del NY Times non si risparmia, anzi sembra festeggiare in pompa magna l’assenza di Trump dal noto social network, mettendo insieme una lista di personaggi pubblici e non, raccogliendone le impressioni, dopo questo traguardo del ban, che giunge a quota 100 giorni e che pare sia ormai stabilito durerà per sempre.
A quanto pare i democratici non la mandano certo a dire, e si lasciano andare ai più disparati commenti di gioia e sarcasmo sul NY Times, mentre i repubblicani ancora cavalcano l’onda di odio e complottismo che li ha contraddistinti in questi 4 anni, capitanati dal sommo Tycoon, urlando alla censura dei media e tante altre colorite divagazioni.
Gary Cavalli 71 anni si gode il suono di questi giorni su Twitter, il suono del silenzio, in particolare il silenzio dell’ex presidente Donald J. Trump. Racconta al Times: “La mia pressione sanguigna è scesa di 20 punti” il suo ossessivo odio nei confronti di Trump è terminato per sempre quando Twitter ha escluso permanentemente l’ex presidente a gennaio. “Non dover leggere i suoi ultimi tweet disonesti ha reso la mia vita molto più felice”.
La spavalderia di Trump per i corridoi di Twitter, come se fosse il proprietario del posto, non manca a molti, bisogna dirlo, neanche la sua creatività lessicale e la punteggiatura, che sfidava a più livelli le regole grammaticali della sua stessa lingua.
Le sue diatribe contro i suoi nemici, obbligatoriamente in CAPS LOCK, che hanno trasformato la nazione in uno stato di terrore e pericolo, finirono per Twitter precisamente l’8 gennaio, due giorni dopo che una folla istigata dai suoi commenti al vetriolo aveva preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti, in uno sforzo per ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali, finito per apparire quasi come uno sketch dei Monthy Python, se non fosse stato per la disgrazia dei 5 morti.
A 100 giorni dal divieto, una decisione che ha sollevato questioni di libertà di parola e censura nell’era dei social media, ha lasciato sconvolti i repubblicani pro-Trump e ulteriormente infuriato Trump che ancora rifiuta di accettare la sua sconfitta elettorale. Per molti è stata invece un semplice ritorno alla normalità, senza più quel clima di ansia e di tensione, nazionale ed internazionale che hanno contraddistinto la sua presidenza.
Mario Marval 35 anni, manager del programma e veterano dell’Air Force nell’area di Cincinnati ha dichiarato: “Ho legittimamente dormito meglio senza di lui su Twitter. Mi ha permesso di riflettere su quanto fosse diventato un vuoto della mia attenzione”.
Matt Leece, 29 anni, professore di musica a Bloomsburg, in Pennsylvania ha dichiarato che la sospensione di Twitter è stata come una pulizia dell’aria: “È come vivere in una città perennemente soffocata dallo smog, e improvvisamente un giorno ti svegli e il cielo è blu, gli uccelli cantano e puoi finalmente fare un respiro completo e non tossico”.
Eppure milioni di suoi sostenitori non solo non hanno condiviso questa euforia, per loro paradossa, ma anzi il silenzio imposto da Twitter a Trump ha significato la perdita di una voce di sostegno, uno di famiglia, che curava i loro interessi, e che ora li ha lasciati smarriti.
Di sicuro in questo marasma la voce più autorevole è stata quella di David Letterman, che non ha mai nascosto il suo disprezzo per Trump, già dagli anni ’90, quando New York fu scossa da un terribile omicidio di una jogger, in Central Park, 5 giovani ragazzi di colore furono accusati ed il caso finì per essere soprannominato “Central Park Five”. Trump chiese pubblicamente che questi ragazzi venissero uccisi per iniezione letale, scatenando il chaos.
Successivamente vennero trovati innocenti, ma l’opinione pubblica era ormai compromessa, e pensa che non esistevano ancora i social, ma Trump già aveva in pugno la situazione, senza bisogno di twittare. Letterman reagì con sarcasmo all’epoca dei fatti, per poi negli anni a venire continuare ad inveire ad ogni occasione contro il Tycoon.
David Letterman è ormai in pensione da qualche anno, ma rimane nella storia la sua top ten di Trump:
- Quella cosa sulla sua testa era il gopher (tipico roditore americano) in Caddyshack (film di Harold Ramis del 1980).
- Durante il sesso, Donald Trump chiama il proprio nome.
- Donald Trump sembra il ragazzo sulla scialuppa di salvataggio con donne e bambini.
- Vuoi costruire un muro? Che ne dici di costruire un muro attorno a quella cosa sulla tua testa?
- Trump si è allontanato da uno show televisivo di moderato successo per una delirante, stron… Oh, no, aspetta, sono io.
- Donald Trump pesa 96 kg – 100 con acqua di colonia.
- Trump vorrebbe che tutti gli americani sapessero che quella cosa sulla sua testa è ruspante.
- (pareggio) Il presidente, invece di perdonare un tacchino il giorno del Ringraziamento, ha intenzione di sfrattare una famiglia il giorno del Ringraziamento.
- (pareggio) Questa non è una pettinatura, è un avviso di vento.
- Donald Trump ha fatto arrabbiare così tanti messicani, che reciterà in un nuovo film intitolato No Amigos (un riferimento alla commedia del 1986 Three Amigos, con Martin Short).
- Grazie a Donald Trump, la mascotte repubblicana è anche un asino.
Twitter Vs Trump: tutto legale?
Una cosa è certa, Twitter, come Facebook e altre piattaforme social, non sono giornali, ma vetrine e nello specifico vetrine di privati, che non hanno assolutamente niente a che fare col famoso primo emendamento sulla libertà di parola della costituzione americana, anzi.
Tutti i social hanno il diritto di proporre delle linee guida di moderazione, contenute nel contratto di iscrizione, dove è esplicitamente indicato in calce il codice comportamentale da tenere, pena il ban temporaneo o nei peggiori casi, come per Trump, permanente. Come diceva Lionel Logue nel Il discorso del Re a Giorgio VI “Mio il castello, mie le regole!”.
Personalmente, essendo cresciuto nell’epoca dei Forum prima che in quella dei Social, per me è perfettamente normale, pensa che all’epoca le regole dei moderatori erano così restrittive, che si rischiava perfino il ban dell’IP, e per commenti assai più quieti di quelli di Trump.
Però è una decisione storica quella di Twitter, visto che parliamo di un politico, e non un politico qualsiasi, ma dell’ex presidente USA Trump, il che rende il fatto non solo controverso, ma anche paradossalmente più equo della legge statunitense, che predilige il protezionismo verso le cariche di stato.