Sta viaggiando veloce, viene da fuori dal nostro Sistema solare e gli astronomi non riescono a smettere di osservarlo. Si chiama 3I/ATLAS ed è il terzo oggetto interstellare mai individuato dall’uomo. A renderlo ancora più affascinante è la sua traiettoria: entro poche settimane passerà a meno di 2,7 milioni di chilometri dall’orbita di Marte, offrendo un’occasione irripetibile di studio.
Dati strani dal James Webb
Grazie al James Webb Space Telescope della NASA, gli scienziati hanno scoperto che 3I/ATLAS presenta un rapporto di anidride carbonica/acqua insolitamente alto per una cometa, insieme a un nucleo ghiacciato fortemente irradiato. Segnali che lo rendono diverso dagli oggetti simili già osservati nel nostro Sistema solare.
Non a caso, i dati raccolti finora hanno spinto molti ricercatori a considerarlo un oggetto anomalo, capace di mettere in discussione ciò che sappiamo sulla formazione delle comete.
L’ipotesi di Avi Loeb

A rendere la storia ancora più intrigante ci ha pensato Avi Loeb, astronomo di Harvard noto per le sue teorie coraggiose. Secondo lui, non si può escludere che 3I/ATLAS sia un manufatto inviato da una civiltà extraterrestre, proprio per la precisione con cui la sua traiettoria lo porta vicino a Giove, Marte e Venere.
Loeb parla di una “straordinaria fine regolazione della rotta”, troppo precisa per essere solo frutto del caso. E per questo invita a sfruttare strumenti come la sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA per raccogliere dati diretti durante il passaggio.
Possibile impatto con Marte?
In un recente studio firmato da Loeb e dal collega Adam Hibberd, i due hanno calcolato che una minima correzione di rotta – tra i 10 e i 15 km/h – effettuata proprio nel settembre 2025 potrebbe addirittura spingere l’oggetto a collidere con Marte.
Un evento che, se accadesse, sarebbe in grado di cambiare la storia dell’esplorazione spaziale. Loeb sostiene infatti che frammenti ghiacciati “espulsi” da una cometa naturale non sarebbero sufficienti a spiegare una manovra del genere. In caso contrario, la presenza di materiali di 3I/ATLAS su Marte potrebbe diventare una firma tecnologica, cioè una possibile prova di un intervento artificiale.
Oltre la cometa: i precursor objects

Loeb ha anche suggerito di monitorare eventuali “precursor objects”, oggetti più piccoli che potrebbero raggiungere Marte prima di 3I/ATLAS. Sarebbero talmente ridotti da non poter essere rilevati dai telescopi terrestri, ma un’analisi mirata da parte della NASA potrebbe confermare o smentire la loro esistenza.
Scienza o fantascienza?
La maggior parte degli astronomi continua a considerare 3I/ATLAS una cometa interstellare, un’occasione rara e preziosa per osservare materiali provenienti da altri sistemi stellari. Ma le ipotesi di Loeb aggiungono pepe al dibattito, ricordandoci quanto poco conosciamo dei viaggiatori cosmici che ogni tanto incrociano le nostre orbite.
Fra poche settimane, quando 3I/ATLAS sfiorerà Marte, potremmo ottenere nuove risposte — o nuove domande ancora più grandi.
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