Da un quarto di secolo la Stazione Spaziale Internazionale è la casa dell’umanità nello spazio. Il 2 novembre 2000, tre astronauti, l’americano William Shepherd e i russi Yuri Gidzenko e Sergei Krikalev, sono diventati i primi inquilini dell’avamposto orbitale. Da quel momento, la presenza umana nello spazio non si è più interrotta.
In 25 anni la ISS ha accolto 266 astronauti provenienti da 20 Paesi, testimoniando una cooperazione internazionale senza precedenti, che continua ancora oggi tra Stati Uniti, Russia, Europa, Canada e Giappone, nonostante le tensioni geopolitiche sulla Terra.
Dalla costruzione al laboratorio orbitale

Quando i tre pionieri misero piede a bordo, la stazione era ancora un cantiere spaziale: 48 metri di lunghezza, 60 tonnellate di massa e 264 metri cubi di spazio interno. Oggi la ISS è una cittadella orbitante lunga 73 metri, con oltre 1.000 metri cubi di volume abitabile e una massa che sfiora le 450 tonnellate.
All’inizio gli equipaggi erano impegnati soprattutto nella costruzione e manutenzione dei moduli, con missioni di montaggio che richiedevano mesi di lavoro extraveicolare. Con il tempo, però, la stazione è diventata un vero laboratorio scientifico in microgravità, dove sono stati condotti oltre 400 esperimenti in 25 anni, spaziando da biologia e fisiologia a botanica, fisica dei materiali e medicina spaziale.
Molti di questi esperimenti non sarebbero possibili sulla Terra, perché solo in assenza di gravità si possono studiare fenomeni come la crescita delle cellule o la formazione di leghe metalliche perfette.
L’Italia nello spazio: un contributo fondamentale
L’Italia è uno dei protagonisti della storia della ISS. Oltre la metà dei moduli abitabili della stazione è stata costruita nel nostro Paese, grazie al lavoro di aziende come Thales Alenia Space, che ha realizzato strutture fondamentali per la NASA e per l’Agenzia Spaziale Europea.
Sono sei gli astronauti italiani che hanno raggiunto la ISS: Umberto Guidoni, primo europeo a salire a bordo nel 2001, seguito da Roberto Vittori, Paolo Nespoli, Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti e Walter Villadei, che ha portato nel 2024 il tricolore nelle missioni private di Axiom Space.
Il contributo italiano si estende anche alla ricerca scientifica, con esperimenti condotti da università e centri nazionali che studiano, tra le altre cose, la muscolatura, il sistema immunitario e le piante in condizioni di microgravità.
Una cooperazione che ha superato la Guerra Fredda

Sin dal suo inizio, la ISS è stata un simbolo di collaborazione internazionale, nata dalla fusione tra i programmi spaziali americano e russo dopo la fine della Guerra Fredda.
Anche nei momenti di tensione politica, dalla crisi in Ucraina fino ai giorni nostri, NASA e Roscosmos hanno continuato a cooperare per mantenere viva la stazione e garantire la sicurezza degli equipaggi.
A bordo, astronauti e cosmonauti condividono esperimenti, pasti e manutenzioni quotidiane, dimostrando che lo spazio può unire anche quando la Terra divide.
Dallo Shuttle a SpaceX: l’arrivo dei privati
Nei primi anni, il trasporto verso la stazione era affidato allo Space Shuttle americano e alle navette Soyuz russe. Dopo il ritiro dello Shuttle nel 2011, le Soyuz sono rimaste per quasi un decennio l’unico mezzo per raggiungere l’orbita.
Dal 2020, però, la Crew Dragon di SpaceX ha rivoluzionato la logistica spaziale, inaugurando l’era dei voli commerciali. Oggi le missioni private Axiom portano astronauti professionisti e civili sulla ISS, aprendo una nuova fase della Space Economy, dove aziende e agenzie spaziali condividono l’orbita terrestre.
Il futuro: da ISS ad Axiom Station
La ISS è destinata a pensionarsi entro il 2030, ma la sua eredità sarà raccolta dalle stazioni spaziali commerciali. Il primo passo sarà Axiom Hub One, modulo costruito da Axiom Space, il cui lancio è previsto per il 2026.
Questo nuovo segmento si aggancerà inizialmente alla ISS, per poi separarsi e diventare la prima stazione privata indipendente, aprendo la strada a un futuro in cui lo spazio sarà abitato non solo da astronauti governativi ma anche da ricercatori, turisti e imprese.
25 anni di umanità in orbita
In 25 anni la ISS ha orbitato intorno alla Terra oltre 130.000 volte, percorrendo più di 5 miliardi di chilometri. È diventata il simbolo della presenza umana continua nello spazio, un avamposto di ricerca e cooperazione che ha unito le nazioni e ispirato generazioni di scienziati, esploratori e sognatori.
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