La cometa interstellare 3I/ATLAS è il terzo oggetto alieno a entrare nel nostro Sistema solare dopo ‘Oumuamua e Borisov. Ma rispetto agli altri, stavolta ci sono dati solidi, immagini spettacolari e più di un’anomalia da tenere d’occhio. Non è questione di misteri fantascientifici: qui parliamo di chimica fuori scala, comportamenti imprevisti e una finestra di osservazione che ci permetterà di saperne di più.
Perché 3I/ATLAS non è una cometa qualsiasi
Partiamo dal telescopio spaziale James Webb. I suoi strumenti hanno rivelato che la CO2 domina la chioma di 3I/ATLAS, con un rapporto CO2/H2O di circa 8:1, tra i più estremi mai osservati. In pratica, c’è moltissima anidride carbonica e pochissima acqua. Il gas fuoriesce in direzione del Sole, formando una chioma “sunward” intensa e ben visibile.
Poi c’è il telescopio Hubble, che ha osservato la cometa da circa 3,8 unità astronomiche. Il risultato? Una coda debole, spinta dalla pressione della luce solare, e una brillantezza accentuata nella zona rivolta verso il Sole. Il team ha stimato che il nucleo ha un diametro massimo di 5,6 chilometri, quindi è molto più piccolo di quanto ipotizzato da alcune letture speculative.

Il mistero del nichel senza ferro
Altro dato curioso: i telescopi VLT dell’ESO hanno trovato nichel neutro (Ni I) nella chioma, ma nessuna traccia di ferro neutro (Fe I). È un’anomalia. Di solito, nichel e ferro viaggiano assieme. Qui no. Gli scienziati non si sono lanciati in teorie folli: parlano di un possibile rilascio selettivo o di processi fisici particolari nella chioma. Nulla di “alieno”, ma comunque fuori standard.
Nucleo piccolo o gigante? Ecco come stanno le cose
Alcuni studi preliminari (SPHEREx) avevano ipotizzato un nucleo molto più grande, intorno ai 46 km di diametro, ma con un grosso “se”: tutto il segnale a infrarossi doveva provenire dal nucleo e non dalla chioma. Un’ipotesi azzardata. Gli stessi autori ammettono che oltre il 99% della luce raccolta arriva probabilmente dalla coma, cioè dalla polvere e dai gas intorno al nucleo. Morale: la stima più affidabile resta quella di Hubble.
Quella coda “al contrario” e la chimica estrema

Non è che la cometa non abbia la coda. Ce l’ha, ma è più debole del solito e si sviluppa dalla parte opposta rispetto alla brillante emissione solare frontale. È una questione di direzione del gas e della luce. La CO2 spruzza verso il Sole, la coda di polvere viene spinta indietro. Tutto perfettamente coerente con la fisica, anche se diverso dalla “cometa da cartolina”.
E il rapporto CO2/H2O così alto? Probabile che 3I/ATLAS si sia formata in una zona del suo sistema d’origine molto ricca di CO2, oppure che abbia sviluppato una crosta esterna che isola il ghiaccio d’acqua sottostante. Una sorta di “cometa croccante fuori, ma con l’acqua dentro”.
Orbita iperbolica: arriva da fuori, ma quanto fuori?
La traiettoria è retrograda e iperbolica, quindi 3I/ATLAS arriva da oltre il Sistema solare. È stata avvistata anche dal Rubin Observatory, che ne ha confermato l’origine interstellare e raccolto dati preziosi per tracciare il suo passaggio. Ma attenzione: il perielio è previsto per il 29 ottobre 2025 e la cometa passerà dietro il Sole rispetto alla Terra. Osservarla nel momento migliore sarà un bel problema.

Anomalie? Sì. Prove di qualcosa di “altro”? No.
C’è chi ha ipotizzato che questa cometa sia qualcosa di diverso. Addirittura una sonda artificiale. Ma la realtà è più interessante della fantascienza. Tutti i dati raccolti finora sono spiegabili (o almeno interpretabili) con la fisica nota. Alcuni comportamenti sono insoliti, certo, ma nessuno di questi richiede spiegazioni estreme.
Cosa aspettarsi ora
Nei prossimi mesi, scienziati e telescopi continueranno a monitorarla:
- Se il rapporto CO2/H2O cambia man mano che si avvicina al Sole, capiremo di più sulla struttura del nucleo.
- Servono nuove osservazioni spettroscopiche per confermare la presenza di Ni senza Fe e, magari, capire perché.
- Alcune agenzie stanno valutando missioni lampo per un flyby strumentato, anche se il tempo stringe.
Occhi puntati sul cielo, ma con metodo
Se vuoi seguirla sul serio, lasciati guidare dai dati e non dalle ipotesi clamorose. La cometa interstellare 3I/ATLAS è strana, affascinante e reale, ed è già un laboratorio perfetto per testare i limiti delle nostre teorie.
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Leggi anche il nostro approfondimento su ’Oumuamua [link interno] e il confronto tra ATLAS e Borisov [link interno].
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