volta che la comunità scientifica organizza un monitoraggio sincronizzato su un oggetto interstellare. Gli astronomi definiscono questa operazione un vero addestramento planetario: un modo per mettere alla prova i protocolli di emergenza e verificare l’efficacia delle comunicazioni globali in caso di rischio reale.
La cometa non minaccia la Terra

Nonostante i titoli allarmistici, la traiettoria di 3I/ATLAS non interseca in alcun punto l’orbita terrestre. Anche nel momento di maggiore avvicinamento al Sole, la distanza dal nostro pianeta sarà di decine di milioni di chilometri.
I modelli della NASA e dell’IAWN confermano che nessuna parte della cometa o dei suoi eventuali frammenti potrà raggiungere la Terra. Persino in caso di rottura del nucleo durante il perielio, le orbite dei detriti resterebbero completamente indipendenti dalla nostra.
Perché 3I/ATLAS è così interessante
Pur non rappresentando un pericolo, la cometa è un oggetto eccezionale dal punto di vista scientifico. Mostra una “anticoda” rivolta verso il Sole, un fenomeno fisico raro dovuto alla pressione della luce solare sulle particelle della chioma.
Gli astronomi stanno anche analizzando le variazioni di luminosità e i moti non gravitazionali per comprendere la composizione interna del nucleo. Ogni nuova informazione aiuta a capire meglio come si comportano i corpi provenienti da altri sistemi stellari e a migliorare i modelli di previsione.
Dalle teorie online alla realtà scientifica

La popolarità del caso ha portato anche a disinformazione. Alcuni utenti hanno parlato di “oggetto artificiale”, riprendendo teorie già circolate su ‘Oumuamua. In realtà, gli studi più recenti pubblicati su Nature Astronomy indicano che i comportamenti anomali sono pienamente spiegabili con l’attività di degassamento e la spinta solare.
La NASA ha invitato alla cautela e ha ribadito che 3I/ATLAS è un oggetto naturale, perfettamente coerente con la fisica delle comete conosciute. Nessun segnale radio artificiale, nessuna deviazione inspiegabile e nessuna evidenza di origine non naturale.
Confronto con ‘Oumuamua e Borisov
3I/ATLAS differisce dai suoi predecessori per due motivi. Primo, è stata individuata molto prima del perielio, permettendo di organizzare una campagna osservativa globale. Secondo, presenta una chioma più attiva e stabile, che consente analisi più precise di composizione e dinamica.
‘Oumuamua, invece, era un oggetto roccioso privo di chioma, osservato solo dopo il passaggio ravvicinato. Borisov mostrava un’attività tipica di una cometa, ma è rimasto visibile per un tempo più breve. 3I/ATLAS combina il meglio di entrambi: osservabilità prolungata e traiettoria ben definita.
Un test per la cooperazione scientifica globale
Gli scienziati vedono in 3I/ATLAS un’occasione storica per verificare la prontezza delle agenzie spaziali. In caso di reale minaccia, la tempestività di comunicazione e la capacità di calcolo sarebbero decisive. Questo esperimento permette di collaudare gli algoritmi di tracciamento e i flussi di dati tra osservatori, migliorando la sicurezza collettiva.
Anche l’Agenzia Spaziale Europea e diversi istituti giapponesi partecipano alla campagna. L’obiettivo comune è trasformare un evento astronomico raro in un esercizio di collaborazione globale, basato su trasparenza e condivisione.
3I/ATLAS rappresenta nessun pericolo per la Terra?

È un corpo celeste di origine interstellare che passerà vicino al Sole e poi lascerà per sempre il Sistema solare. Il suo studio è prezioso perché aiuta gli scienziati a capire come affrontare situazioni future in cui la minaccia fosse reale.
L’attenzione mediatica è comprensibile, ma le agenzie spaziali hanno confermato con chiarezza: nessun rischio, solo un’occasione scientifica unica per osservare da vicino un viaggiatore cosmico venuto da lontano.
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