La cometa interstellare 3I/ATLAS, osservata per la prima volta a luglio 2025, sta attirando l’attenzione degli astronomi per un comportamento che non rientra negli schemi tipici di questi oggetti. Man mano che si avvicina a Marte, diversi osservatori hanno registrato anomalie che hanno acceso il dibattito scientifico.
Un visitatore interstellare fuori dall’ordinario
Inizialmente 3I/ATLAS era stata classificata come una normale cometa proveniente dall’esterno del Sistema solare, composta da ghiaccio e polveri destinate a sublimare con l’avvicinarsi al Sole. Fin qui, nulla di strano. Ma già dalle prime settimane di monitoraggio sono emersi dati inattesi: la sua velocità, la traiettoria e il modo in cui rilascia gas non combaciano con quanto osservato in altre comete interstellari, come la celebre ‘Oumuamua nel 2017 o 2I/Borisov nel 2019.
Emissioni regolari e traiettoria stabile

Uno degli aspetti più discussi riguarda i getti di gas espulsi da 3I/ATLAS. Nelle comete tradizionali questi fenomeni avvengono in modo caotico, quando aree di ghiaccio vengono riscaldate dalla luce solare. Nel caso di 3I/ATLAS, invece, diversi team di ricerca hanno notato emissioni con una regolarità insospettata, descritte come “quasi cicliche”. Alcuni studi parlano di intervalli ricorrenti che mantengono la traiettoria dell’oggetto più stabile del previsto.
Queste osservazioni non significano necessariamente che ci sia un’anomalia inspiegabile, ma invitano a ripensare i modelli teorici sulle comete interstellari. La fisica dei processi di sublimazione, in condizioni così estreme, potrebbe riservare ancora molte sorprese.
L’approccio a Marte
Secondo i calcoli aggiornati, la cometa passerà a circa 1,9 milioni di chilometri da Marte nel settembre 2025. Una distanza che, in termini astronomici, resta relativamente sicura, ma abbastanza ridotta da consentire osservazioni di grande valore scientifico. Gli strumenti a bordo delle sonde attive attorno al Pianeta Rosso, come il Mars Reconnaissance Orbiter della NASA e la Mars Express dell’ESA, potranno raccogliere dati preziosi sulla composizione e sull’attività di questo corpo celeste.
Gli astronomi sottolineano che non ci sono indicazioni di un rischio di impatto diretto, ma resta alta l’attenzione: la gravità marziana potrebbe influenzare la traiettoria e modificare in parte il passaggio.

Ipotesi e cautele
Alcuni scienziati hanno avanzato teorie più speculative, arrivando a confrontare il comportamento della cometa con quello di un oggetto “controllato”. Queste interpretazioni sono però considerate minoritarie e non supportate da prove solide. Le principali agenzie spaziali, come NASA ed ESA, restano caute: parlano di fenomeni “anomali” rispetto alle comete tradizionali, ma riconducono le osservazioni a processi fisici che devono essere compresi meglio.
Il precedente di ‘Oumuamua ha insegnato che ogni visitatore interstellare può sorprendere con caratteristiche insolite. Nel caso di 3I/ATLAS, la regolarità dei getti di gas potrebbe semplicemente indicare dinamiche interne diverse dalle comete note del nostro Sistema solare.
Perché è importante seguirla
Studiare 3I/ATLAS offre un’occasione unica: permette di osservare in tempo reale un corpo proveniente da un altro sistema stellare e di confrontarlo con le comete a noi più familiari. Ogni dato raccolto può contribuire a capire meglio i processi di formazione planetaria e le condizioni dei sistemi lontani.
Le prossime settimane saranno decisive per raccogliere nuove misurazioni spettroscopiche e radar, così da definire con maggiore precisione la natura di questo enigmatico oggetto. L’attenzione della comunità scientifica resta alta, ma con la prudenza che si addice a fenomeni ancora in fase di studio.